domenica 12 giugno 2011

Ancora i Nucleoni!

Per la verità oggi sarebbe toccata a Marco Polo, ma visto che mi sono alzato presto per presentarmi al seggio tra i primi per evitare l'affollamento, bisognerà pur dire due parole sull'argomento, per il Veneziano c'è tempo domani. In generale io credo (come tutti ci illudiamo) di non avere l'anello al naso, per cui capisco bene la pochezza del valore intrinsico di questi referendum e mi spiego meglio. Intanto per favore evitate di fare sfoggio di cultura fasulla chiamandoli "referenda", cosa di cui qualcuno ha orribilmente abusato in questi giorni, vedi La Stampa di ieri. Infatti, come risulta dall'Accademia della Crusca, per le parole straniere entrate nell'uso comune e ormai parti integranti della lingua non si devono fare i singolari e i plurali, ma vanno considerate indeclinabili. Così è sbagliato dire "mi piacciono i films porno" o "preferisco gli sports taroccati", ma si deve correttamente dire "mi piacciono i film porno e gli sport taroccati"; parimenti vale il contrario, quindi niente "il TG4 è un medium ributtante" che vorrebbe dire un'altra cosa, ma "il TG4 è un media ributtante", tanto per fare degli esempi.

Chiaro il problema linguistico, vi confermo che so benissimo che il nucleare è uno dei metodi più sicuri per produrre energia, che la consultazione oltre che essere probabilmente nulla per il fatto delle schede diverse dei voti dall'estero, è facilmente aggirabile qualunque sia il risultato, cosa che vale anche per i due referendum sull'acqua dei quali ho capito perfettamente la distinzione tra privatizzazione dell'acqua e dei servizi. Per quanto riguarda il quarto poi sono assolutamente conscio che tra un paio di mesi la legge sarebbe decaduta da sola. So anche che in Italia nessuno fara mai una centrale nucleare nella propria regione, nessun privato è interessato ad investire la valanga di soldi che servono per sistemare gli acquedotti e che scaduta una legge, chi, non volendo perdere il potere in seguito ad azioni che dal Ruanda alla Germania, provocherebbero immediate dimissioni, se ne farà subito un altra alla bisogna. Allora perché mi sono affrettato ad andare a votare? 

Ma chiaramente per tentare di dare la famosa spallata o almeno significare a quello a cui quel giornalaccio di Komunisti decerebrati e puzzoni, l'Economist mi pare si chiami, ha dedicato 14 pagine ed il titolo a tutta pagina: The man who screwed an entire country, usando tra l'altro un verbo poco consono ad un foglio economico, il sentiment della (spero) maggioranza degli italiani. Se non sarà così, me ne farò una ragione e significherà che ci sta bene, come sottolinea lo stesso giornale che grazie a questo personaggio "unfit to lead Italy" abbiamo avuto una crescita superiore solo ad Haiti e allo Zimbabue. Vi lascio quindi con un invito, non da parte mia che sarebbe presuntuoso, ma dell'ultimo video dei Nucleoni che mi sembra irresistibile, anche per l'interpretazione di Nunzio Caponio di cui mi onoro di essere amico.






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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Devo dire che non leggere per una settima i tuoi blog è stataquasi un'astinenzaOrmai ci siamo assuefatti come ad una droga.Altra cosa non ci dici dove sei stato.Potresti rispondere "cosa ve ne frega!"e avresti perfettamente ragione ,quindi regolati tu se dire o non dire la cosa.Fatte le debite premesse e considerato che hai ragione anche sull'uso del singolare di referendum come da regole grammaticali ormai consolidate,passiamo al punto centrale:Andare a votare e possibilmente dare unvoto in coscienza.Poichè ,per essere imparzili, non se ne potrebbe parlare fino alla conclusione delle
votazioni,direi che potremmo riprendere l'argomento dopodomani sperando di avere raggiunto il quorum.A presto carissimo amico.
Paola

Enrico Bo ha detto...

@paola - Dopodomani comincerò a relazionare. Intanto vediamo cosa succede.

Ambra ha detto...

Anch'io d'accordo sulla pessima abitudine di declinare i nomi stranieri, oltre che sul valido esempio del TG4 e dell'aggettivo che accompagna la parola straniera che lo riguarda.
Speriamo di aver raggiunto il quorum, indipendentemente dai risultati sarebbe già un passo avanti, segnerebbe la conquista di un grande senso civico da parte degli italiani.

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