Chi, come me, è attratto dal fascino dlela cultura orientale, non dovrebbe mancare di vedere il MAO a Torino e mai nome fu più azzeccato. Aperto da pochissimo nell' antico palazzo Mazzonis, espone su cinque piani una ricca serie di pezzi, alcuni molto importanti, basti ricordare la celebre Onda di Hokusai, che illustrano con completezza tutti gli aspetti delle varie forme artistiche orientali. Dall'arte del Gandara così vicina alla nostra sensibilità, alle sculture indiane; dalla ricca collezione che spazia in tutte le dinastie cinesi con particolare attenzione al rinascimento cinese del periodo Tang, allo spazio giapponese, forse il più ricco, di cui vediamo una meravigliosa statua lignea di un guardiano del tempio, senza trascurare l' arte islamica e la regione himalaiana. L'esposizione dei pezzi è molto suggestiva e l'insieme si gusta veramente con piacere, lasciando il desiderio di tornare ed approfondire, di aver fatto tutto troppo in fretta. Tutta la sezione dedicata al Gandara, ricca dei reperti in parte provenienti dagli scavi italiani a Botkara nella regione dello Swat pakistano, è certamente il trait d'union che lega i nostri mondi nella grande contaminazione avvenuta dopo l'ellenismo, ma per chi ha l'occhio fino ed è alla ricerca di quei labili contatti che il nostro mondo ha sempre avuto con l'Oriente anche più segreto e nascosto, al terzo piano c'è una chicca per intenditori. Ecco infatti comparire su una bella tanka tibetana illuminata da un faretto, vittorioso su di un cavallo circondato dalle fiamme della sua potenza distruttrice di nemici, un curioso personaggio dell'Olimpo tantrico himalayano. Si tratta di Gesar di Khrom, una divinità nota come conquistatore di regni e distruttore di orde nemiche.
Che c'entra con noi? C'entra, c'entra. Infatti, questa nostra barbuta divinità minacciosa, altri non sarebbe se non Cesare di Roma, della cui potenza e importanza anche al centro del Tibet sembavano avere piena contezza, tanto da divinizzarla a tacito riconoscimento della sua incombente e trasversale presenza in tutto il modo antico, dalla Cina a Gibilterra.
Sono le piccole sorprese che confermano quanto fossero presenti i contatti e le influenze non soltanto artistiche tra le culture nel mondo antico. Non passerete un pomeriggio invano.
giovedì 12 febbraio 2009
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