domenica 12 febbraio 2017

Madagascar 27: Chèz Aurelien

Un piccolo camaleonte lungo la strada



Trattative sugli zaffiri
Puoi dire quel che vuoi, ma alla fine siamo pur sempre in Africa e questo vuol dire difficoltà a fare qualunque cosa nel modo in cui sei abituato, in quanto il gap che esiste dappertutto qui non ha la possibilità di essere superato. L'Asia oramai è un altro mondo e le soluzioni, volendo, sono tutte a portata di mano. Qui no. Rimane comunque una situazione di barriera insuperabile che è inutile cercare di valicare, devi adagiarti senza agitarti, allora puoi viverci bene lo stesso. Anche da queste parti ci sono le miniere di pietre ed i paesotti contigui dove i cercatori incontrano gli acquirenti, ma qui girano anche un po' più di turisti, che arrivano da Diego per andare a dare un'occhiata ai parchi, quindi molti si sono attrezzati ad offrire anche qualche pietrolina lavorata che può interessare il viaggiatore stanco in cerca di qualche cosa da riportarsi a casa, più che altro per riempire una casella nell'album delle collezioni che per il suo valore intrinseco. Anellini con piccoli zaffiri stellati e qualche altra cosetta mostrata con l'aria complice da piccoli rivenditori che certo non hanno mai visto da vicino i buchi nella terra dove scavare o il fiume dove mettere a mollo i piedi per lavarla, ma se la danno da cercatori per invogliarti all'acquisto, un po' come dire dal produttore al consumatore a chilometro zero. 

Salse maison
Le macchine che passano, facendosi largo tra le buche della N6, comunque sono poche e per questo il commercio è un poco più assillante, ma non troppo. Magari ti fermi a comprare qualcuna delle bottiglie riempite di salsa di peperoncino maison che molti offrono lungo la strada, su baraccotti di assi coperti da una frasca, così capisci anche che fine fanno tutte quelle bottiglie di PET che tutti raccolgono con attenzione non appena qualcuno incauto le butta.  L'importante è arrivare da Aurelien prima di notte. Questo forse è l'unico posto dove passare la notte nelle vicinanze del parco e lui ne approfitta un po'. Ci si fermano anche i taxi brousse che passano carichi andando verso la costa figuriamoci. La sua pubblicità sulla strada avvisa che ci sono nuovi bungalow magnificamente rimessi in ordine, segno di un passato ancora più rustico. In effetti devi essere davvero di bocca buona. Le casette ti danno quel senso di Africa perduta di cui vi parlavo all'inizio, sparse attono ad un'area che vorrebbe essere chiamata giardino. Attrezzature e comfort praticamente inesistenti e insetti di ogni tipo di generose dimensioni. Non agitarti, non essere insofferente, adattati e godi questa sensazione di Africa, in mezzo alla foresta, dove il tramonto si manifesta a mosaico tra il fitto dei rami, mentre i rumori della notte cominciano ad aumentare man mano che la lampadina fioca cerca di disegnare ombre sulla parete scrostata. 

La N6

Poi si spegne anche quella, l'elettricità qui è bene raro e non si sa quando ne potrai nuovamente disporre. Nel grande cortile, intanto che le ombre si allungano, un bambino continua a pescare dal pozzo taniche gialle di acqua con cui bagnare le sterpaglie in quelle che dovrebbero essere aiuole e gli alberelli assetati che costeggiano lo steccato marcito da anni, segno che qui la stagione delle piogge non è ancora attiva. Prima ha prestato attente cure all'unica bouganvillea, quella che serve a fare le foto dei bungalow per magnificarne la meraviglia. Due ragazzini seminudi invece si aggirano con faccia rabbuiata al margine del bosco. Tengono in mano due classiche fionde di ordinanza, un manico robusto fatto con attenta scelta di una biforcazione di un ramo di legno duro ed elastici tagliati da una camera d'aria di qualche pneumatico abbandonato come facevamo noi da piccoli. Hanno l'aria attenta e guardinga dei cacciatori. Avanzano a zigzag con passo lento scrutando tra i rami alti, poi di colpo uno si ferma, arma il braccio avendo preso un sassetto dalla tasca e dopo aver attentamente mirato, scocca il colpo. L'uccellino casca giù stordito o già morto, senza possibilità di salvezza seguendo il suo destino e finisce nella tasca del cacciatore.  Quando l'ombra della sera si tramuta in buio, pila alla mano devi cercare allora il sentiero tra i cespugli per andare alla costruzione vicina alla strada, dove vive Aurelien e la sua famiglia, se vuoi mangiare qualche cosa. 

Chez Aurelien - La salle à manger
Lui sta lì, orgoglioso del suo esercizio cadente, che però è probabilmente il meglio del possibile in zona, seduto di sguincio su una panca, l'occhio rotondo ed il bolo che gli gonfia la guancia di una palla anomala, tipica dei mangiatori di qat. Era da tempo che non vedevo più il consumo di questa foglia, tipica dello Yemen e di qualche zona del corno d'Africa, che masticata a lungo fornisce una sorta di euforia passeggera che ammortizza e nasconde la fame e favorisce la comunicazione. Aurelien ama chiacchierare con i suoi ospiti, mentre il resto della famiglia prepara la cena. Uno stuolo di ragazze truccatissime, figlie e nipoti varie, sbattono le ciglia bistrate sotto acconciature barocche. Sognano la Francia dove forse poter studiare o quanto meno accedere a quella vita così differente eppure visibile fin qui attraverso lo schermo di un televisore in bianco e nero, quando c'è corrente. Lui non ha di queste voglie, gli piace stare qui, come un ragno al centro della sua tela, a chiacchierare con chi passa e se si ferma cerca solo di dar loro la sensazione di sentirsi come a casa. Nel gazebo centrale ha messo una serie di seggiole di vimini, ma le ha coperte con una tela comprata al mercato come ha visto che si fa nei matrimoni dei film americani e si fa in quattro per proporti qualcuna delle squisitezze che offre la sua cucina casalinga. 

Paesaggio prima del parco
In effetti il suo granchio in umido ed il suo pollo al cocco sono superiori a quelli gustati altrove e le ragazze che portano i manghi tagliati a quadrettini sono così gentili che aumenta la sensazione di benessere avvertito, che è  poi quello che conta. Te ne andrai a dormire cercando di fare attenzione a non calpestare cose strane o che si muovono troppo e domattina le banane fritte a colazione avranno quel sapore dolce di vaniglia che ti ha fatto  dormire così bene, forse complice l'abbondante dose di rum arrangé, di cui ogni esercizio che si rispetti si dota, preparando grandi contenitori di vetro in cui vengono fatte macerare frutti e spezie varie, tra cui spesso domina la cannella. I due ragazzi francesi dagli occhi ancora addormentati, che ieri sera gli chiedevano informazioni per il parco, si caricano gli zaini sulle spalle; la ragazzina quasi non riesce ad issarselo tanto è grosso e pesante, ma devono affrettarsi perché il taxi brousse che va verso la riserva è appena arrivato e c'è già qualcuno sul tetto. Ma la voglia di viaggiare ti rende inavvertibili questi disagi, se ne hai la forza. L'uomo è incredibilmente adattabile, In fondo è sempre questione di sensazione avvertita, così differente da quella reale.


SURVIVAL KIT

Un bungalow chèz Aurelien
Chèz Aurelien - All'ingresso del parco dell'Ankarana, necessita di un notevole spirito di adattamento. Bungalow per due persone a 50.000 Ar. + 8.000 per la colazione, molto basici con docce e servizi approssimativi o rotti, pulizia discutibile e presenza di blatte di dimensioni considerevoli. L'elettricità manca continuamente. Il gruppo elettrogeno funziona se c'è benzina. Il ristorantino sulla strada invece fornisce ottimi pasti, essendo quasi al buio non vi dovrete troppo preoccupare dello stato della cucina. Spenderete attorno ai 20.000 Ar. Il disagio è compensato dalla gentilezza e simpatia di Aurelien che fa di tutto per mettere a prorpio agio gli ospiti. Africa vera.  D'altra parte non c'è altro.

In attesa della colazione

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