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Mi sono svegliato presto stamattina, ancora confuso dal fuso (bella eh, questa, ma mi vengono così) e buttando l'occhio dalla finestra ho goduto di quella foschia alessandrina, tipica dell'autunno che non riesce a convincersi che non esistono più le mezze stagioni. Questa fase dura a lungo da noi, a volte tutto l'anno, cambia solo la temperatura, da rigidamente perfida a insopportabilmente afosa, tanto dolce è il permanere di quella nebbiosità che ottunde lo spirito oltre che la visuale esterna, insomma una specie di cappa interiore per sfuggire alle brutture del mondo, che ci paiono sempre più moleste man mano che passano gli anni. Così, una ventina di giorni fa, mentre percorrevo la mia personale via Africagena, il mio peregrinevole Camino de la Malpensa, che traversa le sconfinate risaie del vercellese, ragionavo sulle ragioni della piacevolezza dell'andare verso l'altrove sconosciuto traversando territori misteriosi e appunto avvolti nella caligine delle tante selve oscure, reali od immaginarie di questo mondo. E' forse davvero questa la voglia che ci spinge ad andare verso luoghi sconosciuti o presunti tali, nella intima necessità di trovarli diversi, per scoprirli poi così simili a quelli noti del nostro passato e non ancora evidentemente risolti. Sono i misteri dell'animo umano, che rimangono non spiegati e irrimediabilmente generatori di azioni compulsive, diversamente all'ora della partenza, ti gireresti dall'altra parte del letto, sprimacciando il cuscino per avere ancora qualche ora di buon sonno.
Tuttavia questa volta, anche per evitare questo pericolo, avevo scelto uno slot di partenza (credo che si dica proprio così) decisamente serotino, per cui non c'era neppure questa scusa per addormentare la partenza, anzi, per tutta la giornata ero stato avvolto dall'adrenalina prodotta in quantità industriali anche dal mio corpaccio in disarmo, visto che dopo tre lunghi anni di quaresima, mi potevo di nuovo avvicinare al desco ricco e bene addobbato di viaggio vero, sensazione che mi è mancata davvero tanto in questo lunghissimo, irrecuperabile periodo. Un volo, finalmente, un balzo al di sopra di quelle nubi, appunto caliginose e tristi, che hanno avvolto la nostra vita così a lungo da far temere che non si disperdessero più e infatti rimangono ancora lì, irrisolte, almeno pare. Un balzo mistico per riguadagnare lo stato di homo viatorius, di viandante spinto dalla conoscenza o dal semplice desiderio di evadere da una gabbia in cui ti senti, anche se carezzevolmente, costretto. Insomma la sto facendo lunga, ma devo confermarvi che mi sentivo davvero eccitato per poter finalmente finalizzare un progetto nato tre anni prima attorno ad un tavolo, prima come semplice esercizio di stile, poi sempre più concretamente fattibile: un salto, anche se breve, all'arcipelago di Saõ Tomé e Principe, isole poco conosciute, forse ancora poco visitate e proprio per questo assai degne di interesse, nonché 112esimo paese da aggiungere alla mia personale collezione di figurine, un mio criticabile vezzo di bimbo boomer.
Dunque eccomi percorrere il larghissimo nastro di asfalto, tra le risaie dove le grandi mietitrebbie hanno ormai quasi terminato il loro tristo lavoro, con le camere in asciutta punteggiate di rotoloni, che ormai anche tutta la paglia, anche quella meno valorizzabile del risone, si recupera, verso il mio appuntamento consueto al parcheggio della Mariuccia, che poi chissà se esiste davvero ed è la signora bionda che ti accoglie al bancone, oppure solo un nome di fantasia, da riviera romagnola, dato a questo albergo perso nella campagna milanese, anch'essa nebbiosa. E finalmente eccoci, scaricati dal pulmino, Caronte meccanico traghettatore del confine tra il tuo paese e il non luogo aeroportuale, trascinarci la valigia verso il tanto sospirato bancone della Tap Portugal, compagnia che dopo tanto patire, ben due anni di mail compuntamente documentate, mi aveva a suo tempo, restituito i soldi della prenotazione preCovid e per questo non andata a buon fine. Vedremo come si comporteranno questa volta dopo che ho già ridato tutto indietro con abbondanti interessi, ma capirà con il caro carburante e i gasdotti chiusi, aumentano anche la mozzarella e gli zucchini. Intanto visto che le cose sono cambiate, mi sono dovuto attrezzare alla bisogna, che guai a farsi trovare impreparato, oggi, ad ogni virgola fuori posto può saltar fuori la scusa per bastonarti. Dunque assicurazione salute di ferro (non la salute che quella ormai è cagionevole, ma l'assicurazione), comprendente tutti i codicilli; bagagli cocciutamente pesati e misurati, che basta un chilo o un centimetro in più per farti passare la voglia e documenti anche quelli forse inutili, ma controllati e ricontrollati (su questo poi ci sarà da ridere). E' con questo spirito, direi di fiduciosa ma ansiogena attesa che mi avvicinavo al bancone per consegnare l'unico valigione previsto, capirà tutto si paga a parte, un bagaglio in stiva, 70 € a tratta e il checkin preregistrato, stretto nella digitalizzazione ormai invasiva, ma comoda, del telefonino. Lo zaino affardellato in spalla, eventualmente avrei tirato fuori con destrezza la macchina fotografica appendibile al collo (2 kg!). La valigia in una mano, la documentazione nell'altra, mi avvicino al banco dove l'addetta mi accoglie con un luminoso sorriso di benvenuto.
SURVIVAL KIT
Parcheggio Malpensa - Ceriapark da Mariuccia - Malvaglio , Via Pozzi 43. E' leggermente più lontano degli altri (15 min), ma imbattibile sui prezzi per le lunghe soste (Scoperto, 30 Euro + 1 Euro al giorno). Se dovete partire molto presto c'è anche la comodità dell'albergo adiacente con ristorante. Consigliatissimo.
Volo - Tap Portugal - (praticamente unica opzione disponibile per Saõ Tomé, ci sarebbe anche STP la loro linea nazionale, ma fa un solo volo alla settimana e mi sembra a prezzi superiori). Il costo è lievitato e per due biglietti comprati circa 50 giorni prima dopo lungo monitoraggio, MPX - Lisbona - Saõ Tomé e ritorno, partenza 20:30 - arrivo 17:00 del giorno dopo (niente altre scelte)! ho pagato € 1.930, 99 incluso un solo bagaglio in stiva, senza nessun altro frill! Davvero costoso e scomodo e uno dei motivi che possono contribuire a tener lontana la gente da questa meta. Ricordo che in caso di problemi, parlare con la compagnia è praticamente impossibile, al numero di Milano non risponde nessuno, a quello di Roma le attese superano i 40 minuti e arrivano info dubbie quando non sbagliate (verificato personalmente). Alle mail non viene generalmente risposto, arrivano solo quelle generate in automatico. Può essere che questo atteggiamento respingente sia ormai adottato dalla maggior parte delle compagnie in particolare per le Low-cost, ma mi sembra un modus operandi davvero pessimo specialmente per quelle di bandiera e se qualche compagnia adotterà modi più user friendly, secondo me attirerà masse di clientela notevoli, anche se poi alla fine il prezzo è sempre il naturale discrimine.
Assicurazione sanitaria - Ho optato di nuovo per Globy rosso plus - RAS Allianz, in quanto è l'unica (almeno che io conosca) che copre la mia fascia di età e, importantissimo, le malattie pregresse. In particolare sembra essere efficace (ma per fortuna non ho mai avuto modo di sperimentare) sul famoso rientro in aereo sanitario in caso di estrema necessità, unica copertura direi davvero importante per la pelle. Costo € 106 a testa per 15 gg.
2 commenti:
Buon viaggio!! Attendiamo le prime impressioni!!!
un pezzo alla volta arrivo alla fine anche di questo! Grazie
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