lunedì 30 marzo 2009

Riassumendo (fenomenologia della Terrasanta)


Adesso è il momento di ruminare con calma tutto quello che ci passato davanti agli occhi in fretta, sempre troppo in fretta per poterlo soppesare con la giusta considerazione. Cosa ci si porta a casa dopo un viaggio? Immagini, informazioni, oggetti, ricordi, considerazioni. Se si è partiti con la voglia di capire, se si è tentato, certo solo tentato, ma la buona volontà conterà pur qualcosa, di lasciare a casa i preconcetti; se si è cercato di accoppiare le informazioni alle cose viste, alle sensazioni; se si è fatto il tentativo di scavare almeno un poco sotto la superficie dell'apparenza, credo che si sia partiti almeno col piede giusto. Avere un risultato credibile, certo è molto più difficile. Quindi riassumendo, ho visto un paese, Israele, apparentemente tranquillo e vi faccio grazia della classica frase: è un paesi dai grandi contrasti e dalle mille contraddizioni. Scemenza tipica che si adatta anche a Castellazzo Bormida. Quando ci sei, non puoi muovere passo senza sentirti inseguito dalla storia o dalla spiritualità a seconda del tuo sentire. Ogni pietra è carica di passaggi, di mani che l'hanno toccata, di piedi che l'hanno calpestata. Tutto questo è sempre presente e ti insegue anche se vuoi soltanto gustare un paesaggio. La durezza del deserto, le colline fertili, la piana coltivata da chi riesce ad accaparrarsi l'acqua, i paesi corrosi dall'isolamento e dal desiderio di sopravvivere, le città presidiate a scacchiera da chi si richiama allo spirito e tiene comunque un occhio fissato verso il flusso di denaro che arriva col pellegrino, i giovani, che hanno voglia di ridere e scherzare e di avere un futuro. La compagnia dello straordinario biblista, Padre Marcato, che ha saputo sottolinearci con una competenza sottile e profonda i molti aspetti delle realtà non soltanto spirituali con cui siamo venuti a contatto, squarciando il velo di Maja della superficie, per farci vedere anche qualcosa di quanto sta sotto, è stata un aiuto indispensabile all'assunto iniziale, il tentativo di capire e per questo lo ringrazio di cuore.Isrele, Palestina, Terrasanta anche i nomi, che in fondo definiscono lo stesso luogo, si rivestono di significato ben più profondo del loro topos geografico. Tre religioni sorelle ma poco disonibili a trattare, due popoli gemelli che sognerebbero la sparizione dell'altro come soluzione a tutti i problemi, la gente comune che vorrebbe soltanto vivere in santa pace. Ancora una volta il concetto più forte che mi porto a casa e quello che la certezza di essere nel giusto senza nutrire il dubbio, di essere portatore della verità assoluta, che richiede comportamenti conseguenti, è una delle dannazioni dell'uomo, è il fondamento della violenza inestinguibile che ritorce su sè stesso. Avete ragione, non è una gran pensata, potevo anche starmene a casa per avere questa illuminazione, ma assieme alla polverina che fa avere figli, alla pietra del lago di Tiberiade, al rosario di ulivo, alla crema al fango del Mar Morto e al cous cous di Padre Raed, mi pare importante averla ben marcata nella mente. Cosa comune a molti luoghi, certo, qui, un po' più gridata che da altre parti. Avrei voluto capire qualcosa di più, ma credetemi è difficile; intanto adesso cerchiamo di farci amici tutti e poi devo mettere in ordine le fotografie, ci penserò più tardi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

commento un pò cattivello alla foto con i soldati armati. sembravi un "terrorista" con tanto di cintura esplosiva indossata. perdona la grossolana insinuazione.ciao da GLM

Anonimo ha detto...

Nel corso dei miei primi viaggi, col bagaglio mi portavo pure qualche preconcetto, poi viaggiare mi ha fatto bene, ora viaggio più leggero: mi porto solo i preconcetti.
Dottordivago

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