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L'ingresso della cittadella |
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Mdina - Il priorato |
Sono qui davanti alle bellissime mura color miele di Mdina, perfette nel loro spigoloso disegno e non posso far a meno di notare come in questo punto, come pure in molti altri dell'isola, si abbia una completa corrispondenza al pippozzo storico che vi ho fatto ieri. Mentre a meno di dieci chilometri da qui sorgono le vestigia corrose dai millenni dei templi megalitici, appena fuori dalla cerchia di queste mura puoi vedere i mosaici di una grande domus romana, ragionando sui nomi arabi che ti circondano: Mdina, la fortezza ed il suo contraltare al di là della piazza, Rabat, la città che si è sviluppata intorno, sulle tante altre preesistenti e che conserva al suo interno, sia le catacombe della Cristianità, che i palazzi che l'Ordine ha costruito per magnificare il suo potere e la sua ricchezza, davanti a queste mura, circondate da bei prati all'inglese. Una frammistione di culture, un melting pot completato anche dalle molte figure nere che popolano i cantieri che punteggiano le vie laterali,la nuova forza lavoro alle porte. Su tutto questo, l'andirivieni dei pullman che scaricano il loro bagaglio di turistame spicciolo, che si mescola ai molti fai da te, impastandoli con l'amalgama dei croceristi di ogni forma e colore che passeggiano col naso in su, capeggiati da rotonde e loquaci guide con la bandierina bene in vista, che mescolano idiomi diversi per raccontare la stessa storia.
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Mdina - La cattedrale |
Certo la cittadella di Mdina è una delle più belle, complete ed omogenee che si possano vedere, con le sue stradine segmentate ad angoli vivi, i palazzi fastosi ed il suo barocco non invadente che ne scandisce gli angoli e le piazzette. Un'occhiata al Museo di storia naturale, visto che è già pagato, con le sue collezioni che raccontano la geologia, la flora e la fauna dell'isola, ma soprattutto permette di ammirare l'interno del bel palazzo, poi basta passeggiare per le strade, scegliendo magari quelle meno frequentate e adesso che siamo ancora ad inizio stagione, ne trovi molte in cui hai la sensazione di essere solo in visita, come poteva esserlo uno straniero venuto dal mare a conoscere la potenza dell'Ordine. Poi, basta girare l'angolo e subito compare la piazza della cattedrale di S. Paolo, imponente ma sobria con la sagoma dei pilastri appena rilevati che ne scandiscono facciata e fianco, in cui intravedi subito (dato che l'hai letto sulla guida) la lezione borrominiana. Ma la sensazione più accattivante è data dal rumore degli zoccoli delle carrozzelle che percorrono queste vie antiche, testimoni di un passato importante e orgoglioso della sua bellezza. Non sempre è così quando il grano corre a fiumi ed il benessere intride una comunità, ma spesso l'opulenza economica riesce a tradursi anche in bellezza, spesso per il solo desiderio di competere, mostrando di potersi permettere il superfluo non necessario, l'orpello inutile che sigla il fatto di avere.
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Scalone del Museo di storia naturale |
Forse la bellezza è una sorta di inutile necessità dimostrativa e qualificante, di cui chi ha, può fregiarsi come simbolo di appartenenza ad una determinata classe. Certo se ne potrebbe fare a meno, spesso trascende nella smargiassa esagerazione del kitch, ma alla fine, in molti casi, rimane e ne puoi godere anche tu poveraccio e sine nobilitate. E' il caso ad esempio del bellissimo palazzo Falson, un edificio medioevale in perfetto stato di conservazione, che mostra quale fosse la sontuosa vita degli aristocratici maltesi, con le sue collezioni di oggetti rari, la sua biblioteca, le opere d'arte, i preziosi tappeti orientali, insomma la vita quotidiana di un nobile ricco, artista e amante del bello. Ma assolutamente forte rimane il piacere di passeggiare a lungo tra queste mura antiche, sugli spalti che donano larghe vedute della piana sottostante. Un luogo tutto sommato silenzioso e stimolante di atmosfere passate che fatichi a lasciare. Fuori dalle mura, davanti al fossato ormai occupato da ordinati giardini, ne godi ancora su tornite panchine di ferro prima di riprendere il tuo girovagare curioso. La Domus romana, appena fuori del ponte che immette nella cittadella, propone i reperti trovati all'intorno, tra i quali le deliziose ampolle profumiere di vetro colorato perfettamente integre, assieme ai mosaici pavimentali che la identificano come una ricca villa del I secolo a.C., mostrando ancora il peristilio originario con il noto motivo delle colombe di Soso, l'unico mosaicista greco ricordato anche da Plinio.
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Catacomba di S.Paolo |
Sopra la villa, a dimostrazione di quanto detto sul susseguirsi delle culture, i resti di un cimitero islamico. La vie di Rabat sono anche un bell'esempio della tradizione costruttiva maltese dell'800, con le sue case basse ed omogenee, costruite nella pietra ocra chiaro comune sull'isola che a sera si illumina di barbagli color del miele. E qui spunta l'altro aspetto della cultura cristiana che si è sovrapposta all'impero romano morente. Una serie di catacombe che per secoli hanno traforato il sottosuolo della città in ipogei minuscoli e isolati oppure più complessi ed articolati in veri e propri dedali di corridoi, sale di riunione, ambienti dove le tombe e le sistemazioni funerarie si alternano senza soluzione di continuità. Ci trovi i simboli sulle pareti che le identificano per periodo e per cultura, essendo state proprie sia del periodo pagano, che di quello cristiano e per non farsi mancare nulla anche di quello ebraico. In particolare le Catacombe di S.Paolo, cominciate nel III secolo d.C. e ampliate continuamente per almeno cinque secoli successivi, sia come luogo di sepoltura che anche di riunione della comunità e addirittura di attività commerciali. Un vero dedalo sotterraneo che mi ha ricordato molto nella disposizione, il sito di Tarquinia.
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Bovindi a Rabat |
Insomma qui, al centro dell'isola, respiri davvero tutta la storia di questa terra; qui si sviluppò l'antica capitale che nel periodo arabo aveva una superficie addirittura tre volte maggiore a quella attuale, qui si dischiuse l'affermazione del potere dell'Ordine dei Cavalieri; qui, nelle belle case coi bovindi rettangolari in legno che si affacciano sulla via principale, vedi lo stile di vita che ha accompagnato questa gente negli ultimi due secoli con le sue tradizioni. Ti puoi sedere a qualche tavolino a mangiare una pastizza, il classico fagottino di pasta sfoglia ripieno, caldo e appena sfornato o un pezzo di torrone morbido ai pistacchi o al sentore di agrumi, altra tipicità isolana, per non parlare dei kannoli, il cui nome richiama senza infingimenti la vicina Sicilia. C'è un'aria di vita tranquilla tra queste mura antiche, tra le tante facce, corrose dal tempo, di anziani seduti ai tavoli di legno delle locande nascoste nelle vie laterali, tra i davanzali fioriti di case apparentemente mute, ma comunque ancora vive. Qui ascolti la Malta vera, che la moltitudine dei turisti non riesce comunque a far degenerare, forse grazie al sole rovente che nei mesi estivi, quando il sovraffollamento raggiunge l'apice, calcina le zucche ed i pensieri, riducendone l'impatto con l'ambiente circostante, assieme alla pietra delle case.
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Una via di Mdina |
SURVIVAL KIT
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Carrozzella |
Mdina e Rabat - In realtà un tutt'uno comprendente la cittadella e la città circostante, come dicono i nomi arabi che le caratterizzano. Raggiungibili con facilità con i bus da ogni parte dell'isola e ovviamente inserite in tutti i vari percorsi turistici dei bus scoperti che fanno il giro dell'isola. Nella prima, detta anche la città silenziosa per il suo senso di tranquillo abbandono, quando viene lasciata dai gruppi dei vacanzieri, i punti focali sono la Cattedrale (ingresso 10 € escluso dal pass) col suo museo, il Palazzo Falson (ingresso 8 € con audioguida) e il Museo di Storia Naturale.
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Coltile del palazzo Falson |
Per chi è interessato all'interno delle mura si può anche assistere ad uno spettacolo multimediale sulla storia dell'isola. Chiuso invece il Priorato Carmelitano di clausura che dicono molto interessante, in un bel palazzo barocco proprio di fronte al Falson. Non dimenticate un giro sui bastioni e girolate senza meta per le strade secondarie, specialmente di prima mattina, quando la città è ancora deserta in cerca di scorci attrattivi, assorbendone il clima di passato che esprime. A Rabat, appena di fronte, invece, date un'occhiata alla chiesa, se la trovate aperta e poi alle catacombe, avrete la scelta tra quelle più importanti di S.Paolo, (incluse nel pass), ben 23 oltre a quella principale piuttosto vasta, ma che non presentano affreschi e quelle di S. Agata, affrescata in epoca medioevale (5 €) e altre minori come la grotta di S.Paolo. C'è poi la Domus Romana con annesso museo, casa Bernard, un altro palazzo nobiliare aperto al pubblico e poi il piacere di passeggiare per le strade, ammirandone la struttura architettonica tradizionale qui ancora bene identificabile. Calcolate da una mattinata, cercando di arrivare il più presto possibile, ad un giorno intero, per godervela con calma.
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Domus Romana- Peristilio con mosaico col motivo delle colombe |
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