giovedì 14 maggio 2009

Ancora in Terrasanta

Il Papa in Israele. Le morbose attese per le sue dichiarazioni. Ogni parola esaminata e sezionata con cura per trarne vantaggio alla propria parte. Così il rabbino capo è innervosito dal fatto che non è stata sufficientemente ricordato il nazismo, e l'autorità palestinese che non sia stato riconfermato il diritto dei profughi dei campi al ritorno sulle loro terre. I cristiani sono a loro volta delusi per l'insufficiente difesa di una appropriazione paritaria di Gerusalemme e dei luoghi santi. Attraverso questa stretta porticina che avrete visto nei vari telegiornali (per chi ancora li guarda), il Papa è entrato in quella che si identifica con la grotta di Betlemme. Come si vede è stata rimpicciolita ad arte e ci si entra solo chinandosi, per impedire che le orde turche entrassero nel luogo a cavallo in segno di estremo dispregio. E' questo il modo classico degli atteggiamenti interreligiosi. E' proprio dell'ontologia fideistica manifestare sprezzo o quanto meno fastidio per l'altro, atteggiamento che sta alla base di tutte le violenze provocate e santificate dalle religioni. Ecco il senso di insofferenza e di antipatia o quantomeno il motteggiare derisorio che esprimono persone apparentemente sensibili, nel vedere una donna velata o al sentire il richiamo del muezzin, al ciondolare simmetrico degli ultraortodossi al Muro, alle barbe o ai turbanti Sigh, quasi che fossero diverse espressioni dagli ossessivi segni di croce o dal mangiare ostie. Ecco perchè è così difficile che su questa terra cali la pace tra la gente che a solo questo ambirebbe. Ecco perchè, come non bastasse il fuoco che cova all'interno, dall'esterno tutti soffiano forte non appena i tizzoni sembrano rischiare di spegnersi, anche se le dichiarazioni ufficiali sono di segno opposto. Se non è sufficiente l'estremismo proprio di ogni religione, aiuteranno le mille divisioni interne tra le medesime in lotta tra loro più ancora che con le altre, per affermare una supremazia che significa potere e incremento dell'influenza sulle coscienze. Così la sottolineano e la incrementano i giornalisti, che partono gonfi di preconcetto e vedono quello che già sono predisposi a vedere, sottolineando quello che già avevano deciso di dire prima della partenza, come il vedere i cristiani di Terrasanta stretti ed oppressi in maniera paritaria da Ebrei e da Musulmani. Come dice Padre Rael di Taybéh, vengono, guardano e non capiscono niente di questa realtà. Qui Musulmani e Cristiani convivono senza problemi da quasi 1400 anni. Questi luoghi sono stati periodicamente e alternativamente devastati da gente che arrivava da fuori per liberare (leggi appropriarsi) popolazioni che non sentivano nessun bisogno di essere liberate. Oppure chi decide che questa tera è sua perchè glielo ha detto la sua divinità e tutti gli altri devono scomparire, levarsi dai piedi, non disturbare con la loro indesiderata presenza. I villaggi stanno l'uno a fianco all'altro ed i ragazzi dell'Islam vanno nelle scuole cristiane senza attriti; si gioca al pallone assieme e si litiga solo perchè l'arbitro non ha dato il rigore. I problemi li portano quelli che arrivano da fuori, che vogliono stabilire delle regole per ricordare a tutti le differenze (buone le proprie, cattive quelle altrui) e soprattutto chi comanda.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi piacerebbe tanto che fosse come dici tu. il fatto è che invece io temo che l'odio sorga anche dal basso. ma spero di avere torto.
l'orsopio

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