venerdì 16 ottobre 2009

Ovulo o porcino?

Quando due tizi stanno assieme per una settimana in una camera d'ospedale, condividendo lo stesso problema, gli stessi timori e percorrendo la stessa strada, si crea una comunanza ed uno spirito di corpo tipico degli appartenenti a sodalizi classici, come la caserma, il club, l'associazione sportiva. Così ieri risalivo le colline della Val Borbera invitato a godere di quei magnifici boschi, dall'amico recente che, tra le sue peculiarità ha anche quella del cercatore di funghi. Il fungo è un organismo strano, che mi attrae morbosamente; cresce in una notte (?) e poi se ne sta lì acquattato sotto le foglie ad aspettare che mani attente ed amorose lo colgano. Come i fiori, creato per essere colto. Che gran soddisfazione deve essere l'aggirarsi qua e là tra roveri e castagni, tra il crepitare leggero delle foglie gialle cadute, girando lo sguardo nella ricerca. Poi, nella piccola radura, la magia del gonfiore sotto il tappeto colorato denuncia il sospetto che man mano diventa certezza, guidato dall' esperienza e dall'inteso profumo. Ti chini, scosti i rametti bagnati di rugiada ed eccolo lì il tondo cappelletto scuro del porcino oppure, così raro, l' ovale arancione dell'ovulo reale bambino che quasi scoppia nel tentativo di liberarsi dalla volva giallina che lo avvolge come una placenta, prima che la sua voglia di libertà la squarci per ergere orgoglioso il gambo esile a sostenere l'ombrello maestoso. Ebbene, io che bramo queste piccole emozioni, non sono mai riuscito a goderle. Ricordo un anno, molto tempo fa, in cui una felice congiunzione meteorologica aveva fatto esplodere una produzione di funghi mai vista. Colleghi esperti nell'affare tornavano a casa raccontando di raccolte immaginifiche con decine di kilogrammi di bottino. Provammo anche noi ad andare, in un posto classico che doveva fornire una resa epocale. Tornammo a casa dopo una intera giornata con due miserevoli funghetti che avevamo trovato scoperti proprio in mezzo al sentiero. Per poco non li pestavamo. Purtroppo è così, semplicemente noi non li vediamo, non li sappiamo scovare, manca l'esperienza. Sarà anche che noi si arriva sul campo di battaglia verso le nove e mezza, quando i cercatori tornano già alle macchine con le sporte cariche? Comunque l'amico ci ha consolati invitandoci a cena, totalmente autoprodotta, salame e pancetta del maiale dello zio, vasetti di ogni ben di Dio, sottaceti e sottoli, inclusi i famosi peperocini ciliegina ripieni di acciuga e capperi, tagliatelle paglia e fieno fatte a mano con una quantità di porcini da resuscitare, coniglio al rosmarino e pollo alla cacciatora maison con giardiniera. Profumi di erbe di quella fantastica terra tra Piemonte e Liguria. Riesling e croatina per bagnare una grande cucina; liquore alla menta della padrona di casa per digerire. Bello stare in campagna, meglio ancora andarci a trovare gli amici fungaioli quando ti invitano.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Non ti preoccupare, anch'io sono negata per la ricerca dei funghi. Sarà che mi impegno poco, ma le rare volte che mi è capitato di andare per boschi con Antonio li trovava solo lui, io potevo anche pestarli, come dici tu, ma non li vedevo; o vedevo solo quelli velenosi...
Vedo comunque che ti sei ampiamente consolato a tavola!

TuttoQua ha detto...

Anche a me sarebbe piaciuto diventare un bravo cercatore. Mio nonno per anni provo' a insegnarmi quando ero ragazzo, ma evidentemente sono di coccio. Li vedevo solo quando me li indicava lui. Ma, in realta', il problema poi non e' solo trovarli, ma imparare a distinguerli, per evitare di avvelenarsi. Ce ne sono di cosi' simili tra loro, eppure cosi' diversi in termini di commestibilita'. Lo stesso nonno di cui sopra, pur essendo un discreto conoscitore, quando ne portava a casa un po' li faceva vedere a un paio di amici, proprio per essere piu' tranquillo. Una cosa pero' la imparai: mai andare a funghi con la sportina di plastica, ma col cestino di vimini. Infatti, la prima trattiene al suo interno le spore, che servono invece a "seminare" altri funghi strada facendo. Il cestino, invece, e' lo strumento perfetto per questo ;-)

Martissima ha detto...

ti lascio una ricetta semplice...taglia sottilmente le patate e mettile in una teglia o pirofila spennellata d'olio, spolvera con un trito di prezzemolo e poco aglio, intanto metti i funghi puliti e tagliati in un tegame antiaderente a fuoco vivace e fagli perdere l'acqua di vegetazione che butterai. Ora stendili alla stessa maniera delle patate aggiungendo il trito di prezzemolo con un pizzico di peperoncino e continua gli strati finendo con le patate. condisci ogni strato con olio e sale.....puoi aggiungere anche del rosmarino o altre erbette..
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