mercoledì 25 maggio 2022

Un tour d'Italie 9

Torri di San Giminiano

Difficilmente riesci a svegliarti presto tra questi colli che di mattina sono avvolti da bruma leggera, nubi basse o nebbiolina che vi sale anche se irti non sono. I filari ordinati li discendono mostrando da vicino solo gli spunti di tenero verde che diventeranno poi esplosione di foglie e di pampini. Gli olivi invece ne dipingono le curve di livello con un grigio verde timido, quasi volessero farsi perdonare la loro lentezza nel crescere, nell'attorcigliarsi affaticato di tronchi e rami, in quel produrre frutticini così piccoli e stenterelli, a loro volta così faticosi da cogliere, come se non volessero lasciare il luogo natio per andare a frangersi su una dura pietra, spremuti controvoglia. Pure vicino all'immenso tronco della grande quercia continui a girar lo sguardo in tondo, cercando casolari lontani ed a contare le punte a lancia dei cipressi neri che segnano l'orizzonte. Certo in un ambiente del genere non hai voglia di andar via e cercare la meta della giornata, se pur carica di promesse di tante note bellezze; te ne staresti qui, serenamente a gustare il silenzio, a rilassare mente e corpo, a calpestare zolle umide, a perdere lo sguardo nei quadri gialli di fiori di colza, giallo acido e un po' alieno, così come l'olio che ne verrà e chissà che non venga buono anch'esso, dopo il ripudio idiota di altri oli lontani e l'abominevole distruzione e perdita di quelli vicini, cancellati dal clangore delle armi. Ma come puoi pensare a queste cose in questo mondo che sta a metà tra la favola e l'espressione artistica, che puoi immaginare tracciata da una mano femminile di qualche pittrice trascurata a favore di suoi colleghi meno meritevoli e dal tratto violento a raccontar battaglie e fragori di arma. 

Il fatto è però, che questo meraviglioso agriturismo che ci ospita non fornisce colazione, insomma bed senza breackfast, e dunque anche se è vero che al cuore non si comanda, la mattina si ragiona meglio se butti giù qualcosa di caldo meglio se accompagnato da qualche altra cosa di friabile che si sfoglia lentamente in bocca lasciandoti il sapore di qualcosa di buono, sia frolloso che croccante, sentori di cioccolato o crema di pistacchio che sia. I bar pasticceria stanno lì per questo, così ti risolvi ad abbandonare i colli ed a seguire la strada secondo un itinerario già precedentemente deciso. Bello sarebbe, è vero, proseguire a casaccio, lasciandosi guidare solo dalle sagome invitanti che vedi coronare le alture, le mura di Monteriggoni stanno lì come un cartellone pubblicitario, per invitarti a sostare, ma oggi il programma è fitto, così ecco non molti chilometri dopo, la selva di torri che annunciano San Giminiano. E' questa una delle gemme Toscane ed Italiane in assoluto. Vale e rivale più visite perché il piacere che ne avrai camminando per le sue strette vie, fitte di case antiche e di palazzi, fontane, chiese non si negherà a ritornarci più volte, così come il riandare in un ristorante che ti ha dato grandi sensazioni una volta, ti è sempre cosa grata e desiderabile. Non starò quindi a raccontarvi il piacere e la maraviglia davanti ai monumenti famosi, ai cortili nascosti che si disvelano al curioso che voglia buttar l'occhio al di là di portoni lasciati un poco aperti, agli interni di chiesette all'apparenza spoglie ma fascinose e profumate di incensi. Il loro racconto dettagliato e di certo più puntuale e illuminante lo troverete in abbondanza su guide e siti internet come quello magnifico della Pro Loco. 

Le piazzette sghembe ed i vicoli contorti dalla anarchica urbanistica medioevale, da sole vi daranno un piacere assoluto al percorrerle lentamente col collo all'insù a cercar le tante torri dell'orgoglio familiare, qualcuna alta che millanta potere e potenza, qualche altra solo un poco più bassa o resa mozza dalla sconfitta di orgogli invidiosi o semplicemente dalla fine dei fondi a disposizione come capita spesso anche nelle migliori famiglie. Già, la città delle torri, quasi un infinito catalogo di misirizzi emblematici a chi ce l'ha più lungo o più grosso, esibendo tutto il catalogo, questa più tozza, quella sottile ed allungata, quell'altra dalla superficie scabra e rugosa. E considera che vediamo solamente quelle rimaste di questa allegoria di un maschilismo che oggi quasi fa sorridere. Però percorrendone le strade, non farti infastidire dalla presenza ad ogni porta di botteghe e locali chiassosi, dai grappoli di salumi, dai sentori di tartufi o di taglieri grevi di colesterolo. E ancora pizze e focacce al taglio, sventolar di tovaglie appena disceso qualche gradino, in cantine ed antri un tempo di certo ben diversi, ci sta comunque che questi luoghi siano anche occasione di campare e di campar bene per chi questi borghi ha curato per secoli e ce li ha conservati perché oggi potessimo goderne. Tanto non li troverai mai deserti e silenziosi, se non forse a notte tarda, contentati quindi di vederli in mezza stagione senza la folla e la pesante calura estiva che magari te li farebbe volgere in ingiusta antipatia. 

Così ragionavo passeggiando e stupendomi ad ogni angolo e ad ogni nuova visione. Già nuova e magnifica tale da rimanere a lungo seduto su una pietra sporgente ad ammirare la grande piazza col Duomo imponente, dalla facciata nuda e severa e davanti, i palazzi più famosi e già ti immagini il podestà in vesti abbondanti di panno fino che ne varca la soglia. Mamma mia che meraviglia, che suggestioni, che colpi d'occhio da macchina del tempo. Tutto è così generatore di fascino da far apparire sempre nuovo ogni scorcio, ogni se pur noto monumento. Tuttavia bello è il lasciarsi trasportare da questa onda di ammirazione per la perfezione imperfetta delle trame medioevali, ma davvero questo luogo così bello mi appare all'aprirsi di ogni scena, al disvelarsi di ogni fondale, sempre nuovo e mai visto, sino a che non comincia a sorgermi un dubbio, che via via si insinua palesandosi come sempre più scomoda verità. Ma non è che io a San Gininiano, non ci sono mai stato? Come è possibile che non abbia un chiaro ricordo di questa piazza della Cisterna, di questo Duomo mirabile, di questi palazzi che grondano storia? D'accordo, tante cose ho visto, tante volte sono stato in Toscana, però che non mi siano rimasti dei flash di cose così particolari e bellissime, mi pare assai strano, neppure se si fossero annegate nei meandri di qualche lontana gita scolastica in cui gli interessi di giovanile demenza erano rivolti ad altro. Però vi devo confessare che più mi sono girato intorno e più mi sono fatto convinto che era davvevo la prima volta che calpestavo queste pietre e benedetto dunque sia il giorno che ho deciso di venire a rivedere questo luogo mai visto e mai così dunque apprezzato.



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