C'è una regola fondamentale per ottenere il successo di una manifestazione. Tu dagli da mangiare e la gente arriva come la calata degli Unni. Ieri sera alla serata gastronomica estiva, non riuscivi a passare per la strada principale del paese. Non è che ci fossere specialità da sballo, alla fine si tratta sempre di polenta e salciccia che però contentano tutti e la fila davanti al paiolone dove mio cugino rimestava con un lungo bastone, arrivava fino a metà paese. Nella piazzetta in fondo un gruppo di bravi ragazzi cuocevano gofri in batteria, le fanciulle poi li rimpinzavano di salumi, gorgonzola e nutella (non in contemporanea naturalmente). Ma vorrei invece poratre la vostra attenzione su un'altro piatto tipico della valle le "patate salà". Ecco che sulla salita dietro la chiesa un gruppo di volenterosi lavora dietro un gran pentolone, la "brunsa" della tradizione, dove bollono in poca acqua le patate, Bintje a pasta gialla coltivate oltre i mille metri, che con la montagna il gusto ci guadagna naturalmente e che ormai hanno sostituito le antiche "piattelline" ormai introvabili.
La patata di montagna ha un gusto particolare, non si può negarlo, più sapida e corposa, la pasta compatta e soda che non si disfa in bocca in modo volgare. Assieme ai tuberi magici però, proseguono la loro attenta bollitura grassi e grossi salamini che cuocendo, profondono i loro grassi pastosi che vanno ad arricchire le compagne di avventura rendendole davvero ricche e complete. Il segreto è tutto lì, la poca quantità di acqua che unita al calore univoco fornito dal contenitore di ghisa fa sì che questi umori si condensino formando una particolare crosticina, il "rimà" gustoso e croccante che rende questo piatto all'apparenza semplicissimo e povero, assolutamente straordinario e degno della tavola di un re. Nella strada, lunghe tavole dove i rifugiati della fornace cittadina, dimentichi dello spread, popolano numerosi la valle, forse qui spinti dalla recessione che li ha allontanati da lidi più esotici o piuttosto invece dal profumo dei salamini che si spande nell'aria. Intorno le note di musiche occitane con stuoli di ballerini accalorati e più in alto, tra vapori della polenta, si levano invece le note accattivanti di Zombie dei Cranberries, attraverso il sound deciso degli Ixie con la bellissima voce di Chiara , un gruppo pop-rock che vale la pena davvero di ascoltare, non per niente è la band di mio cugino.
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Rosso anguria.
5 commenti:
Con tutte le delizie gastronomiche che di tanto in tanto posti (son sicura che non ti limiti a farne la cronaca...) mi meraviglia assai che tu non sia ciccione, ma di taglia normale! devi avere un segreto...
Cara Bruna , caffé pagato. fino a quando non mi vedrai di persona non potrai renderti conto dei miei 105 kg (ben portati , in realtà mi restringo con photoshop, ahahahhaha)
Dal vivo avrei detto che non superavi i centodue - centotre, ma è passato qualche mese...
in pratica sono al mio massimo storico!
Continua con i tuoi aggiornamenti gastronomici ( e non solo ..).
Certo mi sono chiesta quali fotografie circolano in rete.......
Gianna
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