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Casa Rosada - Plaza de Mayo - Buenos Aires - Argentina - novembre 2024 |
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Plaza de Mayo |
Vero è che il nostro albergo ha un'aria un po' depassé di una casa condominiale un po' in disarmo, che ha visto tempi migliori, il nome stesso: La Barca, non deporrebbe per il meglio, però considerando anche il costo minimo, la colazione in camera con i toast e la marmellata, ha comunque un sapore di famiglia che rasserena non poco. E poi la cortesia di chi ti serve conta più del 50% sul giudizio finale e qui in Argentina, in generale sotto questo aspetto andiamo davvero bene. E chiudiamo un occhio se durante la notte lo abbiamo chiuso poco (l'occhio, ahahah), visto gli schiamazzi che c'erano, ma so' ragazzi, che ci volete fare e l'anziano quando si tratta di giovani, ha sempre da recriminare, sarà l'invidia generazionale. Comunque sia, alle 8 in punto il tassista che avevo contattato dall'Italia su suggerimento di un amico, ah, il passaparola!, è davanti alla porta, puntuale come un orologio svizzero e così, caricati tutti i bagagli che qui non torneremo più per guadagnare tempo, sempre di corsa, presto che tardi accidenti, possiamo partire per il nostro giro della città che dovremo terminare tassativamente alle 14 per prendere il traghetto per Montevideo, nostra ultima tappa in terra sudamericana. Sei ore piene per vedere il più possibile.
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Teatro Colòn |
Lo so bene che un giorno solo a cavallo di due, poi, è poco per una città come Buenos Aires, ma che volete che vi dica, stiamo in giro già quattro settimane e aggiungere un altro giorno, avrebbe fatto troppo brontolare le nostre signore che già sentono la nostalgia di casa e patiscono la distanza dalle figlie. Per la verità io sono un po' infingardo e non ho assolutamente insistito per allungare i giorni nella capitale, visto che c'ero già stato e qualche cosa avevo già visto. Ma la soluzione di una macchina tutta per noi che ci fa saltabeccare da un punto all'altro velocemente e senza perdere di tempo si rivelerà, come avevo previsto la soluzione ideale per vedere il massimo. Oltretutto divisa in quattro rappresenta un costo del tutto accettabile. Prima tappa dunque è al Puerto Maduro con la vista eccezionale del ponte nuovo di Calatrava, detto il Puente de la mujèr, il più grande rotazionale del mondo con la sua impressionante freccia ardita che punta verso il cielo, per fare velocemente il check-in per il passaggio del pomeriggio e poi via per la città. Lasciamo la logistica del giro al nostro auriga, che si dirige subito verso Costanegra, dove il monumento principe è lo stadio dove si è appena conclusa la Copa del Libertador, vinta dalla squadra argentina del Racing, contro l'odiata compagina brasiliana, di cui abbiamo visto a Trelew gli interminabili corei e festeggiamenti.
Qui bisogna considerare che il calcio ha una importanza vitale, ancor più che in Italia e d'altra parte come sempre lo sport funge da droga dell'oblio per un popolo che di problemi a cui pensare ne ha talmente tanti che se può trascorrere qualche ora tifando per la squadra del cuore e sognando la gloria almeno non piange sul resto, poi nel derby più classico del Sudamerica, bisogna avere comprensione e poi alla fin fine meglio così, che almeno si sedano un poco i rigurgiti e le proteste sociali. Magra consolazione direte voi, ma per lo meno si evitano sommosse e disordini che qui sfociano quasi sempre con il morto. Comunque se avessi avuto più tempo non mi sarebbe affatto dispiaciuto andare a veder una partita di qualche squadra importante, che qui siamo al più alto livello del calcio mondiale, mica si scherza. Comunque, reso omaggio quantomeno allo stadio, che tra l'altro dispone di tutta una serie di attività collaterali, sportive e non solo, al servizio della cittadinanza, con una vasta superficie attorno che comprende aree di impianti sportivi per i giovani del quartiere e molte altre funzioni sociali, pieghiamo verso il centro attraversando Palermo, il quartiere più fighetto e ricco della capitale, dove stavo al tempo della mia prima venuta.
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Avenida 9 de Julio |
Qui si dimostra che anche nelle città più povere ci sono quartieri in cui se hai il grano. è comunque piacevole vivere, ci sono bei parchi, come il Rosedal con le sue 18.000 varietà di rose, il Planetario e il giardino giapponese. Qui trovate i ristoranti ed i locali più lussuosi oltre che una congrua serie di hotel a 5 stelle. Ma noi procediamo verso il cuore della città, sfilando lungo l'Avenida 9 di luglio, di ben 35 km di lunghezza, che con le sue 18 corsie e i suoi 140 metri di larghezza aspira con buona ragione, ad essere il corso più largo del pianeta, che ha il suo culmine nella grande rotonda attorno all'imponente obelisco di 68 metri, eretto per i 400 anni dalle fondazione e vero centro pulsante della città. Qui il flusso del traffico è continuo e inarrestabile, come una arteria sanguigna che alimenta la vita della metropoli. Sfiliamo di fianco all'imponente Teatro Colòn dalla pesante impostazione ottocentesca, dove certo sarebbe bello avere il tempo per assistere ad uno spettacolo o quantomeno fare la visita degli splendidi, così dicono, ambienti interni. Passando nel vicino quartiere di Monserrat, è d'obbligo invece dare un'occhiata al
famoso palazzo Barolo, voluto dall'imprenditore tessile biellese di cui porta il nome e che qui fece fortuna.
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Mausoleo di Josè de San Martin |
Come il suo gemello costruito a Montevideo, il palazzo è davvero un esempio particolare di quello stile eclettico ed esoterico che era molto di moda all'inizio del secolo, ma il suo interesse deriva anche dai molti richiami danteschi che contiene il suo progetto a partire dalla torre che svetta a 100 metri esatti di altezza (come il numero dei canti), la sua divisione in tre parti ed infine ad infinito numero di richiami che si possono vedere visitandone l'interno, dove l'architetto Palanti, grande ammiratore del poeta ha lasciato innumerevoli riferimenti, progettando con minuzia e precisione tutti i più minuti particolari fino alle maniglie delle porte. Tra l'altro fino al '35 questo era annoverato come il più alto edificio del Sudamerica. Indubbiamente, ognuna di queste cose meriterebbe di una visita più specifica, entrarci dentro, avere spiegazioni ed apprezzarne le sfaccettature, ma come si fa, per ogni luogo non basterebbe una vita. Allora cosa dobbiamo concludere, che è sbagliato tutto questo correre disperatamente per vedere il più possibile oppure che bisogna alla fine accontentarsi senza farsi prendere da questa angoscia di lasciare comunque indietro cose che non avrai mai più occasione di vedere? Tanto vale allora starsene a casa e studiarsele sui libri le cose o con tutti gli stupendi ausili audiovisivi che ci sono oggi? Mah, è un bel busillis, l'uomo alla fine non è mai contento delle sue scelte, alla fine prevale sempre quel piccolo tarlo di delusione per quanto complete siano le scelte fatte.
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Il simbolo delle Abuelas a Plaza de MAyo |
E certo che poi ci vorrebbe anche il tempo di qualche sosta premiata nei locali classici, come il famoso Caffè Tortoni, proprio lì a due passi, punto di incontro dell'intellighenzia porteña. Noi proseguiamo allora ed eccoci al quartiere di San Telmo dove alla domenica si tiene un famoso mercatino con bancarelle di ogni tipo, ma che negli altri giorni non rappresenta molto di specifico e allora raggiungiamo finalmente a famosa Plaza de Mayo, il luogo iconico della città, luogo d'incontro dei raduni di piazza più epocali da Evita fino ai tempi attuali dove ancora periodicamente si ritrovano le Abuelas, di cui vi ho già parlato in cerca di riempire mancanze che temo non potranno mai più essere sanate. Quando la storia compie i suoi orrori, le conseguenze si allungano per decenni ed hanno fine solo quando i protagonisti ed i loro epigoni scompaiono anch'essi e le brutture rimangono solo righe scolorite sui libri di storia, sempre che i massacratori siano stati sconfitti a loro volta, altrimenti, non si ritrovano neppure più quelle. Qui a terra sulla piazza ci sono sempre le scritte che ricordano questo problema, questa ferita ancora aperta nella società, anche se i nuovi venti politici vorrebbero cancellarle. Riusciamo a parcheggiare in una via vicina così possiamo passeggiare tra i palazzi d'epoca di cui il quartiere è ricco. La Piazza è molto bella, col suo giardino di palme ed i bei palazzi che la bordeggiano.
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La Catedral |
Obbligatorio entrare nella imponente Cattedrale dalla facciata neoclassica con la sua dozzina di colonne imponenti ed il lunghissimo frontone che attraversa quasi tutto il lato finale della piazza, anche se poi la chiesa è tutta un insieme di stili sovrapposti, visto che è stata iniziata addirittura alla fine del '500 e continuamente rimaneggiata soprattutto nel periodo barocco e sicuramente l'interno merita una sosta tra le colossali navate non foss'altro che per ammirare il mausoleo di Josè de S. Martin, uno degli eroi della indipendenza argentina, oggetto di continua venerazione popolare anche oggi. Poi ancora nella piazza si affaccia il bel palazzo neoclassico del Banco Nacion e quello del Cabildo, edifico storico, ricostruito dopo un incendio e che oggi ospita un museo. Infine a chiudere la piazza ecco il punto attrattivo principale, quella Casa Rosada, dal caratteristico colore del laterizio, dal cui balcone si sono via via affacciati tutti i leader del populismo argentino che, uno dopo l'altro, da Peron a Evita, fino a quello con la motosega sono stati i registi consapevoli della rovina economica di questo disgraziato paese. Il palazzo non è per la verità così appariscente come la sua notorietà farebbe supporre, tuttavia il solo nome ne racchiude il fascino dei tanti avvenimenti che proprio in questa piazza si sono succeduti e quindi non può che conservare un suo fascino attrattivo e perverso al tempo stesso. La piazza è sempre piena di gente, di visitatori e turisti, di figure e figuranti che sbarcano il lunario, dai giocolieri ai clown, ai ballerini di tango che di tanto in tango si esibiscono per racimolare qualche soldo. Insomma un must della città che non si può perdere assolutamente. Noi ci sediamo su una panchina perché le gambe alla fine non reggono.
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La metro |
SURVIVAL KIT
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Plaza de Mayo |
Cosa vedere a Buenos Aires - Ovviamente la città meriterebbe più giorni, ma se avete solamente un giorno suggerirei. I quartieri del centro: Plaza de Mayo e la Casa Rosada e gli altri palazzi e tutta la avenida de Mayo con Palazzo Barolo e il Cafè Tortoni (fermatevi almeno per un caffè e un dolcino), Avenida 9 de Julio con obelisco e teatro Colon, Puerto Madero (quartiere moderno con locali alla moda) con vista al Ponte di Calatrava, Quartier San Telmo se siete di domenica col mercato, Quartiere Palermo coi suoi giardini, La Recoleta con il cimitero, se avete tempo, occhiata alla tomba di Evita, quartiere La Boca con i suoi mercatini e le case coloratissime, Calle Florida e le vie circostanti dello shopping e la serata allo spettacolo di tango (o in alternativa se siete ballerini in una Milonga) che vi farete indicare dal vostro hotel. Se correte e non perdete troppo tempo per fermarvi a mangiare ce la potete fare. La soluzione ideale è un taxi che chiederà attorno ai 100 $ dopo trattativa. Altra soluzione i giri organizzati coi pullman che fanno il giro circolare previsto con gli stop. Diversamente coi mezzi non riuscite a farcela in un giorno.
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Il centro |
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Il centro |
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