venerdì 2 marzo 2018

Cronache di Surakhis 82 - Elezioni di primavera



Tutto stava andando come previsto. Paularius era davvero soddisfatto. Da quando aveva, con subdoli giochi di corridoio, organizzato le prime elezioni "libere" di Surakhis, le cose avevano preso il loro corso normale come previsto dagli schemi. Il popppolo bue era da tempo inferocito contro il governo e l'ultima trovata della tassa sul macinato, secondo la quale si doveva pagare una ulteriore tassa sulla quantità di merda che ognuno portava ai mulini per la produzione di energia e dalla quale ognuno aveva il diritto di trattenere per antica tradizione il 10 % per l'alimentazione della sua famiglia e questa quota era stata dimezzata provocando moti di ripulsa contro il potere. I Krikkettini avevano cominciato una campagna di insulti generici contro tutti e contro tutto; la Gilda Felpata incolpava gli immigrati andromediani di mangiare tutta la merda prodotta dal popolo riducendolo alla fame; i Fratelli di minchia chiedevano l'uscita dalla Unione galattica che limitava le emissioni di gas anali che erano pur sempre una risorsa e gli amici del Lungocrinito davano tutte le colpe al governo precedente, cioè il loro. Il colpo di genio era stato quello di organizzare elezioni, così ogni gruppo aveva cominciato a prendersela con tutti gli altri ricoprendoli di contumelie e accuse sanguinose. 

Tutti avevano cominciato a promettere qualunque cosa, peni di ricambio per chi li avesse consumati o ceduti ai compratori di organi, merda a sazietà per tutti, la possibilità di smettere di lavorare prima di crollare al suolo morti nelle miniere, addirittura una plurivulvata di cittadinanza o di inclusione a seconda del partito promettitore, per tutti e non a pagamento. Krikket aveva intanto obbligato tutti gli adepti della sua setta a vestire un doppio petto grigio sconfessando ogni precedente proclama, timoroso di non accalappiare i voti della massa dei decerebrati, molti si erano dovuti vendere il cervello per i debiti e avevano qualche difficoltà di ragionamento. Quindi niente più uscita dall'Unione galattica, marcia indietro sul vaccino obbligatorio che annullava fame e sete, basta insulti agli avversari, anche se su questo punto gli adepti facevano un po'fatica a trattenersi, addirittura avevano presentato una serie di ministri sedicenti "tecnici" dopo aver per anni insultato a morte un precedente governo tecnico. I Felpati puntavano tutto sul massacro degli Andromediani, che alla fin fine stavano sulle palle a tutti, accusandoli di ogni genere di nequizia avvenisse sul pianeta tra il giubilo del poppolo che chiedeva a gran voce la caccia libera, anche come sport di massa. 

La Fratellanza invece puntava sul ritorno del Vecchio Crapapelata che ne aveva guidato le legioni in passato e che aumentava continuamente il numero degli estimatori dei vecchi tempi quando le astronavi arrivavano in orario. La nuova formazione degli Schiavi diversi, proponeva addirittura che nelle scuole di meretricio a cui venivano obbligate le figlie del popppolo, l'ammissione fosse gratuita. Ma era il Lungocrinito dai boccoli dorati che sembrava battere tutti, ad ogni uscita elargiva nuove promesse, postriboli sacri gratuiti per tutti, macropenici dedicati per l'altra sponda, eliminazione totale delle tasse sostituite dalla possibilità di farle pagare ai nipoti; via le catene ferrate nelle miniere da cambiare con semplici corde anche se robuste; niente più frustate preventive ali operai, ma solo su richiesta; infine possibilità dei figli di ereditare i debiti paterni senza ulteriori aggravi. Ce n'era per convincere chiunque. Paularius ascoltava tutte le dichiarazioni dei vari ologiornali dove i vari esponenti si sbracciavano ogni giorno con le loro promesse, con grande gusto. 

Come potesse la gente credere ad una sola di tutta quella massa di scemenze era davvero incredibile, eppure i sondaggi mentali eseguiti (ognuno aveva un chip sottopelle da cui era possibile avere indicazioni precise sulle intenzioni di voto) davano tutte queste forze in costante aumento, mentre il partito che sembrava ottenere i migliori risultati nella gestione dell'ordinario, a causa della antipatia congenita del suo leader che insisteva a voler proteggere l'invisa ex ministra Woods, continuava a perdere consensi. Comunque il divertimento era quasi finito. Ancora due giorni e poi sarebbe finito tutto il bailamme e si sarebbe ritornati alla solita vita. I minatori nelle miniere alla catena, i donatori di organi a dare quello che dovevano, le giovani sacerdotesse ai sacri postriboli e lui al lavoro per mandare avanti il pianeta. Ad ogni giorno la sua pena insomma, per oggi meglio tenere ancora un po' in ballo le tre succhiatrici che aveva convocato per tenersi un po' su. Socchiuse gli occhi e le lasciò fare il loro lavoro.



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