domenica 26 giugno 2011

Tutti al lago!





Archiviato il mare si passi ora al lago. Ma certo, lo so già, ci sarà chi salta fuori con la superficie grigio piombo che come una malia morbosa, obnubila le menti e spinge le menti confuse e anche quelle così così, a lasciarsi andare, a deprimesi, attratte dai gorghi nascosti verso una pace che spegne la voglia di vivere. Un catalizzatore malevolo di rara efficacia. Tutte chiacchiere, anche se è vero, per goderlo appieno, ci vuole la giornata perfetta, come era ieri. Un sole pieno e caldo senza essere oppressivo, un cielo terso e limpido ad esaltare i risalti verde cupo delle rive, testimoni muti con le loro espressioni vegetative di un clima mite, quasi tenero, che sa accarezzare le balze ripide irrorandole continuamente con l'umidità necessaria ad infoltire, a rendere grasso e ricco  un ambiente tra i più gradevoli che si possa pensare. I colori vivaci e forti di una fioritura onnipresente, il blu intenso della superficie dell'acqua che una brezza leggera increspava come le pennellate forti di un impressionista in plein air. Di fronte a noi le gemme preziose delle isole Borromee formavano una composizione talmente perfetta da sembrare artificiale, curata da un sublime architetto, per il piacere degli occhi. I giardini, le azalee blu e rosa, le palme non ancora insidiate dal punteruolo, le siepi potate con cura maniacale così spesse da mettere la curiosità sui segreti che nascondono, le vele piegate che solcavano lente le onde corte e sottili, saresti stato così per ore, avvinto da una sensazione di benessere intenso, una voglia di prolungare uno stato fisico e mentale all'infinito. Ma non basta, perchè al di là di tutto questo, c'è ancora molto di più.

I cari amici che ti aspettano per esaltare tutto questo quadro di fondo con il piacere della compagnia che certo  da sola riempirebbe completamente il tutto, ma che per essere ancor più indimenticabile è stato condito con una tavola magistrale. Un vascello previdente aveva provveduto a portare dalla lontana Sardegna, derrate e squisitezze rare e ricercate, per un pranzo tematico di cui voglio farvi parte, non tanto per suscitare invidie indegne, ma soltanto per illustrarvi a quale livello si può giungere quando l'affetto verso i propri ospiti, si combina alla capacità organizzativa. La vedova Ponsardin ha aperto le danze accompagnando un tavolo di eccitazione che come una promessa ha aperto lo spazio alle delizie che sarebbero inevitabilmente seguite. Crudité e grandi olive condite, hanno fatto da ancelle ad un formaggio bianco di capra dalle note di rara freschezza, seguito dalle grosse scaglie di un pecorino di media maturazione, quasi dolce ad accarezzare il palato senza aggredirlo. Salsicce e salame a piccole fette che inspiegabilmente parevano essere sempre poche e chiedevano nuova lena ad affettare, quasi senza soluzione di continuità. A contorno un altro sottile coltello non lesinava sottili ostie di bottarga saporosa.

Su tutto, ça va sens dire, carta da musica per accompagnare ogni cosa, valet de chambre muto ma insostituibile. Saziate le prime prurigini, eccoci di fronte ai classici tortelloni di ricotta, cicci e pienotti che paion dirti "prenditi, dammiti currucucù", seguiti da grandi teglie di gnocchetti di semola annegati nel più regale sugo di cinghiale che possiate immaginare. Un vermentino fresco e beverino par dirti, mangiane, mangiane che io ti aiuterò, per poi poterne mangiare ancora. Ma la straordinaria padrona di casa, teneva ancora in serbo il più potente colpio di cannone; ed ecco arrivare, spalancatesi le bocche del forno, il re della giornata, che aveva lasciato l'isola lontana e si era sacrificato per noi ed il nostro piacere, un porceddu arrosto di mirabile tenerezza, dai cosciotti polposi e ambrati, di cui non riuscivi a dire basta, anche se stomaco e buon senso, continuamente ti richiamavano all'ordine. Un Cannonau corposo e pieno sapeva pulire la delicata grassezza di quelle carni dorate e talmente morbide da portarti alla commozione, subito vinta dal trionfo di un vassoio di dolciumi sardi di ogni tipo e varietà, anche qui per invogliarti con malizia, a provare, testare, sperimentarne il ventaglio di soluzioni, dove il miele e la mandorla sanno dare il loro meglio. Mirto, finocchietto, ginepro, tanti liquori maison preparati con amore da una padrona di casa che ci ha voluto coccolare fino all'ultimo, hanno reso difficile staccarsi da quella casa, da quell'ambiente, da tutta quella piacevole bellezza. Franca e Italo, grazie!


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5 commenti:

Unknown ha detto...

Coccolato e beato!
Mi chiedo come tu abbia fatto a tornere a casa.
Oggi qui sul lago ,di Como, è una giornata come quella da te descritta.
Noi si va sulla collina vista lago, per una grigliatina della figlia.
Poi, data l'occasione, un tuffo in piscina.-Cristiana

Adriana ha detto...

Franca e Italo, complici il lago e la Sardegna, ci hanno regalato una giornata indimenticabile! Dando nuovo ed abbondante nutrimento (innanzi tutto filosofico, s'intende :) a quello spirito gaudente della compagnia di cui, Enrico, sei vate...

Ambra ha detto...

Eh già, se le giornate al lago fossero sempre come quella descritta da te, allora sì.

Martissima ha detto...

.....ma con tutto quel ben di dio ho la sensazione che il colore del lago fosse l'ultimo pensiero....^________^ ciauzzzzzzzz

Enrico Bo ha detto...

@Cri - effettivamente il rientro è stato faticoso, ma ne è valsa la pena

@Adria - Confermo tutto.

@Ambra - Era la giornata perfetta , tempo cucina , ma soprattutto amici!

@Astro - Donna di poca fede. proprio a me che nel profondo della pancia sono un poeta!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!