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Cibo di strada |
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Una via pedonale |
Insomma, anche se dopo quasi 18 ore, eccoci arrivati alla meta, in fila davanti alla fila di sportelli che segnano il confine virtuale col paese di mezzo. Certo l'aspetto esteriore, tutto splendente di lucida e luminosa modernità ed efficienza, è ben differente da quella di tanti anni fa, ma io, che nel fondo mantengo il mio animo da mercante, ho verso le frontiere una avversione esistenziale, mi fanno paura e mi mettono inquietudine a prescindere, ne respiro il profondo senso di respingimento che emanano naturalmente, di esclusione, di secca privazione di libertà. La stessa lunga attesa che viene imposta davanti al varco in attesa dell'esame, dei documenti, dei visti, dei permessi, delle merci al seguito, fa parte della messa in soggezione del presunto ma sicuro colpevole, normale nei processi kafkiani e di tutti i regimi, per predisporre il condannato certo ad una spintanea e liberatrice confessione dei propri delitti. E' questo insomma lo stato d'animo che mi accompagna sempre di fronte al bancone dell'immigration di qualunque paese del mondo, sia pure il più aperto esistente. Verrò interrogato con la luce negli occhi, mi si chiederà se sono un terrorista o se ho armi nucleari nella valigia o se ho mentito comunque scientemente ad una delle precise 1234 domande sui moduli precedentemente compilati?
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Vellutata di zucca o quello che è |
Così vado, ragionando nell'attesa, che invece si rivela incredibilmente breve, le file cortissime si smaltiscono con grande rapidità e quindi arrivo quasi subito al cospetto di una graziosa signora o signorina, per la verità alquanto sorridente, cosa quasi mai capitata in questi frangenti, che con un cortese cenno del capo mi prende il passaporto aperto, lo ficca nell'apposita fessura e subito una voce flautata esce dal nulla e mi dice in italiano assolutamente privo di accenti ed utilizzando i corretti congiuntivi: "Per favore fissi la telecamera di fronte a lei, mantenga la testa in posizione diritta, grazie e benvenuto in Cina", a prescindere dal fatto che sulla copertina del nostro passaporto non si faccia cenno all'Italia. Il rumore di due belle timbrate e via, barriera superata. Niente richiesta di impronte per il paese dell'arte e della bellezza (I Da Lì), ad altri paesi, sì. Questo è il primo impatto col paese e la verifica del punto a cui da queste parti sono arrivati con la tecnologia e dove stanno andando, cosa che verrà meglio chiarita man mano che procederemo. Questa comunque è la sensazione che evidentemente il paese vuol dare di sé a chi arriva. Armonia, efficienza, miglioramento continuo in un'ottica decisamente confuciana di un ordine che va mantenuto ad ogni costo, nell'interesse del bene comune.
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Una vecchia casa del centro |
Invece dietro tutti gli avvisi ed i divieti, propri di ogni frontiera, mostrati con cortesia e sorriso, leggi comunque una severità implacabile che devi percepire sarà applicata senza pietà al minimo sgarro, proprio nell'ottica del mantenimento di questa armonia. Niente contestazione o distinguo, per Confucio, la legge per sbagliata che sia, va seguita pedissequamente, nell'interesse dello stato. Così Sun Tsu, quando voleva mostrare all'imperatore l'arte del ben governare, fece giustiziare le due concubine preferite, soltanto perché ridevano e scherzavano senza rispettare le regole che aveva loro imposto in un gioco di corte. Non perché la pena fosse commisurata alla mancanza, ma perché tutte le altre imparassero. Dunque ricordatevi che la presenza di accendini o altri oggetti proibiti del bagaglio, verrà"severamente" perseguita e punita, come recitano i cartelli. La pena non è esplicitata, ma io la prenderei seriamente. La sensazione è che comunque, tutti vogliono l'applicazione puntuale delle regole o il riconoscimento puntuale del merito, ma da noi questo riguarda soprattutto gli altri, per noi ci sono sempre delle giustificate eccezioni ed al limite, cosa vuoi che sia confronto a tutte le porcherie che fanno quelli che ci governano rubandolo stipendio. In questi regimi invece è diverso. La regola deve valere per tutti o almeno a questo si tende. Ma ne riparleremo.
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Diamoci da fare |
Intanto siamo fuori e il codino fluttuante di Keith, mi aspetta nella grande hall degli arrivi. Per guadagnare tempo sbrogliamo subito qualche incombenza logistica. Compro una SIM locale per il telefonino (120 Yuan con un po' di traffico incluso) e subito verifico un'altra prova di quanto detto prima a proposito della tecnologia del paese. Qui tutto si paga col telefonino. In ogni luogo, negozio, tram, parcheggio, banchetto lungo la strada, sono esposti uno o più codici QR, quelli quadrati coi puntini bianchi e neri; tu punti il telefonino che ha evidentemente un account Alibaba o WeChat (tipo i nostri Paypal o Postepay), scrivi la cifra e dai ok ed è pagato. Penso ai discorsi assurdi che circolavano da noi il mese scorso sulle carte di credito ed il contante, per riuscire finalmente a far pagare le tasse a chi no le vuol pagare comunque e registro che qui, le carte di credito sono assolutamente superate e che quindi avrete qualche difficoltà se pensate di appoggiarvi solo a queste. Facciamo allora un salto in banca per cambiare gli euro e, altra conferma, sarà questa il tipo di banca a cui dovremo abituarci? Due impiegati in un salone che forse prima ne avrebbe contenuti una trentina. File di postazioni automatiche (intelligent office) in cui puoi fare tutti i tipi di operazione.
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Allo spiedino |
Di fianco, appesi al muro, occhiali di cortesia, disposti secondo le diverse diottrie, all'uscita ombrelli altrettanto di cortesia, che qui piove spesso. Ma andiamo su un altro argomento, un altro dei vari pregiudizi che ci portiamo (mi sono portato) dietro. Attraversando la strada per entrare, per poco non vengo investito da un paio di motorini che piombano alle mie spalle con la silenziosa ferocia di un ninja. Già, bisogna pur dirlo, che nel paese che che tutti consideriamo il grande inquinatore del mondo, non ci sono più motorini o scooter a benzina, ma solo elettrici. Sarà anche questo un altro dei grandi pregiudizi da verificare nel corso del viaggio. Buttando un occhio in giro a cartellonistica, avvisi, pubblicità varia, i cenni all'ecologia sono continui e persino più pervasivi che da noi. Benché l'aria nelle strade, pur in presenza di un traffico molto convulso, non sembri poi così peggiore che da noi dal 20 (uomini) al 40% (donne) di quelli che incontri, ho fatto un conto così alla grossa, girano con la mascherina sulla faccia, segno che nel comune sentiment, questo aspetto viene considerato piuttosto importante. In giro è pieno di cestini perla raccolta differenziata, le strade, per lo meno se faccio un paragone con l'ultima volta che sono stato da queste parti, una quindicina di anni fa, sono relativamente pulite.
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Pollo croccante |
Incredibilmente, la gente non sputa (quasi più per terra),mentre una volta dovevi fare lo slalom tra le pozzanghere. E consideriamo anche che qui siamo in una provincia interna del tutto periferica se confrontata alle grandi città del paese. Mah, rimane il fatto che le cose bisogna vederle, prima di parlare su schemi prefissati o per sentito dire. Comunque cominciamo a posare rapidamente le masserizie in albergo e dopo una rapida rassettata, meglio mettersi subito in marcia per non perdere le poche ore di luce che la giornata ci può ancora regalare. Presto che è tardi e poco importa se abbiamo saltato la notte e io ho già l'occhio a mezz'asta, bisogna resistere fino a sera inoltrata, se no, entri nel loop del jet lag , prendi il giro sbagliato e non te la togli per una settimana. Se vuoi godere devi soffrire e questo sarà il leit motif di tutto il prossimo mese. Gambe in spalla dunque e scarpinare, che poi alla fine della giornata si contano i passi fatti. Intanto vediamo di dare un'occhiata a questa Kunming,
昆明, tanto per cominciare ad abituarci alla grafia locale, della quale di tanto in tanto vi darò qualche cenno tanto per impreziosire la chiacchierata e renderla meno vana.
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Una farmacia tradizionale |
SURVIVALKIT
Joyful Hotel - 32 Wenmiaozhi Street - Kunming - Ottimamente posizionato, nella via centrale pedonale (dovrete fare qualche decina dimetri a piedi con le valige per raggiungerlo). Camere piccoline, ma pulite, bagni nuovi e ben dotati. Free wifi in camera, TV, 25 Euro la doppia senza colazione. Personale gentilissimo. Una ottima soluzione per girare anche a piedi per il centro. perfetto equilibrio qualità/prezzo.
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2 commenti:
Condivido le tue impressioni sulla Cina... è veramente così. Siamo da poco tornati dal 4 viaggio in Cina e già manca!!
Mi sono riletta il post..che nostalgia...
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