venerdì 9 ottobre 2009
In mezzo al Drakensberg.
Oggi ancora Africa, magari per puntualizare alcune osservazioni che a me sembrano di qualche importanza, ma che non sento mai fare da nessuno. Quando scattavo questa foto, preso dal piacere di poter guardare ed essere guardato da vicino da un piccolo di giraffa, curioso come tutti i bambini anche se controllato con attenzione, stavamo attraversando il Lesotho, un altro staterello del cono sud, una piccola enclave circondata e quindi completamente dipendente dal Sudafrica. Un territorio collinoso ricoperto di bush e savane, con la piccola capitale Maseru situata sul confine che ospita una delle poche attività del paese, le case da gioco, dove affluiscono nei weekend i Sudafricani a fare quello che è proibito a casa loro. L'unica altra cosa notabile di questo piccolo regno è il cappello a cono dei contadini, raffigurato anche nella bandiera, tanto per dire. Tutto intorno la catena dei Drakensberg con i suoi monti selvatici, le foreste, i cañon rossi e profondi, i piccoli B&B con le tazze da thé di porcellana che ti fanno sentire nella Svizzera sudafricana, pure essa parte di questa Mama Africa, così antica, così primordiale, così conquistabile, depredabile, controllabile, incontrollabile, così difficile da capire. Fermatevi a pensare un attimo. Questo continente è di certo quello classificato come senza speranza. E' il più povero e quello con possibilità di vita inferiore. Il più arretrato, il meno alfabetizzato. Ci si può andare, depredare quello che si vuole, portarci le schifezze di cui ci si vuole liberare, vendere quello che non si può più vendere. Ammazzare, rendere schiavi, sfruttare, un vero paradiso per tutti quelli che nei secoli hanno avuto potere da qualche parte. Europei, arabi, indiani, se ci andate adesso è pieno di cinesi. Cinesi da tutte le parti, che vendono che costruiscono, che portano via. Terra di nessuno che anche i cambiamenti climatici mettono tra i più sfavoriti, aumentandone la desertificazione, l'erosione e così via. Terra madre e maledetta dove con rara sinergia si accanisce tutto ciò che è nemico all'uomo. La carestia, la fame, le guerre, l'ignoranza, il clima, le malattie. Alcune di queste sono talmente micidiali da rappresentare l'incubo della mente, come Ebola o Marburg, virus che lasciano in vita attorno al dieci per cento della popolazione, altre subdole come HIV, uccidono con lentezza e si diffondono così con maggiore caparbietà, tanto che in molte parti oltre il 30% della popolazione è infettato, altre antiche come la malaria sterminano in silenzio decine di milioni di persone con una costanza ammirevole. Le stragi delle guerre poi decimano o eliminano interi gruppi etnici in pochi anni. Africa spopolata in pochi decenni quindi. Vediamo un po'. All'inizio del secolo scorso vivevano in Africa poco più di 100 milioni di persone che avevano più o meno lo stesso tenore di vita odierno, ma oggi dopo circa un secolo stiamo raggiungendo allegramente il miliardo con una progressione geometrica inarrestabile. Ma come, non era la strage degli innocenti, la desertificazione etnica, l'annichilimento totale? E' qui che si misura la tigna del genere umano; in presenza di evidenze che estinguerebbero qualsiasi specie in pochi decenni, noi ci moltiplichiamo a dismisura in maniera irrefrenabile. Più aumentano le possibilità e le cause di morte e più aumentiamo di numero. E' il motivo per cui la nostra specie si è imposta su tutte le altre, consumando tutte le risorse a disposizione e sostituendole con le proprie scorie; un fenomeno naturale che è stato quello vincente e che inutilmente si cerca di arginare perchè è anche quello che ci ha permesso di imporci nel pianeta per poterlo consumare tutto con progressione geometrica. Non c'è malattia, guerra, radiazione, carestia che ci fermi, al massimo un piccolo stop che non fa che aumentare la forza moltiplicativa della specie. Più si crepa e più ci si moltiplica, è la nostra forza; naturalmente cercando di spostarci verso quei luoghi dove si sta meglio per poter avere un po' di quel che non abbiamo. Certamente lì non ci vogliono, perchè, lì, un altro automatismo genetico fa sì che dove si sta bene, dove diminuiscono i problemi di fame, guerra, miserie e malattie, automaticamente non ci si moltiplica più, non serve. Se non si vuole che l'Africa si sposti in Europa e cessi di crescere, c'è solo una soluzione. Quando staranno bene come noi, non si muoverà più nessuno. Nel frattempo, se non arriva un asteroide a cancellare in un colpo tutta la vita sul pianeta, l'uomo ci sarà sempre, seduto sui cumuli di scorie che produce, tagliando la gola al suo vicino per rubargli un pezzo di pane che sembra sempre il penultimo. Nessun altro essere è come noi , forse solo i topi.
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2 commenti:
Bella analisi, giuste osservazioni.
Va da sé che nelle zone più povere, più arretrate, l'uso dei contraccettivi è decisamente limitato se non nullo.
ciao Enri,
g
un quadro purtroppo troppo vero!! la stupidità umana non ha confini.
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