giovedì 21 novembre 2013

La ricerca della felicità.

Dal web - Jin Sheng Tan


E' ben vero che tutto il mondo è paese, ma è anche vero che siamo abituati a considerare genti che stanno dall'altra parte del mondo come tutt'affatto diversi da noi ed in molti casi addirittura incomprensibili alla nostra culture. Io stesso ho ribadito più volte questo concetto di cui sono convinto, rispetto alla mentalità cinese. Ma se scaviamo un po', sotto sotto scopriamo similitudini e sentimenti che rendono davvero l'uomo uguale sotto tutti i cieli. Prendiamo ad esempio la descrizione dei momenti di felicità per un uomo che, puntigliosamente nel 1656 elenca nei Commentari alla commedia La Storia della Camera Occidentale il poeta Jin Sheng Tan, considerandoli come i veri momenti felici di una vita umana, nei quali lo spirito si lega ai sensi in maniera inestricabile. Nelm suo lavoro, ne elenca una trentina, chiacchierando con un amico mentre chiuso in un tempio per quasi dieci giorni aspettava la fine del monsone. Ve ne riporto qualcuno a titolo di esempio.

Un amico che non vedevo da dieci anni arriva a casa nostra al tramonto. Apro la porta e senza chiedergli se è arrivato per mare o per terra, vado nella stanza interna e chiedo umilmente a mia moglie: "Non ci sarebbe una damigiana di vino come quella della moglie di Su Tsung Po?". Tutta contenta lei si leva lo spillone d'oro dai capelli e va a venderlo. La damigiana ci durerà tre giorni. Non è felicità questa?
Mi sveglio la mattina e mi pare di sentir qualcuno che sospira dicendo che la notte passata è morto un tale. Chiedo chi sia e apprendo che è il più astuto, calcolatore e corrotto dei miei concittadini. Ah! Non è felicità questa?
Sto bevendo in compagnia degli amici e sono quasi brillo. Sento che è difficile smettere di bere. Un servo al mio fianco porta un pacco di grossi razzi e io mi alzo da tavola per andare ad accenderli. L'odore dello zolfo penetra le mie nari, va al cervello e, mentre nel cielo scoppia un arcobaleno di colori, mi sento bene per tutto il corpo. Ah! Non è felicità questa.
Ascolto i miei figlioli che recitano i classici correntemente, così come il suono di un'acqua che trabocca da un vaso di bronzo. Ah! Non è felicità questa?
Ho appena portato a casa dall'ospedale la persona a me più cara. Ah! non è felicità questa?

L'ultima invero l'ho aggiunta io, ma mi sembra che ci stia a pennello all'interno del novero dei momenti felici. Ecco, non mi pare che nella lontana Cina di quattro secoli fa il sentire degli uomini fosse poi così lontano dal nostro. In fondo anche noi credo, concordiamo che la ricerca della felicità sta proprio nel considerare le piccole cose. Quindi il nostro Jin Sheng Tan non era poi così lontano da noi, anche se per la verità, il suo avversario dell'epoca, tale Kui Zhuang Jin lo definiva goloso, perverso, licenzioso ed eccentrico. Tutta invidia credo e malevolenza. Messo all'indice dal Maoismo per il suo atteggiamento critico verso il potere in generale e poco amato anche alla sua epoca, finì decapitato per aver partecipato ad una pubblica protesta contro un politico locale corrotto e corruttore di giudici.


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3 commenti:

il monticiano ha detto...

E la peppa, ci andavano leggeri a quei tempi,addirittura la decapitazione.
Sarebbe bello se anche qui in Italia si applicasse tale pena a qualche politico di cui non faccio il nome ma penso che si capisca.

Unknown ha detto...

Per prima cosa — ad essermi contento — un mio augurio alla persona che tu ti dici cara

Felicità — io credo — chiamiamo quella dea che ce la porta, la cosa che si chiama contentezza
Contentezza che è sempre un altro a te che te la porta; e fai contento ad essere contento, come contento tu gli dici esser contento
Costa una testa, sempre
Prezzo d'esser capace far contenta la grande solitudine che accompagna vivendoti la vita in mezzo agli uomini

Un saluto

Enrico Bo ha detto...

@Monty - Mah , se si comincia a tagliar teste , non so quando si finisce!

@Tent - Grazie. felicità è cosa fragile e minuta come un cristallo dal gambo sottile.

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