Danza di benvenuto |
Il brindisi di benvenuto |
Abbiamo cenato nella camera del capo e della sua famiglia, per noi è stato addirittura preparato un tavolino su cui sono stati disposti i piatti, legumi, morning glory con l'uovo, una verdura tipica in oriente, pesci fritti, pollo ed un mazzetto di piccole bananine dolci. La signora si mostra attiva attorno al fornello nuovo che deve essere un arrivo recente, dato che lo esibisce con un certo orgoglio. Sbrighiamo in fretta la pratica visto che sta per cominciare la festa. Infatti ci spostiamo di nuovo nel ruai, dove tutti gli abitanti della longhouse si sono radunati. Il capo col suo vice, l'anziano Burau che era stato il capovillaggio precedente e Ganie stanno appoggiati al muro di stuoia davanti a noi per il benvenuto ufficiale, un lungo discorso che il nostro amico traduce con compunzione seriosa. Un ringraziamento per aver percorso così tanta strada per venirli a trovare ed un sincero apprezzamento per il nostro interesse alla loro cultura, oltre al desiderio espresso conchiarezza di farci sentire in famiglia. Dopo la nostra risposta e la consegna dei regali che abbiamo portato come da tradizione, parte la distribuzione. Con il capo al centro, si avvicinano i rappresentanti di tutte le 43 famiglie della longhouse e ad ognuna viene consegnato in parti rigorosamente uguali, il sapone, i sacchetti di sale, i pacchi di biscotti e le altre varie cose che ci eravamo procurati la mattina al mercato dell'ultimo paese a valle.
La distribuzione dei ragali |
Le donne in particolare mostrano molta soddisfazione; ripongono le cose nella loro sacca e finalmente arriva il momento per cominciare la festa tradizionale. Una sorta di orchestrina di percussioni, un gamelan rustico ed un gong appeso ad un trespolo, inizia un suono che accompagnerà le evoluzioni dei ballerini che simulano la caccia o movimenti di battaglia o la ricerca delle prede nella foresta, mutando solo di tanto in tanto il ritmo nei momenti di maggiore pathos. Tutti si divertono e applaudono i ballerini che scuotono i cappelli da cui spuntano le colorate piume dell'hornbill, strabuzzano gli occhi verso l'alto come avendo scorto una preda o espongono il petto con furia all'arrivo del nemico. Ogni tanto uno spettatore porge loro un bicchierino di grappa di riso che bevono d'un fiato ricominciando il cerchio di passettini ritmati. La bottiglie di plastica di recupero piene di liquido trasparente continuano ad arrivare con regolarità e si vuotano in fretta, subito rimpiazzate. Il liquore è dolciastro e apparentemente non troppo forte, non gratta in gola, anzi sembra scendere giù con una certa morbidezza invogliandoti a proseguire. L'uomo seduto al mio fianco, che deve avere già libato abbondantemente fin dal tardo pomeriggio, continua a buttarne giù con regolarità, grazie alla signora al suo fianco gli riempie di continuo il bicchiere per fortuna di ridotte domensioni.
Anziana Iban |
Ha l'occhio piuttosto appannato e alza continuamente la testa verso l'alto a bocca aperta come se cercasse di aspirare aria. Tra una sorsata e l'altra pencola pericolosamente verso di me appoggiandomi la testa sulla spalla. In un inglese basico ma comprensibile chiede - Da dove vieni? - Dall'Italia - Ma è molto lontano?- Abbastanza - Ah!- Beve un altro bicchiere e batte con le palme sul pavimento di legno facendolo vibrare, poi si gira guardandomi con l'occhio spento e di nuovo - Ma da dove hai detto che vieni?- Dall'Italia- Ma è lontano?- Un giorno in aereo - Ha, tanto!- E china il capo di nuovo appagato, in una sorta di torpore continuo, un dormiveglia, interrotto soltanto dai colpetti di gomito della donna che gli rabbocca il bicchiere. Ad ogni colpo di gong più forte sembra risvegliarsi e riparte con il da dove vieni? Solo dopo una mezz'oretta, come avendo assimilato l'informazione, passa ad una fase successiva, -Dove andrai dopo?- A Semporna - Uuuuh! e strabuzza gli occhi inorridito, non andare, lì c'è gente pericolissima, malesi cattivi che ti derubano e poi ti ammazzano, brutta gente, rimani qui, tra noi Iban che siamo brave persone.- Anche questo concetto mi viene ripetuto più e più volte man mano che la serata si evolve fino alla fine dei balli a cui mi aggrego per sfuggirgli, anche se dopo un po' la sua accompagnatrice che, pur avendo bevuto quanto lui, sembra reggersi molto bene in piedi, non se lo porta via.
Danza di caccia - Foto T. Sofi |
Man mano la gente si ritira nelle proprie camere, anche la musica si spegne, di colpo tutti se ne vanno. La vedova che aiuta il capo va a tirare fuori alcuni sottili materassi e prepara i nostri giacigli per la notte nel ruai, il lungo corridoio comune, rimasto deserto. Sopra dispone due zanzariere, poi si ritira. Sapremo poi che quando arrivano ospiti il capo incarica direttamente a rotazione qualcuno delle famiglie più bisognose, appunto vedove o prive di mezzi per accudire gli arrivati durante tutto il loro soggiorno, ricevendo un compenso. A noi è toccata Sindin e il suo giovane figlio che ci era venuto a prendere con la barca al mattino. Adesso sulla longhouse è calato il silenzio della notte. L'ultima persona che vediamo è la moglie del capo che va a staccare il generatore. Finito anche quel lontano scoppiettio, si spengono le ultime fioche lampadine e il buio completo è blandito solo dalla luce della luna piena che entra dalle aperture sull'esterno del ruai. Ora che tutto è silenzio ti accorgi che anche il suono variato degli uccelli della foresta si è spento, neppure l'abbaiare isolato di un cane a segnale che attorno alla longhouse tutto è tranquillo. Cominceranno ad ululare tutti assieme quando nel cuore della notte, un paio di ragazzi ritardatari rientrano, facendo scricchiolare le assi malferme della palafitta. Anche la porta principale è stata chiusa, è ora di dormire. Lontanissimo un uh uh uh chioccio, forse di un upupa che saluta le tenebre, è l'ultimo rumore che puoi avvertire.
La cena |
SURVIVAL KIT
Il giaciglio per la notte - Foto T. Sofi |
La vita nella longhouse è piuttosto tranquilla e la maggior parte del tempo, terminati i pochi lavori da fare, si passa a chiacchierare tra vicini di casa. Di norma dormirete in un letto preparato per voi nel corridoio comune. Una apposita toilette con doccia, piuttosto spartana è stata costruita a disposizione per gli ospiti nel cortile fuori della palafitta. Considerate un piano logistico, dotandovi di apposita torcia, se avete necessità fisiologiche notturne, pensando di dover percorrere almeno una cinquantina di metri sulle tavole scricchiolanti per raggiungere l'esterno della longhouse. Mangerete sempre la cena a casa del capo che viene preparata in abbondanti piatti. Non preoccupatevi di quanto avanzato nei piatti di portata, perché viene consumato subito dopo direttamente dalla famiglia presso la quale siete ospiti o dai vicini che vanno e vengono liberamente nella casa. La vita nelle longhouse è molto comunitaria e la gente circola nelle varie abitazioni senza farsi troppi problemi. Le danze vengono fatte appositamente per gli ospiti e quindi non aspettatevi troppo, se volete vedere davvero una manifestazione importante con centinaia di persone in costumi tradizionali informatevi sulle date dei molti festival che vengono organizzati nei vari paesi. Qui, nella tranquilla pace di una longhouse accontentatevi delle magliette del Barcellona o del Manchester.
L'orchestra |
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
30 - Non di solo pane
5 - Passeggiare
Nessun commento:
Posta un commento