sabato 27 settembre 2008

Spiritualità

Questa bella foto che mi ha mandato Diego, grande fotografo che sa quanto amo l'India, mi ha ispirato il piccolo brano che vi propongo.

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Anche questa mattina, come ogni giorno Abinath Patel Singh si è alzato molto presto, quando l'aria greve del monsone è ancora fresca per la notte e si prepara a caricarsi di umidità. Con cura ha lavato il suo corpo e quindi ha offerto una piccola puja sull'altarino di casa, perchè un corpo impuro non può avvicinarsi a Dio e dopo una piccola preghiera, si è diretto, con la mente sgombra e serena, verso l'ufficio che da quarant'anni lo ha visto puntuale e preciso presentarsi ogni mattina. Il dovere e la responsabilità verso la società è una parte importante dello spirito umano, ma anche questo, e Abinath ne è convinto, deve a poco a poco lasciare spazio alla spiritualità per prepararsi degnamente alla prossima vita. Mancano pochi giorni infatti e poi andrà in pensione e potrà dedicare tutte le sue attenzioni alla cura dell'anima. Già da tempo ha ceduto la gestione dei suoi beni terreni ai tre figli e anche con Shakti, la sua adorata moglie che pure in gioventù lo faceva fremere con un solo batter di cilia dei suoi occhi sorridenti, ha stabilito di cessare ogni contatto fisico per non disturbare la ricerca della purezza dei cuori. Shakti forse non ne è stata felice, ma ha accettato con il suo sguardo mansueto che la rende unica ai suoi occhi. Adesso riesce a guardare il suo corpo ambrato ed ancora armonioso col giusto distacco. La consolle elettronica davanti a lui manda i consueti messaggi che vengono processati ordinatamente mentre le tante luci dei pannelli verticali, si accendono e si spengono come fossero fiammelle nel tempio davanti alla statua di Guru Nanak.
Effettua le consuete operazioni, poi beve qualche sorso di thè caldo che Shakti, gli ha messo in un thermos cinese dai colori vivaci. Che ristoro il thè caldo che scende lungo la gola, poi ha un attimo di rammarico a provare quelle sensazioni; è ancora troppo legato alla fisicità del mondo. Lavora ancora un paio d'ore definendo tutti i controlli che gli vengono richiesti, poi in attesa del messaggio di start, si allunga contro lo schienale della sedia aspettando che il dabbawalla gli porti come ogni giorno il pentolino con il pranzo caldo, un thali profumato di spezia che la moglie gli manda da casa. Che miracolo che milioni di contenitori preparati da solerti consorti, ad ogni pranzo vengano consegnati con precisione da un esercito di straccioni analfabeti che non sbagliano mai un indirizzo. Uno smarrimento ogni 6 milioni di consegne, hanno detto, un fenomeno di efficienza studiato senza capirne il segreto, dalle più grandi ditte di trasporto. Non hanno capito che tutto sta nella forza del sistema delle caste che consente ai dabbawalla di tramandare queste peculiarità di padre in figlio. Tante cose non capisce l'Occidente, ma ad Abinath questo aspetto non sembra più molto importante. Un tempo si appassionava alla politica, ma adesso ha raggiunto una serenità che lo fa guardare molte cose da un punto di vista distaccato. Intanto dal monitor compaiono le istruzioni che hanno innestato la routine. Attende le altre tre conferme protocollari, poi Abinath apre con cura lo starter, infila le chiavi che danno il via alla procedura. Si ritirà nella foresta dove c'è un piccolo tempio; lì potrà terminare i suoi giorni di questa vita nella pace della natura e vicino a Dio. Shakti capirà. Arriva l'ultimo consenso e Abinath Patel Singh preme dolcemente il bottone abbassando la leva rossa poi si lascia andare sulla sedia, mantenendo però la schiena in posizione verticale per fare scorrere liberamente l'energia vitale attraverso i chakhra. I dodici missili escono lentamente dai silos e le testate atomiche si innescano automaticamente. Le lunghe scie rosse nel cielo li spingono con precisione, come i vaijra, i carri volanti che bruciano di rossa fiamma descritti nelle Upanishad, verso Karachi, Islamabad, Lahore ed altre 9 città pakistane. Da un cielo plumbeo il monsone si prepara a scaricare la sua quotidiana razione di pioggia che fertilizzerà la terra.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

bella foto :)

Anonimo ha detto...

Noto che sei ossessionato dalla guerra atomica..Purtroppo è sempre più statisticamente probabile che ci aariveremo..

Enrico Bo ha detto...

Caro Stefano, più che la guerra atomica, quello che mi ossessiona è il fanatismo (religioso in particolare)che autoalimentandosi ogni giorno corrompe il mondo e si incista anche in luoghi dove abbiamo sempre credudo albergasse la tolleranza e la mitezza. E' naturale che poi venga strumentalizzato dall'economia, mater dolorosa di tutte le guerre, cui rimando al post di oggi.

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