Borgo del Chianti |
Inutile stare a rimarcare quanto siano deliziosi i paesini del Chianti, se non lo fossero davvero non si potrebbe spiegare il loro successo in termini di afflusso turistico, di richieste di stabilirvisi e del loro appeal anche all'estero, primi credo, a muovere questa moda dei popoli del nord a cercare di venire a stabilirsi nelle nostre zone rurali, un tempo in via di abbandono. Una moda certo, ma assai utile ai nostri fini e che ha creato successivamente una serie di movimenti emulatori a cui il Piemonte, il Veneto, la Puglia, non sono stati estranei ed interessati fruitori. Certo questi tempi, per altri versi duri, ma per questi aspetti positivamente innovativi, con la possibilità del lavoro da remoto, hanno contribuito, contemporaneamente alla lungimiranza di alcune amministrazioni locali, a favorire queste "immigrazioni" che danno fiato alla convulsione delle città e a realizzare compiutamente questo fenomeno, ripopolando e valorizzando aree dimenticate e invece sorprendentemente belle. Tutto questo, apparentemente al momento, ha contribuito a non snaturare questi paesini, che non hanno subito l'aggressione urbanistica avvenuta sulle nostre coste negli anni sessanta e successivi, ma anzi, hanno visto il loro tessuto di costruzioni spesso degradate, quando non abbandonate, riprendere vita, avere ristrutturazioni conservative e di recupero tali da renderli bellissimi anche alla vista di chi viene in visita e non solo a chi li abita. Sono davvero belli questi paesini né piccoli, né grandi, con le loro case ordinate nell'aspetto e nel loro reticolo medioevale che le abbarbica le une alle altre, mostrandone i loro aspetti più antichi e affascinanti. Certo molti locali si sono trasformati in botteghe, trattorie, ristorantini, che sfruttano la fortuna locale, ma ben venga, ad utilizzare il turismo che scorre come una linfa benefica attraverso le stradine per alimentare un corpo altrimenti esangue.
Anche di questo la nostra terra ha tanto bisogno. Castellina in Chianti è uno di questi borghi, fascinoso quanto mai, specialmente se non ci arrivi nei momenti di grande affollamento, se ne percorri le stradine alla sera, quando anche i turisti della giornata se ne sono andati e le vie sono illuminate dalle luci gialle della notte, il cielo ormai buio con un solo fioco chiarore dalla parte dove è disceso il sole. Si sentono i rumori dei tuoi passi sulle pietre del selciato antico, battono un eco carezzevole che appaga l'animo e ne attutisce gli spigoli, inducendolo alla serenità. I negozietti sono ormai chiusi, anche i clienti delle trattorie sono pochi, come i rumori della sera. Il borgo è disposto lungo una direttrice principale e si allunga sul crinale di un colle, circondato dai meravigliosi vigneti di Sangiovese che hanno fatto la fortuna di questa terra, ma del vino parleremo avanti, adesso lasciatemi godere il passeggio lungo queste case antiche fino alla piazzetta che svela la facciata della antica chiesa, solida pietra che disegna coi suoi pilastri netti, una tripartizione classicamente romanica, incorniciata da delicati archetti e accompagnata dal campanile in omogenea campitura. La scalinata che ne consente l'accesso pareggia con intelligente progetto di antica architettura lo scoscendimento del sagrato e appena poco più in là arrivi all'antica rocca con la sua torre di protezione, dalla quale di certo potresti ammirare all'intorno un paesaggio di mirabile bellezza, che mi è stato negato, dal fatto che è buio, con aggiunta della valida scusa che il tempo è nuvoloso e quasi nebbioso e soprattutto, perché bisogna essere sinceri, anche qualche giorno dopo, quando le condizioni sono cambiate e se ne è presentata la possibilità, dal numero dei gradini necessari a raggiungerne la sommità.
Una buona scusa è stata la solita fretta e la mancanza di tempo, situazione che mai dovrebbe accompagnare le vostre peregrinazioni di vero viaggiatore, che parte sempre senza biglietto di ritorno. Cetto questi momenti di solitario abbandono, quando puoi apprezzare il fascino degli angoli più nascosti senza fare a gomitate con gruppi di studenti chiassosi in gita scolastica, sono una delizia impagabile, ma se ci pensiamo bene, chi di queste cose campa, invece ha assoluto bisogno che la folla sia sempre più numerosa, che guardi, ma soprattutto che entri nei negozi e nei locali, che consumi, che compri, che faccia girare il grano, che così tutti sono contenti, Questo di certo uccide il fascino del luogo, ma se ci pensiamo bene è anche quello che lo crea e soprattutto che lo fa vivere. Dunque dispiacciamoci un po', ma lasciamo correre, è il piccolo contributo di disagio che ci permette che si crei questo indotto positivo, che ha ricadute benefiche, su tutti i settori, quelli produttivi, quelli del commercio, quelli dell'immobiliare. Dunque passeggiare scegliendo i momenti migliori se si può, senza troppo pensare a queste cose, godendosi l'itinerario sotto gli archi del lungo camminamento sotterraneo che corre lungo il muraglione a protezione dei palazzotti e delle case addossate le une alle altre per formare quasi un corpo unico; il paese com'era dai tempi del medioevo. E infine entrare in uno di questi locali per cominciare a degustare finalmente quella cucina toscana, che negli anni cinquanta ha insegnato all'Italia intera, con le sue trattorie, cosa fosse la vera cucina regionale. Qui ho potuto assaporare la tanto nominata cinta senese, maiale che il solo nome fa apparire il piatto come ancora più sapido e gustabile, la tagliata delicata e cotta nella giusta maniera, credo addirittura che da queste parti rifiutino di servire carne a chi la chiede ben cotta e la piacevolezza di chi ti serve, che certo non guasta, quando vuole offrirti il nocino fatto in casa dalla zia, delizia che arrotonda la bocca e ti fa chiudere la serata, felice. In fondo basta poco e ti fa ancora più gusto pensare che te lo meriti.
Paesaggio del Chianti |
SURVIVAL KIT
Castellina in Chianti - Borgo al centro della zona del Chianti, a cavallo tra Val d'Elsa e Val di Pesa, molto indovinato come posizione per chi vuole esplorare questa area. Paese medioevale molto omogeneo (nei dintorni potrete trovare anche rimanenze etrusche, in quanto l'area è popolata da tempi antichissimi), potrete passeggiare nel centro antico pedonale, lungo il passeggio coperto degli archi con scorci sulla valle, visitare la chiesa di an Salvatore con affresco del '400, la rocca con un piccolo museo e gli innumerevoli negozietti e soprattutto enoteche. Ovviamente come in tutti i paesi della zona e non starò a ripeterlo più oltre, il tema fondamentale è il vino. Nell'Enoteca Antiquaria, pare siano ospitate addirittura 15.000 etichette di vini toscani con bottiglie di oltre 100 anni. Naturalmente potrete visitare il paese nei momenti delle numerose manifestazioni su questo tema che si svolgono durante l'anno, ma se volete evitare la folla, godetevi il passeggiare alla sera tardi in un giorno feriale di una setttimana fuori stagione per ammirare gli antichi palazzi della via principale, lo Squarcialupi, il Bianciardi e tanti altri e apprezzerete sommamente questo territorio desiderando di ritornarci.
Ristorante Sotto le volte - Via delle Volte 14 - Con accesso nel camminamento degli archi e sale ricavate dalle vecchie cantine dei palazzi sovrastanti, mangerete sotto antiche volte, una cucina toscana, ma non solo, con piatti molto ben presentati e serviti con cura. Atmosfera piacevolmente romantica. Ovviamente la carne la fa da padrona, dichiarata locale e cotta al punto giusto, così come il maiale della Cinta senese. Con due piatti abbiamo speso 26 € a testa. Inoltre abbiamo bevuto il Chianti classico migliore dell'intero giro, Lilliano 2019, davvero una bella bottiglia, conteggiata a 24 €, che in ristorante mi sembra un prezzo del tutto onesto. Nocino della zia impagabile (infatti viene gentilmente offerto). Consigliato.
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