Campo di grano con corvi - da wikipedia |
In un tempo lontano, nella mia prima vita, questo era il periodo in cui si cominciavano le visite in campo per valutare e controllare i campi di frumento da seme, quelli che sarebbero serviti ad alimentare quella macchina ben studiata della riproduzione e del miglioramento continuo. Ore passate, in giro per i campi ad individuare le spighe fuori tipo, la loro presenza percentuale, tenere o scartare per migliorare sempre. Attente osservazioni, la scelta basata sull'eliminazione degli elementi peggiorativi e l'esaltazione del miglioramento, genetico ben s'intenda, quello che da forse 10.000 anni continua a fare l'uomo, all'inizio inconsciamente, poi sempre più a ragion veduta. Un campo di grano, che straordinaria macchina costruita completamente dall'uomo attraverso i millenni, testimonianza incredibile della totale innaturalità dell'invenzione agricola, meccanismo mirabile dell'ingegno umano che molti confondono coi prodigi naturali. Certo la vulgata dell'ecologismo fasullo e spinto nella realtà da grandi interessi economici, hanno avuto modo, lavorando sottotraccia da decenni di allargare e di cercare di rendere credibile questa confusione, tra il prodigio dell'invenzione dell'agricoltura, una macchina completamente artificiale che poco o nulla ha a che vedere con la natura, e il naturalismo d'accatto che magnifica la bellezza di una natura amica dell'uomo, pronta a nutrirlo con amore ed alla quale l'uomo stesso deve chinarsi seguendo regole ancestrali, sciamaniche, che lo proteggeranno automaticamente da se stesso e dalla sua volgarità. Quanta falsità interessata in questa moda fasulla.
La natura è totalmente neutra e non fa assolutamente nulla per aiutare l'uomo o per danneggiarlo, rileggetevi il Dialogo tra la Natura e un Islandese, lo aveva già capito Leopardi che pure di agricoltura non si è mai interessato. Bisogna comprendere ed accettare invece che la coltivazione della terra e l'allevamento del bestiame sono due procedimenti artificiali e assolutamente contro natura, che solo grazie all'inventiva umana, hanno consentito all'umanità di passare da qualche decina di milioni di individui sparsi sul pianeta a cacciare e raccogliere bacche per sopravvivere a quello che siamo oggi, quasi otto miliardi di parassiti del pianeta che ne potrebbe sostenere, grazie al suo potere tampone naturale, al più un decimo o anche meno e che per esistere devono nutrirsi, vestirsi e costruirsi ripari. Nessun campo di grano, mela o vacca lattifera esisterebbe in natura così come la conosciamo oggi. E' tutta pura e semplice costruzione dell'uomo e della sua capacità intellettiva di adattamento all'ambiente e di saper utilizzare, anche senza saperlo per millenni, le mutazioni genetiche delle specie naturali, fino a trasformarle completamente in quello che sono oggi e ancora di più se vorrà sopravvivere domani, con un agricoltura sempre più tecnologica, mirata, intensiva e ancor più "contro" natura di quanto non sia quella di oggi e che dovrà occuparsi in futuro, davvero di "nutrire" il pianeta. Soprattutto senza confonderla con l'hobby del ragioniere che stanco della settimana trascorsa dietro lo sportello della banca, sogna il piccolo orto in campagna dove far crescere stentati pomodori e zucchini stortagnoli, il cui costo economico e di reale sostenibilità ambientale non saranno sufficienti neppure a nutrire lui stesso.
Nessun commento:
Posta un commento