Oggi a Mosca - dal web |
Come avrete notato dalle tracce lasciate in questo locus, una briciolina al giorno come un Pollicino qualunque che spera che qualcuno lo segua e lo venga a cercare nel bosco, mi sono allontanato per qualche giorno, anche stanco della continua atmosfera plumbea che pervade la gran parte dei notiziari. In parole povere non ne potevo proprio più di sentire parlare di guerra e niente altro, anche qualche notizietta sul Covid mi faceva piacere, tanto per arrivare all'assurdo. E invece torno e oltre a notizie tristissime per le quali l'età aumenta il turbamento, mi ritrovo in un pelago tal e quale se non peggiore di quello che avevo lasciato. La guerra, dal cui suono di buccine mi sono tenuto lontano, si è incancrenita, lo stato d'animo di tutti è, se possibile, ancora più esacerbato e le aspettative del mondo viaggiano su di uno scivolo che adagio adagio portano sempre di più verso l'abisso, essendo ormai le opinioni pubbliche di ogni parte sempre più pronte al tanto peggio, tanto meglio. Ho visto un frammento di un talk russo dove un invasato, tra i sorrisetti compiacenti e approvativi della conduttrice, diceva di non capire come mai non si volesse affrontare la situazione nell'unico modo possibile, lanciando un bel missile Sarmat su Londra e cancellando finalmente le isole britanniche, tanto per far capire al mondo che bastano pochi secondi per ottenere udienza in quella parte della terra e si riferiva a noi, che non vuol capire. A me sembra che siano tutti impazziti. Chi decide, pazzo lucido e ben consapevole delle conseguenze di quanto dice e fa, il popppolo incattivito dalle difficoltà varie e storneggiato dall'indottrinamento mediatico, senza rendersi conto delle conseguenze di quanto potrebbe accadere.
Tutti all'unisono, che inneggiano alla guerra santa neanche fossimo talebani, da cui evidentemente non abbiamo imparato molto, se non ad armarli per poi vederseli ritorti contro, sempre contro il proprio interesse e anche quelli della cosiddetta gente di buona volontà, che, a mio parere, dovrebbe sempre ragionare in maniera il più possibile pragmatica e non solo di pancia o seguendo le urla delle tifoserie dalle gradinate. Insomma se ci sono due ragazzi che si picchiano, uno un bullo grande e grosso e prepotente e l'altro più debole ma anche lui tignoso e attivo nel menare le mani, non è che il resto della scolaresca deve mettersi intorno aizzandoli e fornendo al piccolo un coltello e all'all'altro continuando a pagargli il pizzo per le merendine, perché poi arriva il preside e punisce tutta la classe. Al di là di chi ha ragione o torto, se hai buon senso, si cerca di dividerli in qualche modo, di calmarli e riportarli alla ragione, sia quel che sia. Qui mi sembra invece che l'interesse di tutti sia quello di prolungare il più a lungo possibile il disastro; più distruzioni, più morti, più orrori ci sono, meglio è, senza troppo badare ai rischi di disastro totale. Gli USA e la GB alzano sempre di più il tono facendo chiaramente capire che per loro Putin è caduto nel trappolone e adesso che c'è dentro con tutte le scarpe vogliono approfittare per distruggerlo completamente. Cina e India stanno zitte sperando di averne un beneficio alla fine, se si creerà un nuovo ordine mondiale con due blocchi contrapposti, tra debole democrazie e potenti autocrazie in corsa per dominare il mondo. La debolissima Europa che ha solo da perdere in tutti gli scenari, si dibatte per cercare una difficilissima soluzione comune, che comunque la giri la danneggia, complici anche gli interessi contrapposti.
Così tutti gridano sempre più forte. Stoltenberg (nomen omen) fa chiaramente capire che le volontà ukraine non contano una cippa lippa e che la Nato (non certo gli Ukraini) ha deciso che la Crimea rimane dov'è e basta, figurarsi il resto e che la guerra dovrà durare anni, chiara qual'è l'intenzione!!!! I ben governanti Europei sanno solo gridare Armi, Armi, Armi in ossequienza al lato della barricata in cui siamo posti, non valutando minimamente se e quali sanzioni siano più o meno dannose a noi o al nemico o se sia meglio imporne altre ancora più dannose per noi. Vuoi fermare gas e petrolio, bene allora dimmi prima dove si possono prendere in alternativa quello che servirà e fissa il prezzo prima, non che distruggi la mia economia e la tua ingrassa perché mi aumenti il conto della spesa. Zelesnski fa intendere tra le righe che a questo punto lui sarebbe disposto a trattare e viene zittito come un burattino di cartapesta, da quelli che, perseguendo il loro interesse, gli fanno capire che deve stare al suo posto a fare il martire della libertà tutte le sere al microfono e per il resto non rompere i cabbasisi. Putin di cui ho sentito il discorso adesso alla grande parata, ha fatto il logico e atteso pistolotto sull'eroismo del suo popolo per spronarlo e alzarne il livello di sopportazione, toccando tutti i tasti del nazionalismo populista, classici delle dittature, ma tra le righe ha lasciato trasparire che, se chi conta, non le marionette, si volessero sedere al tavolo delle trattative come aveva chiesto a dicembre, forse sarebbe disposto, non sapendo come uscirne diversamente.
Tutto questo gira come da copione logico. La cosa che non capisco invece è come mai l'opinione pubblica mondiale e quella dei popoli strettamente interessati (russo e ukraino) invece di gridare alla guerra, alla guerra, come ha sempre voluto l'interventismo di tutti i tempi più becero e coglione, non dicano tutti assieme adesso basta. Perché il vero e unico interesse della gente su cui cadono in testa le bombe, di quelli che trovano gli scaffali dei supermercati vuoti o i prezzi raddoppiati, che perderanno il lavoro, i soldi, la sicurezza non è a chi va un pezzettno di terra qua e là, l'eroica difesa dei principi democratici, dell'onore, della patria perduta, la Libbertà ch'è si cara, ma è solamente il poter vivere sereni e tranquilli e possibilmente avere il minimo necessario con cui campare, senza dover piangere la morte di figli, o genitori. Cosa volete che importi a una povera vecchia rimasta sola in un paesino devastato del Donbass se sarà russa o ukraina. Ve lo dico io, non gliene frega assolutamente niente, vuole solamente poter andare nell'orto a cavare le patate che sono rimaste, possibilmente evitando le mine e sapere che suo figlio e i suoi nipoti siano ancora vivi, anche se al di là un confine teorico di cui non le è mai importato nulla. Battetevi anche voi con le parole almeno, perché la si smetta di alzare i toni e i due litiganti vengano spinti a sedersi attorno a un tavolo con ogni mezzo, assieme a quelli che contano davvero, Usa, Cina e magari anche il Papa che non guasta e l'Europa dichiari chiaramente agli "amici" quali sono i suoi interessi a cui non vuole derogare per far piacere a uno o all'altro. E quando i nostri politici vanno a parlare con quelli che contano, ufficialmente parlino pure a vanvera, ma in un orecchio dicano chiaramente, guarda che seguirti su questa strada non è nel nostro interesse e se persisti, non non ti seguiremo. E adesso basta e fatemi parlare di altro che poi sarebbe anche lo scopo di questo blog.
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1 commento:
Diplomazia e trattative, certo, ma con chi assassina i proprii oppositori, solo da una posizione di forza.
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