venerdì 7 luglio 2017

Recensione - N. Mukherjee - La vita degli altri


Una grande saga familiare prorpia di molte letterature che racconta la vita di una ricca famiglia bengalese in un largo spazio temporale che abbraccia quasi tutta la parte centrale del secolo scorso, quando l'India attraversa momenti difficili, dai grandi e violenti rivolgimenti politici. Al contrario l'ambiente in cui si svolge l'intera vicenda è in massima parte racchiuso all'interno della grande casa familiare di quattro piani, lussuosa e ammirata dall'esterno, ma che nella realtà è un covo di morbosi odi e ripicche trasversali tra i parenti e le generazioni che la abitano. Il racconto è avvincente e apre un bello spacco sulla vita e sulla mentalità indiana, molto utile a chi vuole meglio conoscere questo paese al di là della comune attrazione esotico-turistica. L'autore riesce a farti appassionare alle vicende delle contorte parentele nel tempo che la vicenda scorre e si ingarbiglia, mentre la famiglia scende inevitabilmente col passare degli anni verso la fatale distruzione. 

Temi classici come l'autorità paterna, la ribellione dei figli, la generazione successiva che erode i successi di quella precedente, mentre alle spalle scorre la storia di questo grande paese, l'arrivo dell'indipendenza, il bagno di sangue della spartizione, la corruzione del potere e la microcorruzione della burocrazia, fino agli eventi del terrorismo naxalita che da noi sono poco conosciuti, se non negli attentati più eclatanti e che invece tanta importanza hanno avuto specialmente nelle aree raccontate dal libro. Non mancano le analisi politiche raccontate attraverso la voce dei vari personaggi, compreso il continuo spezzettamento di un partito comunista che, guarda caso, si dibatte in una successiva esasperata secessione per formare micropartiti sempre più puri e osservanti. Ottimo per passare, date le oltre 600 pagine, diverse ore sotto l'ombrellone. 


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