domenica 29 marzo 2009

Datteri freschi (settima giornata).

E' l'ultimo giorno. Sapore di datteri freschi a colazione. Che deliziosa sensazione, questi grossi bacherozzi dalla pelle traslucida ed umida che si apre sotto i denti mentre esce la polpa morbida, dolce ma non troppo, ruvida e carnosa. Un frutto antico come questa terra che sto per lasciare, bella e quindi ambita da molti, fin dai primordi. Qui, nella mezzaluna fertile, è nata l'agricoltura e con essa la voglia di appropriarsi della terra dell'altro, della sopraffazione giustificata da ragioni superiori, dalla ragione dettata da chi è più forte, dalla rabbia incontrollata di chi è più debole, magari anche per questo facilmente manovrabile. Tutti la volevano, gli Egizi e gli Iksos, i Babilonesi e gli Ittiti, tutti a spese di quelli che già ci stavano, tribù nomadi e stanziali, che avevano solo la colpa di stare a casa propria in un bel posto. Percorriamo per l'ultima volta la città Santa, le sue mura orgogliose e passiamo a Meah Shearim, il quartiere ultraortodosso, ben sveglio dal mattino presto dopo il giusto riposo del sabbath, dove è tutto un correre indaffarato di questi personaggi nerovestiti, un po' folkloristici con le grandi barbe ed i boccoli che scendono al lato delle orecchie, delle donne infagottate con schiere di bambini (cinque sono il taglio minimo obbligatorio, altro che diatribe sul preservativo!), tutti sempre di corsa come se stessero per perdere il treno. Non devono trastullarsi in impegni futili come il lavoro, dice il loro credo; anche i bambini non devono perdere tempo a giocare inutilmente, hanno infatti la faccia un po' stranita, poveracci. L'unica occupazione dei maschi adulti è lo studio dei testi sacri e della Kabbalah, la teoria numerologica che vede nella corrispondenza tra numeri e lettere dell'alfabeto una complessa spiegazione di tutta la spiritualità e non solo. Ci sono vecchi saggi che hanno dedicato la vita al tentativo di spiegare perchè la Bibbia inizia con la lettera B invece che con la A. Così è la vita. Costoro e le loro famiglie, vengono mantenuti completamente dallo stato ed hanno una notevole rilevanza politica, formando il nerbo dei partiti estremisti ultraortodossi che hanno per costituzione, un numero di seggi garantito nella Knesset e udite udite, diritto di veto su molti pronunciamenti del Parlamento stesso. E' chiaro quindi che qualunque governo deve fare i conti con questi scomodi personaggi, che essendo certi che la terra di Israele è stata loro promessa da Dio in persona, non sono molto disponibili a dividerla con nessun altro, anche se lì ci sta da duemila anni. Come già aveva fatto a suo tempo il re David conquistando Gerusalemme nel X secolo a.C. e cacciando i precedenti abitatori, costoro sono certi di essere nel giusto, ritenendo che questa gente deve andarsene, non interessa dove, o anche semplicemente sparire, levarsi di torno per non intralciare il disegno divino. Questo è forse uno dei tanti motivi per cui questa gente in questa terra difficilmente potrà trovare la pace che vorrebbe avere. Poi ancora la località di Emmaus e gli affreschi splendidi della basilica crociata, per un ultimo pensiero prima dell'aereo. Bisogna ragionare adesso, fare decantare le sensazioni. Maledizione, ci sono cascato ancora una volta ed ho mangiato tutto il pollo al curry della vaschetta. E' già passata una settimana ma mi rinviene ancora il gusto di coriandolo.

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