lunedì 26 ottobre 2009

Un altro blogger alessandrino.

Rimbrottato sul web perchè non riesco più a scendere dal treno per il Caucaso, darò, giustamente, una giornata di tregua, anche perchè mi preme presentarvi una figura molto interessante che aiuterà, chi è interessato a meglio comprendere il virus dell'alessandrinità, integrando quello che a suo tempo, aveva già così ben detto il mio illustre compaesano semiologo e frequentatore del mio stesso liceo, oltre che della storica farinateria Savino (che tra l'altro ha riaperto da poco i battenti con risultati tutto sommato accettabili). Veniamo al dunque. Con un'operazione a mio parere meritoria, l'Archivio di stato di Alessandria sta pubblicando a puntate i cartolari del Conte Pietro Civalieri, un Alessandrino Doc di cui riporto la silhouette ripresa dal volume presentato qualche sera fa, che ha visto alcuni momenti dei più potenti cambiamenti della storia Europea e Sabauda prima e Italiana poi, descrivendola con un atteggiamento tipicamente alessandrino e quindi anche sotto questo aspetto interessante. Queste migliaia di pagine che ci ha lasciato, con un racconto quasi quotidiano, costituiscono un vero e proprio blog antelitteram per capire il suo tempo ed anche per penetrare meglio l'atteggiamento tipico dell'alessandrinità. Essendo vissuto tra il 1787 e il 1870 ha potuto vedere tutti i fatti che partono dalla rivoluzione a Napoleone, alla restaurazione ed il passaggio dal piccolo regno sabaudo alla formazione dello uno stato italiano, vivendo i moti rivoluzionari e le guerre di indipendenza da un punto di vista interno e quindi assolutamente privilegiato. Ancor giovane viene mandato in missione nella Parigi postrivoluzionaria dove è ricevuto da Napoleone e conosce Chateaubriand che lo invita a casa sua e gli mostra:
diverse cosarelle indigene de' selvaggi d'America portate da lui stesso da quel lontano paese
o Madame de Stael che lo ricolma di sguardi languidi e gentilezze, oppure dell'incontro con la bellissima Duchessa di Castiglione, che in sua presenza, durante il ricevimento dall'imperatrice, viene colta da malore e che lui aiuta offrendole la sua boccetta di sali d'aceto che lei trattiene senza restituirgli. La rivede il giorno dopo ed ella lo ringrazia e anche se si scusa della dimenticanza:
votre petit flacon est toujours sur ma cheminée et me rappelle votre amable
procedé
ma se la tiene e lui non manca di far notare che
il mobilino , che era bello in verità, di cristallo tagliato a guisa di diamante
e tutto piccino ch'egli mi havea costato Lire 15.
Molto alessandrino, come le molte descrizioni di fatti e di persone della città che egli racconta con il nostro solito stile, lodandone le doti ma immancabilmente stilettando i difetti alla fine, con il più classico in cauda venenum.
La Marchesa di Sangiorgio era alta di statura, giammai bella...avea
sufficiente talento naturale e ben fornita d'istruzione. Nobile il tratto ma
mordace il parlare e quantunque di continuo applicata alle pratiche della
Religione, non era da taluno creduta veramente divota...Il suo tono allontanava
tutti da lei e non fu mai corteggiata e amata, quantunque il suo stato di fortuna
gli permettesse di ricever gente ed anzi ambivalo. Lasciò debole memoria di sé in tutte le classi e compianta, credo, da pochi.
Anche lui non resiste a tentar di definire il nerbo dell'alessandrinità:
Un non so che di protervo germina nell'animo alessandrino che fa distinguere
ovunque i suoi rampolli. Io il credo conseguenza della origine di questa
città che contrasse fin dal suo principio un non so che di rozzo nei modi e di
indipendente nel carattere che alimentossi di continuo nelle vicende delle guerre
... e le alternate vicende politiche la fecer cambiar di padrone tante volte in
pocho tempo, e impararon gli abitanti dall'esperienza acquistata ad esser cauti,
prudenti e ristretti in sé stessi, onde evitare le reazioni disastrose che
portan seco l'avvicendar de' governi di diverso colore e non v'ha dubbio che
l'uomo che si sia formato in quelle qualità, acquista energia nel pensare e
quindi l'indipendenza dell'opinione.
Indipendenza che avrà sempre fortissima quando dal gossip cittadino e dalle maldicenze licenziose gustosissime, passa ai commenti politici criticando duramente, con battute di un sarcasmo feroce il governatore Galateri inviato dalla Corte Sabauda per mettere a posto questa città di furfanti ( e in quel periodo si fucilava con una certa scioltezza), mettendone in ridicolo le manie di rendersi bello e presentabile o raccontandone con voluttà tutte le gaffes di quel "imbecille ed inetto governatore" che ogni giorno si immagina, venissero commentate con sarcasmo al Caffè o nel ridotto del Teatro . Ma non voglio più oltre togliervi il piacere di scorrere queste memorie raccolte da Panizza (direttore dell'Archivio) e Ivaldi con le dottissime note di Livraghi, tanto più che rivolgendovi all' Archivio di Stato di Alessandria potrete ottenere copia gratuita dei primi tre volumi pubblicati che vanno dall'inizio al 1836. Tanto per essere alessandrini fino in fondo.

3 commenti:

giovanna ha detto...

:-)
>> ...perché non riesco più a scendere dal treno per il Caucaso

ma va, ma va'... ché quelle avventure affascinano! prosegui :)

Questo post: altrettanto interessante, scrittura "che cattura", come sempre!
grazie Enri,
g

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Adoro le memorie dell'800 e mi informerò di più sul tuo illustre concittadino Civalieri. Chissà se la Marchesa di Sangiorgio era una prozia della Binetti.

Fabio ha detto...

Ho trovato tante cose belle è interessanti qui da te e poi amo i lunghi viaggi, le navi e i treni (non solo quelli veri ma anche i modellini in scala n). Grazie per l'incoraggiamento...io tornerò ancora a vedere il tuo blog che, ripeto, mi è piaciuto veramente tanto. Un salutone, Fabio

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