lunedì 13 febbraio 2017

Madagascar 28: Il parco dell'Ankarana


Gli tsingy grigi

Lemure notturno
L'ingresso al parco dell'Ankarana è appena fuori del campo di Aurelien, sarà per questo che non ostante tutto è così comodo fermarsi proprio qui, anche se mi dicono che un po' più lontano c'è qualche cosa di più confortevole. Dopo un paio dichilometri di pista arrivi alla porta vera del parco, un immenso plateau dalla struttura calcarea formatasi nel periodo Giuriassico. Questo materiale tenero e facilmente erodibile da acqua e vento ha fornito alla notura l'occasione per costruire un territorio vastissimo completamente lavorato come una trina senza confini, di guglie e pinnacoli in cui l'occhio si perde all'infinito. Una sorta di foresta di pietra grigia che al posto degli alberi forma una intricata ed impenetrabile barriera di colonne dalle forme sempre diverse a ricoprire l'intero territorio. Gli tsingy grigi rappresentano un colpo d'occhio credo unico nel suo genere, usufruendo anche di tutta una serie di punti di osservazione leggermente sopraelevati che ti consentono di guardare dall'alto questo spettacolo incredibile. Tutto intorno una foresta rada e apparentemente stentata che ne offre alla vista tre aspetti diversi: quella secca, composta prevalentemente di arbusti spinosi e alberi bassi, quella semisecca popolata prevalentemente di eucalipti che permettono un buon rifugio alla maggior parte della fauna ed infine una savana arbustiva popolata di pochi e radi alberelli stentati che sfruttano alla meglio lapoca umidità presente. 

Un geco mimetico
Intanto la piacevole differenza con la foresta pluviale, come si capirà facilmente dalla parola stessa, è che non piove e quindi passeggiare sui facili sentieri tra gli alberi è decisamente piacevole anche se il clima rimane comunque piuttosto caldo. Tutto il verde è di certo meno rigoglioso e individuare i lemuri della notte che dormono nelle biforcazioni basse degli alberi è decisamente più facile. Qualcuno, essendo forse ancora mattino presto, è ancora semisveglio e gira attorno la testolina con la lentezza di chi sta per crollare dopo una notte di stravizi, Gli occhioni marroni enormi ti fissano muti senza lasciarti capire se sono ancora completamente coscienti. I lemuri cappuccini diurni invece si sono appena svegliati e si muovono più spediti tra un ramo e l'altro. Tra le foglie secche a terra strisciano innocui serpentelli, sottili e veloci che hanno solo voglia di ripararsi nel sottobosco, mentre i gechi mimetici rimangono immobli sulle cortecce grigie così uguali in ogni sfumatura che senza precisa indicazione non riusciresti a vederli neppure ad un metro di distanza. Totalmente assenti invece, nonostante accurate ricerche sotto foglie e pietre, i famigerati scorpioni locali, che evidentemente non hanno intenzione di mostrarsi oggi. 

Il pigliamosche del Paradiso
Ragnatele imponenti pendono dai rami e compagini di bruchi rosa coperti di lanugine aspettano di tramutarsi in farfalle, poi tra i rami bassi il regalo più bello della giornata, un pigliamosche del paradiso (Terpsiphone mutata) si affanna attorno al suo nido in costruzione, così piccolo da non riuscire a contenere la sua lunga coda colorata, cercando in qualche modo di ingrandirlo. Ti guarda senza paura mentre inserisce le ultime pagliuzze, eppure siamo solo ad un paio di metri di distanza, poi vola vicino a prenderne altre e ancora ritorna dandoci occhiate di controllo di tanto in tanto. Ruota la coda ed alza la testa come per mostrare al meglio la sua bellezza, di cui evidentemente è ben conscio. Qualche metro ancora fuori dal sentiero ed ecco un'altra splendida terrazza che si protende su una distesa di tsingy. Indovini l'andamento della superficie superiore quale poteva essere all'inizio dell'erosione, quasi piatta ed ammiri il lavoro di scavo degli elementi meteorici, che hanno affondato un erpice profondo per milioni di anni nella superficie solida, ricavando una specie di letto chiodato per fachiri giganti, che sporge verso l'alto le sue punte aguzze, così vicine da impedirne l'accesso dal basso, una sorta di badlands invalicabili che non puoi attraversare ma soltanto aggirare in qualche modo. 

IL sentiero de la Tourrette
In un'altra parte del parco invece i pinnacoli sono più grandi e meno fitti e puoi aggirarti per un sentiero tortuoso alla loro base, facendo attenzione a dove poggi il piede, certamente tra sassi malfermi e trappole micidiali per le caviglie, cercando di trovare la strada giusta nel dedalo grigio per arrivare al letto secco del fiume, la cui vastità ti lascia subito comprendere come si deve trasformare nel periodo delle piogge, una furia devastante che si precipita a valle, tutto trascinando con sé con una forza che subito puoi comprendere dalla dimensione dei massi erratici al centro del greto ora asciutto e polveroso, fino a che non si precipita in una voragine gigantesca, una specie di teatro greco che il vortice mostruoso ha scavato al centro della foresta prima di inabissarsi e scomparire definitivamente nelle viscere della terra per riemergere vicino al mare ad una terntina di chilometri da qui. I massi sono sparsi sulla base della forra che precedono una insondabile e buia caverna senza fondo. Non fatichi ad immaginare l'inferno di questa futura valanga di acqua che tra qualche mese muterà nuovamente volto alla voragine, una specie di marmitta dei giganti così grande quanto non avrei mai potuto immaginare. Forse questo ambiente naturale, per l'ennesima volta diverso da tutti gli altri, meriterebbe una sosta più lunga ed accurata, ma la fretta del turista incombe, l'aria di mare si fa sempre più vicina. Ariel, la guida che ride sempre, ti saluta con la mano quando lo scarichi all'ingresso, mentre si infila la mancia nel tascino unendosi agli amici che aspettano le prossime auto.

Il punto dove il fiume si inabissa


SURVIVAL KIT

Serpente
Parco dell'Ankarana - Sulla nazionale N6  a circa 90 km a sud di Diego e 10 km circa prima di Ambilobe. E' conosciuto come il parco degli Tsingy gris, formazione unica e meraviglia naturale di calcare grigio molto vasta e circondato da foresta naturale di diversi tipi. Ingresso 25.000 Ar. + guida (altri 10/25.000 a seconda del numero del gruppo). Meglio pernottare nei dintorni, mailparco meriterebbe una visitadi più giorni. Diversi itinerari per tutte le forze. Il più breve di 2/3 h permette di vedere il letto del fiume con il punto dove scompare nella terra, una delle zone più belle degli tsingy, una bella passeggiata nel bosco con possibilità di vedere molti animali e il sentiero della Tourrelle, che attraversa una un'area di tsingy con accessi abbastanza larghi da permettere il passaggio alla base. Col il percorso di 7/8 ore invece potrete attraversare il famoso ponte sospeso sugli tsingy e vedere alcune caverne piene di pipistrelle oltre a laghetti che ospitano coccodrilli.

Nella foresta semisecca

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