La parola di oggi, "Lǎo shī ", si presta come di consueto a molte considerazioni su quello che era la cultura cinese. Il carattere di destra significa semplicemente insegnante e comprende, a sinistra il simbolo semplificato della lama, quasi a voler sottolineare quanto deve spingersi all'interno degli allievi zucconi per potervi infilarve il frutto dei suoi insegnamenti, mentre il carattere di destra significa "anziano" ed era in origine costituto da tre segni antichi, oggi difficilmente identificabili nella semplificazione del tratto, "capelli", "persona","cambiamento", cioè la persona a cui cambia il colore dei capelli col tempo, ma con una accezione assolutamente positiva, infatti il significato reale è diventato "saggio, colui che grazie all'esperienza conosce le cose", in netta contrapposizione con "Shao", giovane e quindi inesperto. Anche nel nostro mondo fino ad un paio di generazioni fa solo chi aveva accumulato una forte e lunga dose di esperienza poteva dirsi istruito o sapiente; il progredire del sapere era così lento che il potere culturale era decisamente in mano agli anziani; i vecchi contadini che avevano visto per decenni il fluire delle stagioni, da noi come in oriente, erano i soli in grado di prevedere fatti che si ripetevano in conseguenza di altri fatti. Adesso basta guardare il meteo del colonnello Giuliacci. Oggi il progresso scientifico e la tecnologia sono stati così rapidi che la maggior parte dei giovani venticinquenni hanno più conoscenze della maggioranza degli anziani, che oltre al decadimento fisico hanno perduto anche il potere psicologico della saggezza e sono costretti a passare il tempo a dare i giudizi rancorosi e criticare i lavori stradali appoggiati alle transenne dei cantieri (mantenendo ovviamente il potere economico-politico e da quello sarà dura schiodali). Da questi ideogrammi si capisce dunque il grande rispetto di cui godevano in Cina gli anziani visti come i depositari del sapere che deriva dall'esperienza. Unito al suono Hua , parola, abbiamo "proverbio" , la parola saggia che viene dall'anziano. Sintomatico il carattere Kao, derivato appunto da Lao, che significa esame, come a dire che solo un anziano possiede la necessaria esperienza per esaminare un giovane. Dunque lǎo shī , insegnante anziano, vuol dire Maestro nell'accezione più completa del termine; non solo colui che sa e mostra la tecnica, ma chi sa dare anche il completo insegnamento morale e spirituale. Il concetto che accompagna veramente il concetto di Maestro in tutte le arti marziali.
mercoledì 25 febbraio 2009
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2 commenti:
Come sempre coinvolgente e illuminante... ma la domanda è: siamo sicuri che anche in passato nei momenti delle accelerazioni, delle rivoluzioni, dei cambiamenti epocali, la capacita' di "insegnare", di "essere maestri" non sia di fatto stata dei giovani?
Mah, credo che nel passato i giovani avessero una tale povertà di "conoscenze", che si acquisivano solo attraverso a lunghissime frequentazioni dei maestri appunto, da pensare che difficilmente possano avere avuto una capacità reale di insegnamento. Piuttosto nei momenti d'oro dei cammbiamento, dalla Grecia di Perecle o la Firenze rinascimentale, l'apporto fondante e decisivo dei giovani viene dala creatività e dalla capacità innovativa delle menti sgombre da pregiudizio, proprie di chi ha poca esperienza condizionante. Il grande vantaggio della nostra epoca (e questo credo sia uno dei motivi dell'accelerazione vorticosa della tecnologia e di tutte le scienze e le conoscenze e delle arti anche)stia proprio nel fatto che i giovani sempre di più possono assomare in sè la creatività e la conoscenza, come mai in passato.
Ciò detto, il problema dei maestri sta nel fatto che se bisogna stare attenti ai cattivi amestri, ancora peggio è cadere nella trappola dei buoni maestri, di cui ci si innamora,rischiando di perdere la capacità critica e quel germe del dubbio che rimane alla base della crescita umana e che religioni e altri fideismi assolutistici e non relativisti cercano in ogni modo d reprimere portando solo a estremismo violento.
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