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lunedì 2 luglio 2012
Gara di Country line dance al Cowboys Guest Ranch.
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lunedì 11 aprile 2011
Country line dance.

Sarà che tutti, da ragazzi sognavamo di fare i cowboy, quando ancora gli indiani erano i cattivi; sarà che il cappello in testa e le cinture con la grande fibbia d'argento muovono la fantasia e tutti hanno desiderato la mitica route 66 con vento che corre tra i capelli, mentre la Harley corre tra i deserti rossi e le rocce di Monument valley, che la bandana non l'ha inventata Silvio. Sognavamo Tex tra i Piute e i Navajos che in fondo erano brava gente già allora e ci vedevamo in un saloon di Abilene, con l'Appaloosa legato alla staccionata e i manzi ormai marchiati, ma con la pistola pronta e veloce casomai si dovesse dare una mano al ghigno triste di John Wayne, anche quando dovevano issarlo sul cavallo con la gru.
E' così, la country music mette allegria e forse davvero i piedi si muovono da soli quando scattano il Toush Poush o il Cannibal Stomp, pensate poi alle femmine che ballerebbero anche al sentire cetre e ditirambi, chè Tersicore è donna, non c'è niente da fare, figuriamoci poi se di mezzo ci sono gonne con le frange o jeans attillati. La birra scorre a fiumi naturalmente e il tempo passa in fretta, con l'unica concessione mediterranea di una pasta all'amatriciana di mezzanotte, che le calorie si devono pur recuperare. Quando si spegne la console e i gruppo del Country Fever e gli altri amici si disperdono tra saluti e arrivederci ai prossimi appuntamenti, la notte è fonda ormai. Il gancio della luna illumina il deserto intorno alle ultime case del paese che pare abbandonato. Lontano, al di là delle risaie immense e solitarie, ulula il coyote.
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Tex
mercoledì 19 gennaio 2011
Etologia della danza.

Nella femmina invece gli accadimenti sono strani e di più difficile interpretazione. Appena nell'aria si snoda una melodia o meglio ancora un ritmo, sia esso provocato dalla siringa di Pan o da percussioni tribali, sia che le note si dipanino suadenti come a formare un tappeto fiorito che addobba come palcoscenico naturale un qualunque ambiente, ecco che un fremito smuove l'aria, con movimento involontario, le ginocchia sono prese da un tic nervoso, i piedi si muovono da soli, il corpo intero comincia a contorcersi come a liberarsi delle pastoie della ragione e le baccanti improvvisate vengono travolte dalla furia coreutica e scatenano le loro pulsioni tersicoree su palchi improvvisati. Tutto ciò probabilmente ha una spigazione ancestrale in cui l'esibizione dei corpi, il sottile languore che viene trasmesso dai movimenti sinuosi ed il ritmo ossessivo è fondamentale nell'ottundere i già scarsi processi mentali del branco famelico della sottospecie avversaria, di cui abbiamo detto prima, attirandola morbosamente al fine di poter sceglierne gli esemplari migliori, eliminando gli altri, inutili co-attori di questa recita infinita. La realtà è che la femmina ama ballare senza se e senza ma. Il problema è che col passare del tempo, il branco famelico diminuisce continuamente di numero, appesantito ed appagato da altri soddisfacimenti meno raffinati e decisamente più rozzi, dal cibo ormai abbondante e disponibile, all'ordalia sportiva che placa il germe violento dell'ormone infiacchito dall'età.
Così per appagare comunque la voglia mai sopita di muovere i corpi al ritmo delle cetre e dei timpani, sono sorti come funghi appositi luoghi dove strutture dedicate campano di questi desideri, istruendo le novelle Menadi alle ultime novità. Naturalmente le poche fortunate che hanno ancora a disposizione un rappresentante della sottospecie nemica, adatto alla bisogna e anzi ben contento di sottoporsi alla fatica, possono spaziare nel vasto mondo dei balli di coppia, dal liscio al latino americano, fino al sensuale ed avvolgente tango argentino. Le poverette, invece, che non riescono ormai più a smuovere i corpacci in disfacimento su cui un tempo, avevano cullato dolci illusioni, li abbandonano nelle poltrone dotate ormai di vibromassaggio e si trovano costrette a ripiegare sui cosiddetti balli di gruppo, nati appunto, come è giusto, vista la richiesta, per soddisfare questi pruriti. Grande successo quindi, grazie alle novelle Mimallonidi, per il Country line, ballo che arriva dal nuovo mondo, ma che si avvale di esperienze antiche e che può dare finalmente le cercate soddisfazioni. Certo bisogna controllare che l'investimento dia i risultati attesi. Ecco quindi a corredo della chiacchierata di oggi, la performance della mia sposa appartenente ormai di diritto al corso advanced.
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La musa inquietante.
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Tersicore
giovedì 4 febbraio 2010
La musa inquietante.
Ne ho già parlato, ma devo ribadire che Tersicore è una Musa che pretende fedeltà e dedizione, quando ti accoglie tra i suoi adepti, non c'è più niente da fare, è un abbandondarsi totalizzante che non lascia spazio ad altre passioni, che ti prende senza che tu possa più opporti al suo abbraccio soffocante. E come ho già detto è, in generale, la femmina a soggiacere a questo dominio, quando entra nel tempio e se ne fa sacerdotessa per sempre, pronta a partecipare e a subirne i prepotenti e periodici baccanali, in cui persa la cognizione del tempo e dello spazio si fa interprete perfetta del volere della dea. Tutti credo concordano col fatto che invece, il genere maschile è assai meno sensibile a questo morbo, se non in rari casi, in cui diventa difficile discernere se l'attività coreutica è veramente fine a se stessa ed al godimento puro che deriva dallo stordimento causato dall'apnea delle continue giravolte, con conseguente minore afflusso di sangue arterioso agli emisferi cerebrali, cosa che come è noto era ricercata da certi particolari cultori del piacere estremo, oppure se viene considerata come parte accessoria ma non certo secondaria, dell'arte dell'acchiappo, attività questa, ancora molto curata da diversi elementi, anche in età più avanzata, che suggerirebbe all'opposto, altre e meno impegnative, se pur soddisfacenti dedizioni, come gli scacchi e le bocce (aggiungo per carità di patria, tenere in piedi un blog). Rimane il fatto che tutte queste sacerdotesse ambirebbero invece ad avere un sacerdote accanto che consentisse contemporaneamente lo studio e lo sviluppo del baccanale in maniera tradizionale, mentre, proprio per le ragioni sopra accennate, questa categoria deficita nel modo più tragico, costringendo le poverette a non potersi dedicare a settori come il liscio e i balli standard per totale mancanza di materia prima. Più soddisfazione invece arriva dalle sezioni latino-americano e tango argentino, ma qui è facile leggere la cifra della succitata voglia di acchiappo, che fa lievitare se pur di poco, la presenza maschile. Ecco il motivo del grande successo dei balli di gruppo che possono sfuggire parzialmente a questa logica di coppia, potendo comunque avere soddisfazione anche da una sbilanciata presenza dei due sessi. La mia povera signora è stata particolarmente sfortunata sotto questo riguardo, avendo maturato da un lato una sfrenata passione per la danza e subendo al suo fianco la presenza di un personaggio, assolutamente inadatto, per dimensioni e per attitudine, alla bisogna. Per non intristirsi dunque avvizzendo vicino al caminetto nei lavori di ricamo e di tombolo, abbandonata da tempo la sublime arte del Tai Ji (dopo aver confessato che praticava solo per amore), ha dovuto quindi rivolgersi a questo tipo di balli, che per la verità, anche visti dall'esterno appaiono accattivanti e non privi di una loro selvatica attrattiva. Così il virus della febbre del Country Line Dance e la scuola di ballo Eclisse, l'hanno ormai completamente conquistata, ne è avvinta e convinta allo stesso tempo e pare ne tragga un buon giovamento fisico e psicologico e questo mi sembra che sia un bene. Naturalmente io, anche se non partecipe dell'attività più propriamente ludica, sono chiamato spesso ad intervenire per documentare e allo stesso tempo ho così la possibilità di apprezzare i progressi e di controllare che il danaro delle lezioni sia stato ben impiegato. Comunque anche al fine di tenervi al corrente di questi fatti, allego il video che illustra la performance di Natale, chi sa che anche qualcuna delle mie lettrici non venga attratta nel gorgo. Non fatevi distrarre dagli altri ballerini, la mia ha cappello nero e camicia a scacchi blu.
sabato 16 gennaio 2010
Il poncho ricamato.

Ancora pochi kilometri nella selva poi, un altro piccolo paese, Zinacantan, poche case sparse attorno ad una chiesa bianca profilata di giallo vivo. Era in corso una festa e tutto il sagrato era addobbato di colori e di festoni, mentre gli uomini con in testa il Majordomo ballavano al suono di una orchestrina . Suoni che curiosamente mescolavano sonorità latine a ritmi più cupi, più antichi e severi capaci di dare un senso di estraneità senza vera allegria. Gli uomini a piedi nudi, ballavano ritmicamente e anche rimanendo a prudente distanza era tutto un rutilare di colori vivacissimi che emergevano con prepotenza dai mille ricami delle loro camicie che la tradizione vuole preparate con cura dalle donne della famiglia. Questa è una delle principali attività delle donne Tzoziles che abitano questa parte della selva e si dice che se non è in grado di ricamare una bella camicia per il suo uomo, una ragazza non è ancora pronta per sposarsi. Lasciammo la piazza lungo un sentiero laterale senza dare nell’occhio, dopo aver visto l’interno della chiesa in tutto simile a quella di Chamula, con un piccolo specchio alla base delle statue lignee dei santi, dove il postulante per liberarsi della brujerìa, il malocchio, dopo aver preso la pozione di erbe suggerita dal curandero, esegue la limpia, raccontando la sua storia tra le lacrime e pregando fino a che la sua espressione non appare serena. Lo specchio la restituisce tale solo quando il dio-santo lo ha perdonato, dopo l’offerta magari di quattro uova e della lunga preghiera protratta fino allo sfinimento. Niente sacerdote, neanche qui, un cappuccino viene solo qualche volta all’anno per somministrare i battesimi e se ne va dopo aver celebrato una breve messa. Curiosando tra le case, il volto triste di una bimba che fungeva da butta dentro, ci invitò ad entrare in una capanna a due stanze. Nella cucina, con il fuoco al centro bolliva una gran pentola nera con verdure, mais e fagioli, mentre il fumo usciva dalla piccola apertura sul colmo del soffitto. Buttò dentro una gran manciata di chilli rossi come il fuoco e come i ricami che ornavano la sua camicia bianca, mentre nell’altra camera, la figlia grande lavorava su un telaio mobile una lunga pezza di stoffa colorata.

lunedì 7 dicembre 2009
Suoni tra antiche mura.




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lunedì 1 giugno 2009
Mettersi alla prova.







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