venerdì 20 dicembre 2019

Cina 19 - Un paesino Yi


Etnia Yi

La casa del dottore
Ma sì, sarà pure un parco giochi, con sapori artificiali, ma girolare la sera, per Dali tra la folla vacanziera, rimane comunque una attività divertente. Passare da un negozietto all'altro, assaggiare thé ai fiori offerti con grazia da giovani fanciulle, cercar di evitare di assaggiare vermi fritti magari, dopo averli scambiati per biscottini, assistere alla preparazione delle varie specialità culinarie, ai biscotti ripieni di petali di rosa, sedersi davanti alle statue dei guardiani dei templi osservando lo scorrere dei fedeli che si inchinano davanti ai grandi bracieri dopo aver infilato nella cenere qualche bastoncino di incenso acceso, ha il suo fascino. Già l'interno di questi templi rimane sempre avvolto in un senso di silenzio ovattato, anche se appena al di fuori dei portali, la folla scorre rumorosa, qui rimane comunque una sensazione di sacro, di rispettosa attesa. E' la setosa condivisione della preghiera che forma l'atmosfera templare, così comune in tutte le religioni, che induce alla fede purchessia; sei lì e bisogna crederci insomma, per quanto siano di fantasia, le storie che si intrecciano sotto gli altari. Anche qui di fronte a questo lago verde, dove una giovane sposa bellissima per desiderio insano, ma insopprimibile di un re malvagio che la voleva a tutti i costi e che lo condusse a distruggere la città con tutti i suoi abitanti tranne lei, che lo accettò come sposo a patto che le nuove nozze si svolgessero su una barca in mezzo al lago. Qui giunta, la bella mostrò al re crudele il bracciale di bellissima giada che le aveva donato il primo marito e si gettò tra le acque nel punto più profondo. Lì è ancora il braccialetto che dà il colore al lago. 

Foraggio di mais
Leggende, si dirà, ma come può allora questo specchio d'acqua avere un colore di così verde trasparenza; come lo puoi spiegare diversamente? Ti devi lasciare andare a queste cose se vuoi immergerti in una sensazione, raccogliere una emozione, lasciarti raccontare una storia. Diversamente puoi solamente muoverti tra la folla chiassosa, perderti tra le vie tutte uguali, guardare un artigiano che picchietta il metallo di un braccialetto o scostare, per non prenderseli in testa, i lunghi corni di zebù appesi al soffitto di un negozio che vende grattaschiena di vari formati e camminare nei vicoli sovrastati da file di ombrellini di carta colorata e poi cristonare perché non trovi la strada del tuo albergo e ti sei di nuovo dimenticato il bigliettino. Ma quando finalmente ci arrivi il giardino della guesthouse risplende ai raggi della luna piena. Dice Li Po, il grande poeta Tang:

Davanti al mio letto, il vivo chiarore della luna;
Immagino che sia il bianco del gelo che brilla al sole.
Alzo la testa, per contemplare quel gancio splendente
Abbasso la testa e penso alla mia terra.

Intorno è scomparso il rumore della gente, soltanto un cane abbaia lontano, ma con dolce melanconia, senza cattiveria, senza insistere troppo. E' davvero ora di andare a dormire che domani di strada ne dobbiamo fare ancora.

Etnia Yi
In cortile
La mattina ci coglie con un chiarore diffuso. Forse oggi non pioverà e le montagne dietro al lago sono una presenza discreta ed elegante. I pancake della nostra coffee house sono bollenti e delicati, aiutano il risveglio, mentre l'auto procede verso le colline tra foreste di eucalipti. La cittadina di Da Cang Zhen è proprio lungo la strada e vale la pena di fermarsi un poco nelle vie attorno al mercato. Qui siamo lontani dall'odore di turismo di Dali, la vita procede normale in questo fondo valle dove confluiscono le popolazioni dei villaggi circostanti, principalmente Yi, ma anche Bai, mussulmani Hui di cui riconosci subito le donne velate o gli Han invasori fin dal tempo delle guerre della dinastia Tang, oggi invece spinti fin quassù dai vantaggi offerti dal governo centrale per lasciare le grandi città del sovrasviluppo e spostarsi nelle aree periferiche al fine di diffondere il benessere comune. Tra i banchi del mercato passa una donna Yi, vestita di tutto punto con un coloratissimo giubbotto completamente ricamanto a grandi fiori rossi, il fazzoletto sulla testa a quadri arancioni e gialli, sulla schiena avvolto dall'apposita fascia che si incrocia davanti, un bimbo piccolissimo che lancia intorno sguardi curiosi del mondo, sgranando occhioni sereni, poi si spenzola un po' in fuori. La mamma con mossa consueta se lo carica meglio sulla schiena, poi se ne va con le borse piene di verdura. Lasciamo la strada principale e prendiamo una tortuosa stradina di montagna dove i pini cominciano a sostituire gli eucalipti. Il villaggio di Zhuo Mu Lang è nascosto tra monti un poco più alti, le case coperte dal verde delle piante o dai crinali di colline rose dell'acqua che ha scavato piccole valli ricoperte da terrazzamenti stretti e faticosi, ancora popolati di stoppie secche di mais odi ortaggi invernali. 

Ricamando
La strada scavalla un crinale e dall'alto hai una visione completa dei tetti grigi delle case affastellate le une accanto alle altre su piani diversi, le punte degli spioventi rivolte all'insù, le tegole che li coronano con gli emblemi tondi alle estremità. Qui vivono solo un gruppo isolato di Yi, per la maggior parte anziani, i giovani di certo scendono a trafficare in città, ma c'è anche un piccolo asilo da cui intendi le grida di  fanciullini agitati, dietro i muri bianchi ricoperti di pitture che raccontano la storia del paese e degli Yi. Vedi figure di danzatori che festeggiano la primavera nel ballo del fuoco, racconti di battaglie con l'eroe locale che si oppone agli invasori, con i suoi soldati che ne raccontano l'epopea, la grande tigre della leggenda che ha dato origine al mondo. Le case, tutte circondate dal muro bianco che ne preserva l'intimità, hanno l'architettura propria di questa minoranza con le curvature del tetto che le distinguono da quelle di altre etnie e lungo le stradine, molte donne, per la verità tutte non giovani, procedono ai vari lavori agricoli dell'inverno che riguardano soprattutto la conservazione delle derrate raccolte in autunno. Cereali e fagioli vengono distesi a terra, ora che è comparso un pallido sole e grandi fasci di erba e di verde, che ancora resistono al freddo, vengono raccolti e portati nei solai aperti, inattesa che arrivi la prima neve. Le pannocchie di granturco sono appese sulle barre dei fienili, festoso ornato che racconta l'abbondanza donata dalla terra. Se entri nei cortili trovi donne intente a ricamare giubbe, camicie e scarpette di stoffa, vecchi dagli occhi socchiusi che si scaldano sotto il portico, bambini che ruzzano a terra. Una vita di campagna lontana dalla confusione convulsa di una città forse desiderata ma non troppo. Molti dei caratteri dipinti sui muri che raccontano le storie del paese sono in lingua Yi.

Erba terapeutica
Però, se guardi bene nelle terrazze davanti alle ultime case del paese, noti una folta coltivazione di marijuana, sicuramente terapeutica, da queste parti tutti si curano con le erbe. Infatti entriamo subito nella casa del dottore del paese. Un grande cortile ricoperto di noci a seccare, le alte pareti intorno con lunghe balconate in legno da cui pende l'oro rosso del mais appena raccolto. Sotto il portico tante erbe diverse, in mucchietti suddivisi, funghi, barbe di licheni grigi, trucioli di radici e cortecce, che il dottore raccoglie, secca, trasforma in polveri o infusi e conserva, raccolti in una serie di barattoli di ogni dimensione e forma, posti in grandi armadi di uno stanzone al primo piano dove visita i pazienti. Su una cordicella ,sono appese cistifellee di maiale a seccare, pare siano una mano santa per il fegato. La nostra Apple sciorina subito un elenco di suoi mali veri o presunti e il dottore dopo averle sentito i polsi le consiglia una serie di  erbe con le quali ottenere tisane miracolose. Keith più scafato si guarda intorno. Ovviamente noi non vogliamo perdere l'occasione ed il rito si compie completamente. Così usciamo con il nostro sacchettino di polvere da sciogliere nell'acqua bollente, da usare per un pediluvio miracoloso. La donna nel cortile ride mentre ricama camelie di almeno cinque sfumature di rosso sul dorso di un giubbino di satin verde. Anche il dottore sembra contento mentre si infila in tasca i 28 Y del pacchettino. Un oasi di pace dove si sente abbastanza lo spirito che doveva aleggiare su questa terra fino a non molti anni fa. Ti spiace lasciarlo per scendere  a valle, ma vogliamo arrivare con la luce, fino a Wei Shan, una cittadina con lo stesso schema urbanistico di Dali, circondata di mura, ma più piccola e non ancora raggiunta o forse solo sfiorata  dallo "sviluppo turistico".

Lo studio del dottore

SURVIVAL KIT

Case Yi
La strada da Dali a Weishan ( 巍山 - Altomonte) è lunga circa 60 km. Lungo la strada consiglierei uno stop a Da Cang 大仓 (grande deposito), bel mercato con qualche donna in costume Yi, Bai e Hui e poi di fare una deviazione in qualche paese, risalendo nelle montagne circostanti, come Zhuo Mu Lang - 啄木郎(il mio amore becca il legno), distante una decina di km (ma occorrerà avere una vostra macchina), di etnia Yi che conservano ancora uno stile di vita tradizionale. Wei Shan, anch'essa murata colle quattro porte sui lati, è molto più gradevole di Dali, perché ancora non completamente aggredita dal turismo domestico. 

Hotel Blue Dream Lodge - Camere molto belle, in ampliamento. Personale gentilissimo, pulitissimo, bagni nuovi con buone dotazioni, Free wifi, Tv grande. Spazio comune per thé, caffè, giardino. Acqua di cortesia. In centro, molto comodo per girellare in città anche dopo cena.

Un ingresso

Preparazione della ricetta
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:


Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!