mercoledì 6 maggio 2009
Oro
Guardavo con attenzione questa foto inviatami da Diego, e in un lampo mi sono rivisto attorno a quel tavolo dalle parti di Taskent o giù di lì. La signora era tosta e serissima. La trattativa andava avanti da settimane e quell'incontro che avevo sperato fosse conclusivo, si stava arenando nelle panie dei dettagli. L'offerta dell'impianto era dettagliatissima, ma lei continuava ad esaminare con cura gli schemi ed i layout con la disposizione delle presse. Poi, quando sembrava conclusa la parte tecnica, ricominciava la estenuante battaglia dei prezzi. Gianni, maestro di trattativa, spalmava grasso virtuale sotto le ruote del contratto per farlo lentamente scivolare verso il porto sicuro della firma, ma come sempre tutto si rivelava più duro del previsto. La madama era una roccia, continuava a fare emergere dubbi, quando vedeva la nostra irremovibilità sulla cifra totale, ritornava sulla parte tecnica, chiedendo più uomini per l'avviamento. Verso le sei eravamo stremati; mentre fuori calava il rosso e polveroso tramonto uzbeko, la presidente, con gli occhi che erano ormai fessure tagliate nel cuoio, manteneva le pieghe della bocca girate verso il basso. Poi la svolta, il ricordo di Venezia, richiamato nel momento giusto da Gianni accompagnato da un congruo arricchimento della lista ricambi, ebbe ragione del carapace inattaccabile e la mano, fece scivolare la penna lentamente ma inesorabilmente verso la sigla del corposo fascicolo. Girata finalmente, l'ultima pagina della terza copia, con l'apposizione (conditio sine qua non) del famigerato timbro rosso rotondo, avvenne il miracolo. L'imperatrice baffuta sciolse la rigidità, le pieghe della bocca si girarono magicamente verso l'alto e le labbra si aprirono come il coperchio di uno scrigno fatato mostrando una splendida, completa, sfavillante ed orgogliosa chiosa di 32 o più zanne completamente ricoperte d'oro massiccio, che arricchivano la risata cristallina in modo solido e concreto. Oro, ricchezza esibita con orgoglio, eterna fonte di potere, distinzione dal volgo e solido investimento al riparo da derivati e subprimes. Un forte abbraccio, in cui sentii con un misto di timore e rispetto, le fauci digrignate e pericolosamente vicino al mio orecchio e poi gran finale al ristorante, dove la vodka contribuì solidamente a farci partecipare ai balli tradizionali di gruppo. L'oro baluginò a lungo per tutta la lunga serata di festa.
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