venerdì 10 giugno 2011

Cronache di Surakhis 39: Consultazioni inutili.

In quella grande caverna tutto sembrava tetro e oscuro, ci si vedeva appena alla luce fioca delle piccole torce appese in alto, che riempivano anche tutto l'ambiente di un fumo acre e fastidioso. Sembrava fatto apposta per gli Oculones di Mizar, quelli vedono tutto anche al buio con quella fila di occhi sui testoni pelosi e quelli del consiglio che non si lamentavano, avevano degli autorespiratori seminascosti oppure erano dei nominati dall'imperatore e temevano solo di essere rimandati nelle miniere, per cui tossicchiavano cercando di fare meno rumore possibile. La riunione era stata indetta alla chetichella, ma a tutti era chiaro che bisognava fare qualche cosa. Per uno stupido senso di falsa democrazia, ma soprattuto per distrazione, era stato permesso di indire una specie di consultazione generale sul non-problema dell'aria. Da decenni ormai l'aria veniva venduta tramite una grossa azienda statalizzata di proprietà dell'imperatore, che concedeva quote ai suoi collaboratori più fidati. Questa era stata una utilissima innovazione che permetteva tramite un piccolo contatore applicato ad ogni respirante di controllare la quantità di aria consumata e quindi da pagare, misura che aveva contribuito solidamente a coprire parte del debito pubblico, con molti altri vantaggi secondari, quali la possibilità di corretto controllo sulla popolazione mediante regolazione dell'afflusso ai contatori, manovra, tra l'altro, che convinceva facilmente i rompiscatole e i contestatori.

Naturalmente si erano sollevate subito le contestazioni dei Puzzones decerebrati che non volevano proprio capire la necessità di far pagare un materiale così importante come l'aria, quando veniva aumentata un pochino la bolletta. Eppure era così evidente che bisognava coprire le spese delle ditte incaricate del servizio. Un sacco di spese, i controllori dei contatori, le prebende al ministero della corruzione che poi automaticamente distribuiva le stecche a chi ne aveva titolo, gli stipendi delle guardie incaricate di mantenere l'ordine e così via. Per un po' si era fatta passare per fondamentale la necessità di dare una ripulita, attraverso l'apparecchio contatore, alla qualità dell'aria che, secondo i malevoli, le centrali a merda che ormai circondavano tutte le città, avevano ammorbato a tal punto che la puzza era accusata di corrodere le epidermidi più giovani. Naturalmente era un'altra delle falsità messe in giro dai Decerebrati, le mucose degli orifizi dei ragazzini erano messe a dura prova nelle serate che si organizzavano con i maggiorenti del partito, ma quello era la natura che faceva il suo corso. D'altra parte mica ci si poteva dedicare soltanto al lavoro.

Avevano cominciato gli aracnoidi delle miniere, ma loro respiravano poco e così non era molto servito chiudere i rubinetti dei contatori. Loro riuscivano a strapparseli via facilmente e davano una mano agli umanoidi a liberarsene e adesso pretendevano di votare per rendere di nuovo l'aria "pubblica". Robe da matti. Per fortuna i conteggi erano nelle mani del ministero. Furono subito diramate le disposizioni per dare le notizie pubbliche che non erano state raggiunte le percentuali obbligatorie di votanti, preparati gli opportuni dissuasori davanti ai seggi, che davano scosse elettriche a chi tentava di superare le barriere e diramate le programmazioni subliminali che facevano provare le nuove profumazioni che avrebbe avuto l'aria con la serie premium di contatori, Reve de fromage e La flatulence. Certo che Paularius non apprezzava questi metodi morbidi, ma la democrazia aveva i suoi costi e le sue inefficienze. Il tempo della durezza e delle decisioni imperiose sarebbe venuto più avanti. Si scollò di dosso le due sacerdotesse labbrute che dopo avergli allietato la seduta, pretendevano almeno un posto nel consiglio di amministrazione della centrale a merda della capitale e interfonò all'imperatore un messaggio tranquillizzante, anche quella consultazione sarebbe stata inutile come tutte quelle che l'avevano preceduta. Eppure, non sapeva spiegarsi come, tutti quei decerebrati continuavano ad affollarsi davanti ai seggi per votare. Forse era meglio lasciare il pianeta, l'aria stava cambiando.


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1 commento:

laura ha detto...

Queste cronache di Surakis restano sempre tra le tue cose migliori

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!