giovedì 2 febbraio 2017

Madagascar 23: Volare sul Madagascar



Lasciare il mare del sud


Tana - La stazione
Bisogna lasciare il sud. E' il programma che lo prevede, accidenti, il programma te lo sei fatto tu, perché ti lamenti? E' così, siamo sempre uguali, purtroppo avendo questo maledetto obbligo di essere turisti invece che viaggiatori, siamo legati a scalette, orari, liste preparate che non si possono cambiare se no salta tutto. Accidenti, avessimo programmato una settimana in più, almeno due o tre giorni, è sempre la stessa storia, insomma, l'incontentabilità dell'essere umano portato alla lamentela e al rimpianto di quanto avrebbe potuto essere e non è. Certo questa costa semplice e ancora selvatica è davvero un invito a sdraiarsi davanti al mare e a fermarsi un attimo a ragionate sul piacere della vita, invece bisogna andare, farsi forza, sarà per un'altra volta. Ritornare al centro, a Tana, alla capitale, ritornare nel mondo, per poi poter arrivare al nord per un'altra esperienza. Intanto devi prima assaporare quella delle linee interne del paese, che apparentemente non hanno nulla di diverso dalle altre, ma poi sai com'è si cade sulle rifiniture. Lasciamo stare i problemi di orari che cambiano in continuazione, insomma l'aereo parte quando c'è, ma ci sta, solo che è meglio ricordarsene al momento di fare programmi. 

Tana - Centro città
Mai troppo precisi, se no rischi diritrovarti ad arrivare quando l'unico altro aereo della giornata è già partito, mi raccomando (anche se poi magari ti aspetta, siamo in Africa, raga!) e poi rimane il problema dei bagagli. Pare che in pratica, in un numero statisticamente abbastanza alto di voli, una parte delle valigie non arrivi. Il motivo è che sull'aereo non ci stavano e non è che il velivolo è stato progettato male, ma c'erano da caricare quelle che, per lo stesso motivo non erano state caricate il giorno prima. Una catena di S. Antonio da cui non si esce. Quindi diciamo che si è in costante ritardo di un giorno, problema che si non si riesce a recuperare, un po' come il carico di processi arretrati da noi, dato che comunque i voli sono sempre pieni. All'aeroporto c'è parecchio casino e tra la denuncia di smarrimento, che poi smarrimento non è in quanto nell'apposito ufficietto hanno già la lista bella che pronta dei colli non imbarcati, e il giro dell'oca per indovinare dove andarli a recuperare il giorno dopo, rischi di innervosirti. Non entrate in panico, come sempre quando l'emergenza diventa normalità, tutto è già codificato, già visto e alla fine tutto si risolve felicemente. 

La baraccopoli lungo la fogna
I preziosi bagagli saranno recuperati a suo tempo, intanto godetevi la città. Insomma stando ai racconti impressionanti di furti e latrocini perpetrati non appena si esce allo scoperto, ci sarebbe da spaventarsi e mettersi subito sul chi vive. Anche chi vi accompagna non perde occasione di consigliare attenzione e cautela, di non girare da soli, di non mostrare materiali costosi, macchine fotografiche e soldini, di non disperdersi tra la gente. Francamente mi sembra che tutta questa paranoia sia un po' esagerata e sovrapesata soprattutto da chi non vive a Tana e arrivando dalle campagne è subito spaventato dalla folla e dalle dicerie terroristiche di chi ha magari ha sentito dire qualche cosa in giro. Va bene, come in tutte le grandi città, bisogna stare all'occhio, qui sembrano prosperare soprattutto i borseggiatori e in ogni luogo affollato ci sono cartelli di avvertimento al riguardo, ma mi sembra, a prima vista, che bastino le normali precauzioni che usereste a Roma o a Napoli. Certo la città è caotica, sparsa a manciate casuali sui suoi sette, secondo alcuni o dodici colli, secondo altri. 

Al mercato
Gran traffico e massa infinita di gente transumante per strade e soliti mercati affollatissimi. Dalla stazione di stile molto coloniale, da cui non transitano più treni passeggeri, ma incui è presente ilcippo del classico kilometro zero, puoi girare tutto il centro risalendo verso la collina del palazzo reale che domina la città dall'alto, secondo lo schema malagasy tipico delle tre città, quella alta per i reali, la media per i nobili e infine quella bassa per il popolo. Il colpo d'occhio è un po' meglio dall'alto, che, come sempre ti consente un certo distacco dalla massa, ti fa apprezzare l'aria africana degli alberi fioriti, l'arcobaleno delle bouganvillee e delle jacarande nei pochi giardini che spiccano attorno a piccoli laghetti urbani, affogati tra le case. Certo non puoi pretendere l'ordine e l'esplosione del nuovo che ormai la fa da padrone in Asia. I palazzimoderni con molti piani rimangono comunque una rarità, appannaggio della nuova intrusione del business cinese. Bisogna considerare che questo comunque rimane sempre un continente depresso che non ha ancora trovato la strada della vera indipendenza da chi viene a prendere con la scusa di dare. 

Panettiere
Muovendosi nelle stradine in salita e uscendo dal bailamme dei mercati, puoi osservare la sfilata di negozietti e altri esercizi commerciali, in cui noti subito la presenza totale della componente asiatica, indopakistana e cinese. Il business insomma è in mano a chi lo sa fare da secoli e lì ci rimane saldamente anche per tradizione consolidata. Interi quartieri sono a prevalenza di queste etnie, così come le attività divise per tipologia. Ma questo è solo un piccolo assaggio di Tana, un giro conoscitivo ce lo riserviamo per la fine, come se fosse una sorta di capitolo finale del libro, una chiosa riassuntiva per vedere se hai capito l'essenza del paese. Intanto si corre di nuovo all'aeroporto, a tempo per recuperare le valigie del giorno prima e via in volo per Diego, sulla punta nord, a ricercare un mondo non sappiamo quanto diverso dal precedente. Un'oretta a percorrere il cielo dell'isola rossa e verde, mai come dall'alto capisci il significato di questa espressione e poi via a denunciare il nuovo mancato arrivo dei bagagli, ma questa ormai essendo consuetudine, non ti innervosisce più, anche se con faciloneria ti viene da dire, non ce la faranno mai. Ci penseremo domani.

Terre di Madagascar


SURVIVAL KIT

Mercato
Hotel Belvedere- Lot IF 27 bis Isoraka - Tana - Doppia con colazione sui 130.000 Ar. Posizione ottima in cima ad un colle molto centrale, con magnifica vista dalle terrazze sulla città sottostante. Certamente la sistemazione migliore di tutto il viaggio, da consigliare assolutamente come rapporto qualità prezzo. Gestito da italiani, pulito, con personale molto cortese e attento. Camere curate e meglio fornite del solito. Ristrutturato da poco e quindi ancora ben funzionante e nuovo. Forse l'unico con frigo e TV.  Free wifi ottimo anche nelle camere. Gradevolissimo bere qualche cosa sulle terrazze in attesa della cena. Ristorante con molti piatti all'italiana validissimi, soprattutto le paste, gnocchi, spaghetti e magnifici filetti di zebù al pepe verde. Provare i bocconcini di pollo al gorgonzola. Porzioni abbondanti. Prezzi adeguati, ma accettabilissimi. Poi puoi fare quattro passi fuori. L'unico problema è che si trova all'interno di un quartierino con l'accesso da un vicolo, poco segnalato. Se non vi ci portano è molto difficile trovarlo la prima volta. 

Voli interni - Sono abbastanza costosi, sempre oltre i 100 € a tratta con Air Madagascar, ma molto comodi per coprire le grandi distanze che in macchina farebbero perdere giorni di viaggio. Io ho fatto Tulear - Tana e il giorno dopo Tana - Diego, per un totale di 240 euro. Gli orari vengo spesso cambiati per cui evitate di programmare due spostamenti nello stesso giorno, perché potrebbe saltarvi la coincidenza. Per il problema dei bagagli, come spiegato, capita quasi sempre che dobbiate recuperarne qualcuno il giorno dopo, per cui, di nuovo nell'organizzazione degli spostamenti tenetene conto. Importante, sappiate che per questa mancata consegna in tempo, la compagnia è tenuta a rimborsare 100.000 Ar. per collo, che son sempre 30 Euro. che fanno sempre comodo. Bisogna andare col documento di mancata consegna all'ufficio della compagnia. Se siete accompagnati fatevici portare e riscuotete. Il biglietto così calerà di costo significativamente.

Taxi 2CV

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2 commenti:

Simona ha detto...

Mi sono persa qualche puntata in mezzo ma questo racconto me lo sono letta con gran gusto. Le considerazioni sul turista con la scaletta da rispettare mi ha fatto sorridere, io sono la regina del "avrei dovuto inserire due giorni in più qui, avrei potuto togliere quella tappa là..." ma alla fine, dato che il viaggio comincia da quando lo immaginiamo, va benissimo come ce lo organizziamo no?
Tra l'altro, il Madagascar, io lo sapevo che era rosso, ma non COSI' tanto rosso! Impressionante la foto che hai messo.

Enrico Bo ha detto...

Ma certo cara che alla fine ci sta benissimo così. Però pensa a come sarebbe bello se di fronte ad un tramonto sul mare potessimo dire: ma sì voglio godermi ancora quello di domani sera e poi me ne partirò perché sono curioso di sapere cosa c'è dietro la collina! Invece abbiamo il biglietto in tasca per le 10:45 e bisogna correre in aeroporto che siamo già quasi in ritardo.

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