domenica 9 agosto 2009

Delfini d'Occitania


Eh sì, in queste vallate c’è un sound particolare, il suono occitano della ghironda che tutto avvolge, che riporta a tempi più antichi, in cui questi spazi erano percorsi da fremiti di lotte religiose, da guerre tra dinastie e nazioni ormai scomparse. Tanti i gruppi che, per la gioia degli amatori suonano nelle serate estive per allietare i balzelli dei ballerini che subito si buttano nello spazio lasciato libero dagli spettatori alle prime note della curenta. Ma c’è gruppo e gruppo; un conto sono gli appassionati, magari anche bravi e gradevoli da sentire, un conto sono i grandi artisti. E qui incontestabilmente, almeno credo, bisogna parlare dei Lou Dalfin che da venticinque anni portano anche al di fuori del territorio, queste note, arricchite dalla loro particolare visione del sound occitano. Strumenti antichi accanto alla ghironda (la viulo della tradizione), alle cornamuse, all’organetto e a tutta una serie di flauti, ma anche bouzaki, chitarre e batteria per aggiungere un colore inevitabilmente rock che non solo non stona affatto, ma arricchisce di forza, ritmo e potenza attrattiva una musica che non lascia insensibili già al primo ascolto. L’altra sera a Miradolo, tre ore senza sosta, dove accanto alle più tradizionali bourrè e farandoule o agli antichi brand de chevaux cinquecenteschi, si sono sentite dolci scottish ed indiavolati rigudùn per terminare con una appassionata Se chanto, l’inno dell’Occitania, seguita in coro da tutti gli spettatori e chiuso da uno strepitoso assolo della chitarra elettrica, vero e proprio tributo a Jimmy Endrix. Difficile anche per chi non ama la musica folk, rimanere insensibili, al di là del fatto che nessun ballerino riesce a tenere ferme le gambe durante queste performances. Il prato dell’agriturismo il Tiglio, che ha ospitato la manifestazione, era tutto un sabba di folli che saltellavano con metodo prima di cadere esausti dopo la mezzanotte. Secondo me da sentire assolutamente se capitano dalle vostre parti; se no dare un’occhiata su Youtube. Sempre a causa della chiavetta non riesco a postare gran ché al di là di una foto del grande Sergio Berardo, l’anima del gruppo.

1 commento:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Grazie per questo post da un amante della musica popolare.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 116 (a seconda dei calcoli) su 250!