venerdì 12 dicembre 2008

Gioventù bruciata

Erano appena avviati i fabulous sixties. Ma com'è che avevamo tutti quell'aria da James Dean, da gioventù bruciata? (io un po' meno per la verità, c'era già una lieve tendenza alla pinguedine e i grassi non sono mai maledetti). Qualcuno aveva sentito per la prima volta She loves you e diceva che la musica era cambiata anche se quando andavamo a ballare c'era l'orchestra (non si chiamavano ancora "complessi"), che Arturo Testa aveva una bella voce, ma stava passando. In effetti si avvertiva che qualcosa stava cambiando, che tirava un'aria diversa, ma chi poteva immaginare i cinquanta anni successivi. Se penso alle giornate passate seduti su una panchina a quello che si diceva dei giovani di allora, a tutte le nequizie che si pensava avrebbero commesso; vien da ridere. Gli anziani sono sempre gli stessi e dicono le stesse banalità da duemila anni. Ripetiamo oggi le stesse parole di Seneca e siamo convinti di dire grandi verità. Forse noi non abbiamo saputo cogliere l'occasione morale che veniva dal dopoguerra. La voglia di fare e di fare bene si è tramutata in una generazione che ha ammirato e praticato la furbizia come dote, ma il mondo andrà avanti come prima. Passerà la crisi, molti piangeranno, altri faranno soldi, a meno che il Grande Impero non decida di risolvere il problema, come sempre in passato, con una Grande Guerra, sperando di sistemare i suoi debiti con una colossale svalutazione. Del fatto che voleranno le atomiche, a chi comanda non frega molto. Anche dopo quelle, comunque il mondo in qualche modo andrà avanti e ci saranno sempre i ragazzi come te, Lauro, che passavano ore ad aggiustarsi il ciuffo e a farsi ammirare dalle ragazze. Per inventare Fonzie hanno copiato il tuo format.

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