giovedì 25 settembre 2008

Il campionato

E' tutta la vita che mi sento preparato a questo momento. Fin da quando ero bambino ed ho avuto cognizione di cosa era una palla, ne sono stato attratto magicamente. Poi man mano che crescevo e capivo, l'ammirazione per i campioni di questo sport e per quello che ottenevano, dalla popolarità alla gloria, mi ha affascinato e quasi obbligato a far parte di questo mondo. Man mano che imparavo e giocavo, tutti si accorgevano di quanto ero bravo, di quanta era la mia dedizione e di come ero disposto a sacrificarmi pur di arrivare in alto. Gli anni sono passati e il pallone è diventato quasi un'estesione di me e posso fargli fare le evoluzioni più impensate e spericolate. Vincere le partite non è mai stato il fine del gioco, ma soltanto un mezzo per arrivare più in alto, fino al vertice, come segnato da Dio a questo destino. Così di squadra in squadra sono arrivato alla cima, sono nella squadra più forte del campionato e sono il migliore della mia squadra. Adesso ho quasi tutto quello che ho sempre sognato: l'ammirazione della gente, il benessere materiale per la mia famiglia, impensato per chi era povero e conduceva una vita quasi misera, infine l'urlo senza paragoni della folla che ti fa sentire unico e vicino al cielo. Così di gara in gara siamo arrivati alla fine ed oggi ci sarà il momento della verità, quello che decreterà la squadra vincitrice del torneo, e quindi il campione assoluto, il più forte di questo ciclo. Immagino già, l'ingresso nello stadio con le gradinate gremite di gente che grida e ci acclama, che urla il nostro nome e vedo entrare gli avversari, i nemici da battere senza pietà. Sento dentro di me il desiderio del risultato che sarà certamente nostro, mio; vedo la palla venire veloce verso di me e mi vedo, guidato dall'Alto, mentre la colpisco con forza e quindi la palla che vola precisa a segnare, in un acme sensuale, il punto che ci regalerà, che mi regalerà la vittoria finale, nel boato indescrivibile che sale dagli spalti. La gioia suprema, i festeggiamenti ed infine Io che in una trance divina, salgo lentamente la gradinata per avere il premio agognato da tutta la vita. Mi godrò ancora un attimo la tensione delle migliaia di uomini e di donne che mi ammirano e mi amano; poi, in un attimo il coltello di ossidiana mi spaccherà il petto e il mio cuore strappato e palpitante sarà offerto a Quetzalcoatl. In nome del Dio così partiranno gli eserciti per distruggere i nostri nemici , gli inferiori a noi che non credono.

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