domenica 15 marzo 2009

Partenza



Non ho mai capito come mai il momento che precede la partenza è per me di difficile gestione. Malesseri ipocondriaci, metereopatie varie, chissà; è sempre stato così; un timore dell’ignoto che litiga con la sindrome di Ulisse, una contraddizione nascosta tra le mie inquietudini. Quindi oggi ci sta a pennello una lirica di Zen Shen , poeta di frontiera che nel 750 scriveva così:


Canto della neve bianca.

Il vento del nord avvolge la terra e falcia l’erba bianca
mentre qui, dal cielo tartaro scendono fiocchi di neve.
Questa notte, sento d’improvviso la brezza di primavera;
tra i tanti e tanti rami di mille peri in fiore.
Entra la neve dalle tendine di perla, bagna schermi di seta;
le pellicce di volpe e le trapunte di broccato non danno più calore.
Il deserto non si cura delle distese di ghiaccio,
ma le nubi pesanti tremano per tutto quel gelo!
Qui, sullo spalto, cade qua e là neve di primavera;
il vento sferza una bandiera rossa, immobile, gelata.
Ci siamo detti addio, lì, sulla porta est della Torre della Ruota,
mentre la neve copriva la pista del Cielo.
Dietro la curva, intorno al monte , non ti ho visto più;
sulla neve, solo le tracce dei cavalli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sarà che io ho fatto una vita stanziale finora, ma le poche volte che parto sono euforico e dentro di me spero che succeda qualcosa che non mi faccia tornare più... :)

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