mercoledì 22 febbraio 2017

Madagascar 35: Antananarivo


Il palazzo della regina

Taxi 2CV
Così il cerchio si chiude, dalla capitale trovata all'arrivo, caotica e intasata, alla capitale ritrovata alla partenza, forse un poco più chiara e compresa, con la pretesa illusione di chi stando in un paese pochi giorni, ha la presunzione di aver capito qualche cosa. Il caos diventa colore d'Africa e la confusione è quel naturale meltpot creolo che mescola le anime di un'Asia lontana e delle  rive del vicino continente nero, amalgamandole nella salsa speziata dell'oceano Indiano. Ora il su e giù delle vie strette e contorte che si inerpicano sui colli, ricoperte di case e si precipitano subito verso la città bassa, occupate da bancarelle infinite che coprono l'ingresso ai negozietti, ti diventa più consueto ed accettabile. Insomma una città più amica in cui passeggiare, andare a guardare le rive del laghetto centrale sotto le jacarande che perdono il loro ultimo blu sui vialetti di ghiaia, tra i profumi forti del gelsomino e cercando di schivare i taxi 2CV che la popolano. Che tuffo al cuore guardare e poter servirsi di questi residuati della nostra giovinezza, ancora con lo stesso colore cachi, la ruvida semplicità a cui bramavamo, per poter, ancora ragazzi, finalmente varcare frontiere e percorrere quell'Europa che già ci sentivamo stretta. 

Capannelli
La città è assolutamente cosmopolita e per le strade vedi un po' di tutti i colori di pelle. Di quartiere in quartiere indovini le zone del commercio in mano a indopachistani, suddivise con altri occhi dal taglio orientale, mentre tra le insegne prendono spazio caratteri cinesi che cercano di soppiantare velocemente lessici anglofoni. Uomini d'affari dal passo svelto e completi scuri, camminano veloci schivando giovani mal messi appoggiati agli angoli in attesa di nulla e di nessuno. Mendicanti e gente in cerca di occasioni si aggirano ai margini dei cento mercati mescolandosi a chi compra e a chi vende. L'albergo sta appollaiato su un crinale che domina dall'alto tutto il centro cittadino. Qui siamo a un tiro di schioppo dal palazzo reale e la città alta dalla quale guardare in basso con un certo distacco. I rumori arrivano attutiti e man mano che scende la sera, le lucine fioche tra i tetti somigliano sempre di più ad un presepe esotico. La città è comunque in fermento più del solito. Domani si apre un grande evento, il 16° vertice internazionale della francofonia. Una manifestazione a cui partecipano capi di stato ed importanti funzionari di ben 80 paesi appartenenti in qualche modo a questa area linguistica. 

Il laghetto al centrocittà
Ovviamente la classe dirigente del paese la vede come una straordinaria occasione per mostrare al mondo la sua capacità di poter organizzare ed ospitare eventi di questa portata e questo potrebbe essere molto utile a lanciare finalmente il settore turistico che rappresenta già oggi forse la principale fonte di valuta straniera per il Madagascar. Insomma il potere si è attivato come sempre in fretta e furia, come capita dappertutto per cercare di fare un make-up convincente soprattutto alla capitale. Ieri è stata aperta la nuova arteria che collega l'areoporto al centro, fatta ovviamente dai cinesi, ma le malelingue predicono che è stata rabberciata alla meglio e che sarà richiusa subito dopo la conclusione del vertice per riadattamenti. Tutte le strade sono presidiate da militari, forse per dare una sensazione di buon controllo del territorio e, come mi si fa notare, i mille angoli più affollati della città, sono stati ripuliti con attenzione dai cumuli di immondizie che di norma si ammucchiano ammorbando i quartieri più popolari. Insomma comunque sia, l'evento è servito a far pulizia e a mettere ordine in città, per il resto sembra che ogni cosa segua le linee che utilizza ogni governo di ogni paese.
Il palazzo della regina
Da ogni punto della città comunque, se giri lo sguardo verso l'alto, hai un punto fisso da guardare, che funge da bussola per l'orientamento, il palazzo reale. E' una visita obbligata che serve a capire la storia ed anche un poco l'anima di questo paese, oltre che ad ammirare la città dall'alto. E' nato qui il concetto di Madagascar, quando nel XVII secolo nacque il regno Merina che inventò il nome della città che sarebbe nata. Antananarivo, la città dei mille guerrieri, quelli necessari a creare ed a mantenere saldo il potere del nuovo regno. Il luogo fu scelto secondo la locale filosofia delle tre città concentriche. Qui sulla cima della collina, una semplice palizzata circondò quello che sarebbe stata la casa del re. Poi nella seconda metà dell'800 con l'arrivo dei francesi, la nuova dinastia che si insediò creando il regno del Madagascar eresse quello che divenne il palazzo della regina, il potere vero di quel periodo storico, inmano a tre donne forti consecutive. Dapprima fu costruito in legno, poi, dato che qui brucia sempre tutto, fu incaricato un architetto inglese di erigere un palazzo vero e proprio in pietra dallo stile davvero europeo. Ma anche la pietra non è stata sufficiente a proteggerlo dalle fiamme e così nel 1995 fu anch'esso bruciato e depredato completamente in uno dei vari violenti rivolgimenti sociali che hanno funestato il paese.

Antico palazzo reale ricostruito
Oggi ne rimane lo scheletro annerito, una scatola vuota all'interno dove solo la pietra ha resistito alla furia violentatrice della rabbia popolare. Anche qui, aggirandoti nel giardino ordinato nelle piccole costruzioni accessorie che raccontano la storia passata e recente, leggi eventi cruenti e violenza latente, scontento e amarezze per occasioni presunte e perdute. Dall'alto vedi il nuovo stadio sportivo, monumento classico della serie panem et circensem, fatto gratuitamente dai cinesi in cambio di un intero quartiere della città, la nuova Chinatown in cui viene data mano libera di poter fare, costruire, disfare e sfruttare per 99 anni. Più in là il palazzo della francofonia, progettato per l'evento e rimasto a metà, causa i consueti ritardi di ogni regime. Insomma una visita che illumina di più che la lettura di molti libri e giornali. Poi puoi scendere giù alla città bassa per immergerti nel clima della vita di tutti i giorni e finire la giornata al mercatino fuori città, creato apposta per i turisti. Una fila infinita di centinaia di bancarelle con tutta la paccottiglia tipica che arriva da ogni parte del paese, dove lasciare un obolo per far girare almeno un poco il PIL locale, anche se quel poco che compri, lo fai più per divertirti alla battaglia infinita della trattativa per vedere se riesci ad arrivare al venti per cento del prezzo iniziale richiesto, che per il reale interesse sulla roccia lucidata o la collanina di legno il cui destino certo sarà il fondo di qualche cassetto.

La chiesa all'interno del palazzo

SURVIVAL KIT

Rova di Antananarivo - E' il piccolo parco che contiene il Palazzo della regina, bruciato ed in fase di restauro. Il museo contiene anche una grande casa in legno ricostruita a simiglianza della reggia dell'antico regno, il palazzo del primo ministro, la chiesa e altre costruzioni minori che illustrano la storia del paese. Ingresso mi pare 10.000 Ar. con guida che parla un buon italiano per circa un'oretta e vi racconterà molte cose sulla storia e sulla realtà del paese. Mancia 5.000 Ar. Bella la vista sulla città.

Panorama
Hotel Belvedere- Lot IF 27bis, Isoraka - Tana - Uno dei migliori avuti nel viaggio. Unico neo, è difficile da trovare perché nascosto all'interno di un dedalo di viuzze, ma in ogni caso vi ci porta il taxista o il vostro autista. Questo però garantisce tranquillità e assenza di rumore pur essendo in pieno centro. Gestito da italiani. Personale molto cortese e posizione bellissima sulla collina del centro città, con terrazze panoramiche. Da poco ristrutturato con cura italiana. Dotazioni ottime. Camere spaziose, pulite e bene arredate, bagni moderni e ben funzionanti. AC, TV e frigo. Free wifi potente anche in camera. Doppie a 123.000 Ar. con colazione ottima e ricca. Direi un ottimo rapporto qualità prezzo. Ottimo anche il ristorante con buona cucina italiana, molte paste gustore e ben servite (gnocchi alla panna, spaghetti, ecc) ottimi e teneri (finalmente) i filetti di zebù al pepe verde, i bocconcini di pollo al gorgonzola e anche il pesce. Piatti abbondanti attorno ai 15.000 Ar. Un hotel de charme, come si definisce, assolutamente da consigliare. Calcolate un oretta per arrivare all'aeroporto di Ivalo dato il traffico.

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