Ancora due passi per tenere caldi i muscoli, ieri è toccato alla Val Clarée, una bella vallata alpina, quasi rettilinea, che corre parallela al confine italiano. Un lungo sentiero con una pendenza dolce alla portata anche di quelli che, come me comminano solo dietro costrizione o minaccia. La giornata è magnifica, il sole forte e neanche una nuvola. Si cammina quasi al fianco del torrente in un saliscendi tra i pini che incorniciano le montagne circostanti. Belle montagne, un po’ insolite per le Alpi Cozie che ci abituano a severi e corposi massicci scuri. Qui invece bianche e dirupate, quasi dolomitiche si direbbe, che lasciano libere vette diritte e pareti verticali con grandi coni detritici alla base. Chiacchierando si arriva facilmente al circo finale che chiude la valle, dove il torrente non è che un rivo che si fa strada a fatica tra i prati ed i pascoli. In fondo in posizione dominante, il rifugio è una buona meta per chi si accontenta di godere del panorama splendido di tutta la valle dalla sua terrazza. Aiuta naturalmente a rasserenare l’animo per chi lamenta comunque la fatica del cammino, un fresco kir al cassis e una buona fetta di torta ai mirtilli o al cioccolato. Le calorie se ne vanno facilmente camminando, non si vuole avere a fine giornata un bilancio troppo negativo. Dunque il lento ritorno dall’altro versante, tanto per cambiare punto di vista. Poi il ritorno, con una diversa chiave di lettura. Già che siamo sulla strada, si impone una fermata a Briançon, sempre piacevole, sempre divertente, soprattutto perché la meta principale non è certo la fortezza, ben conosciuta dopo tanti anni e tante soste, né i suoi graziosi ristorantini lungo la salita principale che offrono tartiflette, bourguignonne e raclette, ma il famigerato centro commerciale dove fare strage di formaggi ed altre peculiarità francesi. Così avanti tra un crescendo di Saint Felicien, Saint Marcellin, Chèvre blanc, Brie de Maux (delizioso), Mont d’Or, Compté (18 mesi) e Camembert e va già bene che non abbiamo bambini piccoli per cui scartiamo gli scaffali del latte in polvere; piene le sporte e poi via alla farmacia dove tutti i farmaci costano la metà, Aspirina, Maalox, Lasonil, Voltaren e chi più ne ha più ne metta. E dire che quest’anno ci hanno fregati, anche l’alcool (per fare il genepì) costava la metà, ma visto che compravamo quantità industriali, da quest’anno S. deve aver suggerito a Sarkò di farsi furbo e in farmacia ci sono solo più le confezioni da 50 cc. Ma chissà perché i medicinali in Italia costano il doppio? E’ una vera orgia di acquisto, però più di tanto non si può. Quasi quasi è un vero peccato non essere malati.
venerdì 14 agosto 2009
Formaggi e medicine.
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2 commenti:
Sono gli effetti della crisi.... e' l' accumulazione forzata, l' incubo del frigo semivuoto, della credenza non troppo piena..... anche io sono in montagna, ma rigorosamente fermo, in hotel, ad osservare la devastante folla che si accalca nei mercatini locali alla ricerca di un genepy dal gusto di mirtillo selvatico, oppure al gusto della fantomatica... mortella di palude....O tempora.. o mores... e come sai gia', chi non mores... si rivedes....
FEROX (IN VERSIONE MONTANA)
bellissimi i posti valle della claree in primis ..planpinet nevache . briancon è splendida. condivido anche i gusti culinari a partire dal kir.
complimenti
saluti
alex guerri
http://aguerri.blog.kataweb.it
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