Oh già, brutta cosa i pregiudizi! Tu te ne vai in giro tranquillo, ma dentro di te ha le tue sicurezze, le tue mancanza di dubbi, sei certo della verità assoluta, una delle più comuni e tra l'altro fondate (eheheheh) quella di essere dalla tue parti, circondato di coglioni, come diceva il mio illustre concittadino nel suo "Come prepararsi alla morte", una sorta di dialogo platonico in cui accomunava questa caratteristica con l'avanzare dell'età. Vero, vero, lo so bene che io arrivo da un paese dove ormai la vulgata comune in materia di alimentazione si è ormai adagiata sul mantra, sano, bio, green e minchiate varie che ammorbano il buon senso e soprattutto la testa della gente. Il tutto usato per far pagare il doppio quello che vale la metà. Ovviamente il mondo del food, capita l'aria che tira, si è subito convertito alla moda ormai in vigore (dico in vigore perché presto sarà imposta in mense, ristoranti e altri luoghi di comunità, spero non nei ricoveri dei vecchi nei quali finirò prima o poi) e in Italia non riesci più a trovare in un supermercato un cibo qualunque che non sia etichettato "SENZA". Senza qualcosa, importante che sia senza, senza glutine, senza lattosio, senza OGM (naturalmente) e soprattutto senza il male del secolo, il terrificante OLIO di PALMA che non solo ti uccide senza pietà se solo lo sfiori, ma nel contempo uccide anche tutti i pochi oranghi rimasti.
Nella mia ingenuità credevo che queste scemenze fossero appannaggio soltanto del nostro popolo di creduloni ai quali puoi davvero raccontare qualunque cosa, dalla riduzione delle accise, al fatto che in pochi giorni rimpatrierai centinaia di migliaia di migranti ed invece mi sono dovuto ricredere. Nella disincantata e scientificamente preparata Francia, dove ho provato a buttare un occhiata sugli scaffali di qualche supermercato, non puoi più comprare un prodotto da forno che non riporti sulla confezione, come un marchio a fuoco dettato dalla Santa inquisizione, il famigerato mantra Sans Huile de Palme, garanzia di sanità assoluta naturalmente, accanto come è giusto, ai vari Senza tradizionali (coloranti, conservanti, grassi idrogenati,ecc.). E va giàbene che qui non è ancora arrivata la stronzata dei grani antichi così popolare da noi,ma tranquilli arriverà anche quella. Transeamus sul fatto che che la materia prima è ovviamente nazionale e come tale quindi semanticamente la migliore del mondo. (Questo poi me lo dovete spiegare, come mai in ogni luogo lo stesso prodotto, farina, frutta, vino, formaggio o qualunque altra cosa, è il migliore in quanto nazionale, quindi qual è il prodotto migliore di tutti se ognuno dice che quello prodotto a casa sua è migliore degli altri?). Trascuriamo anche il fatto che le uova sono prodotte rigorosamente da galline che respirano aria buona e sono di certo felici e contente, per dare un po' di sugo anche al montante movimento animalista, ma la cosa davvero divertente è la protervia con cui tu non puoi trovare ormai alcun prodotto in cui ci sia il famigerato olio di palma. Da noi per lo meno Ferrero, che è una persona seria, ha resistito alla scemenza dilagante e ha confermato che dai suoi prodotti non lo toglierà mai.
Ora, se diamo un'occhiata all'etichetta in questione qui a lato, possiamo controllare con cosa sia stato sostituito l'olio di palma in questo prodotto: il favoloso e buonissimo olio di colza deidrogenato, presente come noterete (essendo il secondo dell'elenco) per circa il 20% del peso del prodotto stesso. Vi rendete conto del livello di presa per il culo? Il terribilmente nocivo olio di palma è stato sostituito (perché se non lo sapete, un acido grasso ci vuole per forza nei prodotti da forno, la vostra nonna metteva il burro, ma quello faceva ancora peggio in termini salutistici) con l'olio di colza, quello che serve per fare le vernici, senza neanche sapere se proviene da colza 0 o doppio 0 o triplo 0 e quanto è il suo contenuto di acido erucico e degli altri acidi cancerogeni presenti.
Capito? Vero che in Francia la lobby dei produttori di oli vegetali è fortissima ed era piuttosto nervosa perché si era trovato un prodotto migliore e meno caro del loro, ma questa è davvero bella, da noi per lo meno lo hanno sostituito col girasole, non che sia molto meglio, ma la colza lo sanno tutti che è il peggio del peggio. Tra l'altro nessuno dice nulla sul fatto che al secondo ed al quinto posto tra gli ingredienti siano indicati lo Zucchero e lo sciroppo di glucosio - fruttosio, ragionevolmente attorno al 30% circa, cioè su un chilo di prodotto ci sono 300 gr di zucchero puro e vi dovrebbe preoccupare l'olio di palma! Ma mi faccia il piacere. Però calma che non è mica ancora finita. Eccolo là che arriva il seguace di Greta e sbraita, ma io voglio salvare gli oranghi, lo ha detto Jerry Scotti. Ma testa debole, anche io amo gli oranghi che di sicuro hanno più cervello di te, ma lo sai o no che per produrre la stessa quantità di olio di palma che serve quel maledetto pacchetto di madeleines aux pépites de chocolat, sarebbe stata utilizzata una superficie di terreno 7,5 volte inferiore come estensione, di quella per produrre quella stessa quantità di olio di colza. Forse hai salvato (nella tua testa bacata, l'orango, ma hai massagrato sette (e mezzo) tra capibara e pappagalli rari della foresta amazzonica o altre bestie che in teoria ti premerebbe salvare. Inutile, è troppo difficile da capire. Seguiamo pure la massa, d'altra parte è la democrazia del popppolo, quella che deve avere sempre ragione, magari facciamolo votare sulla piattaforma Rousseau.
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