Prosegue la strada, tra distese di meli, la ricchezza della regione, che occupano ogni possibile spazio coltivato, ordinati e coscienziosi nel far crescere in silenzio i piccoli pomi che appena si intravvedono tra le foglie, ancor troppo minuti per diffondere nell'aria i loro profumi, ancor bisognosi di lunghe cure. Sale la Val Pusteria fino a Brunico e lungo il gradiente della montagna a Teodone dove puoi vedere forse il più bel museo all'aperto d'Italia. Ad illustrare la vita di tre secoli la splendida dimora nobiliare Mair am Hof del 1690, con le sue ricche sale, i suoi mobili d'epoca, la stűbe perfettamente conservata, la splendida e unica collezione di cetre, ma soprattutto la cappella, solenne nei suoi ricchi fregi barocchi, dai banchi in legno scolpiti in foggia di leone e le grate in alto del matroneo al di là delle quali le signore potevano assistere in piena privacy alla messa. La ricca collezione di strumenti e macchine agricole, nonché delle carrozze padronali arricchiscono l'immenso fienile a lato.
Poi d'improvviso, insperato il grigiore delle nuvole basse si apre e tra gli alti e bianchissimi cumuli vaporosi, raggi caldi di sole estivo ci consentono di passeggiare a lungo nella vera unicità del museo, quattro ettari di prato smeraldo con 20 masi della valle, qui trasferiti e completamente ricostruiti con i loro arredi, dove artigiani mostrano i lavori e signore in costume si fanno aiutare da gruppi di bambini a fare il pane o la frittata del Kaiser o seguono la storia del miele. Come mai solo nel nord Europa si riesce a ricostruire in modo così coinvolgente questi spaccati di vite passate? Percorsi che muovono migliaia di visitatori ogni anno, in cui molti passano l'intera giornata quasi forse un parco di divertimenti e vi assicuro che questo non ha nulla da invidiare ai più famosi fratelli austriaci o norvegesi. Una cultura che tende a valorizzare i ricordi rendendoli vivi, attuali e direttamente fruibili in opposizione all'idea di museo statico e forse spesso noioso. Dopo aver camminato a lungo tra le antiche costruzioni, la vicina Schlemmer Stűbe ha rinfrancato i corpi con i suoi gnocchetti tirolesi allo speck dai delicati sentori fumosi.
E poi l'incontro che non mi aspettavo; alla Cooperativa produttori patate da seme di Brunico, un vecchio amico che non vedevo da 25 anni, che mi fu maestro nei misteri della patata (absit iniuria verbis), il Dott. Biadene, forse il maggiore esperto italiano di questo campo, attivissimo ancora nonostante i suoi 89 anni, che ci ha condotto in visita mulinando il bastone per mostrarci i locali e la tecnologia che sta alla base di questa produzione, rimasta unica in Italia. Per me un tuffo emozionale nel passato, a rivivere esperienze (di cui magari vi riparlerò) tra Primura, Desirée e Bintje, tra virus Y e classe élite, marcescenze ed addolcimento da gelo, che momenti, che nostalgia! Infine la serata, fresca e riposante, trascorsa a passeggiare per lo stupendo centro storico di Bressanone o se vogliamo, chiamiamolo pure Brixen, perché è inutile che vogliamo forzare la mano, qua è terra tirolese a tutti gli effetti e tu ti senti straniero e circondato da una cultura completamente diversa. Passare sui lungofiume circondati di giardini, le rive ricoperte di fitti alberi, camminare per i portici bassi e semideserti, mentre i passi risuonano sulla pietra antica, arrivare alla grande piazza centrale dove le due chiese incombono severe con i grandi campanili.
Solo pochi rumori vengono dalle locande con le piccole porte sovrastate da insegne in ferro battuto, dai nomi sempre uguali, la Croce dorata o la Goldener Adler, dal sapore asburgico, che aprono su locali caldi rivestiti del legno dei boschi vicini, odore di carni grigliate e fumo, acidità di crauti, dolce profumo di mela cotta di strűdel. Un senso di serena tranquillità proviciale che ti indulge a fermarti a chiacchierare davanti all'ingresso dell'albergo con Fritz, il portiere di notte, con un passato da università di storia ed arte, che ti racconta con il suo italiano dall'accento inequivocabile, la storia di Brixen, delle lotte tra vescovi, l'altalenare della supremazia con Merano e Innsbruck, la lotta contro gli odiati Bavaresi, i passaggi di potere fino agli anni 60, che sottolinea, sono stati anni di guerra civile. Mentre rotea gli occhi e gesticola animatamente da attore consumato, ma forse questi nordici del sud sono più napoletani di quanto credano, lo ascolti rapito e a noi si unisce un passante, un vecchio alpino che data l'ora e la tradizione, interviene con la bocca impastata a far da controcanto. Il sonno arriva lieve a rimescolare bellezza ed emozioni.
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6 commenti:
"...le grate in alto del matroneo al di là delle quali le signore potevano
assistere in piena privacy alla messa..."
Praticamente come quando sono andato in un convento di clausura e le suore lassù seguivano le funzioni, lontane dagli altri fedeli.
Notizie sempre più intriganti, qui!
@Monty - Un po' come nei paesi arabi.
@Adri - Intanto sono a casa al caldo.
Certo che l'Italia ha dei tesori eccezionali.Noi stessi le conosciamo appena, purtroppo.Grazie per seguire il mio blog solo che quello è un blog di prova.Il mio vero blog è Itacanelcuore.Sarei felice di incontrarti la.Grazie ancora.A presto.
Adoro questi posti, mi intriga quel loro italiano con forte accento austriaco, anzi no tedesco, perché l'austriaco ha una cantilena che qui manca.
Il vero Nord Italia non è la Lombardia, non il Piemonte, è l'Alto Adige.
@Annamaria - Grazie anche a te, non mancherò di venirti a trovare.
@Ambra - E' tanto a nord che per i tedeschi è l'estremo sud. Meditate gente.
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