martedì 23 settembre 2008

Estate in alta Val Chisone


Che bella l'alta valle, quando i prati sono coperti di fiori. Quest'anno la stagione fredda si è prolungata e da poco il verde vivo dell'erba si è coperto di decine di colori diversi. Nei valloni protetti dal sole c'è ancora neve, ma è come un piacere camminare attraverso questa pelliccia variegata che ricopre tutti i fianchi della montagna. Sono qui da stamane quando ho seguito le tracce di un cervo dalle corna enormi che ho visto una sola volta quest'anno e che mi hanno portato verso l'alto a godere di questo sole forte e leggero allo stesso tempo, di questa aria frizzante e sottile, che mi fa un poco rabbrividire la pelle. E' una sensazione piacevole e stimolante allo stesso tempo e mi fa essere contento di essere qui in alto, come ogni volta che ci arrivo, se pur rararmente. C'è qualcosa di alto che pervade questi luoghi che non saprei definire, qualche cosa di più grande di me, ma non riesco a dare una forma, un nome a questa immagine di grandezza, di non finito. Ansimando per la salita, senza aver trovato il cervo, sono arrivato in cima al colletto vicino ad una grande roccia che conosco bene, quella con le molte coppelle scavate. Nessuno sa chi le abbia fatte, ma mi rincuora pensare che sia stato qualcuno di noi anche se tanto, tanto tempo fa, pur se nessuno ora ne ha più memoria, prima che arrivassero quelli, così diversi da noi, così feroci, così inquietanti. Ora scendo un poco, attraverso un fianco della montagna ricoperto di alta erba dai curiosi fiori larghi e chiari, nel varco che ha tracciato l'animale che mi ha preceduto riempendomi le narici dei profumi del bosco. Poi, mentre il bosco è completamente in silenzio, un fruscio alle mie spalle mi mette in allarme; tutto avviene in un attimo, con un balzo la tigre dai denti a sciabola si lascia cadere su di me. Avverto solo il suo alito caldo mentre gli artigli dilaniano la mia schiena. Poi comincia a divorarmi. Che rammarico! Di me e forse di tutti noi Nehandertaliani non rimarrà quaggiù neppure la memoria, mentre quei maledetti CroMagnon che emettono così tanti suoni sgradevoli dalla bocca, popoleranno la valle. Noi amavamo il silenzio.

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