giovedì 20 gennaio 2011

Cronache di Surakhis 37: L'assedio.

Eravamo ormai all'ultimo atto. Nell'inverno livido di Surakhis, le bufere impietose spazzavano il pianeta con furia devastante. L'imperatore si era rinchiuso nella Rocca per attendere l'ultimo assalto della canea degli oppositori. Lassù si sentiva ragionevolmente sicuro e ben difeso, avendo disposto sulle mura imprendibili del castello schiere ben armate di Ad Vocats, scelti tra i migliori della galassia che continuamente costruivano nuove difese, scudi fotonici e impedimenta di vari gradi, man mano che gli assalitori, divisi in gruppi scomposti, sgretolavano le vecchie. In una torre lontana avevano imprigionati i più riottosi Judicantes che ora attendevano la giusta punizione. Forse la soluzione migliore era quella di darli in pasto alle processioni degli Adorantes che riempivano le ecclesie del partito unico in continue novene di salvazione in nome dell'Imperatore straziato dalle persecuzioni. Il Martirologio imperiale comprendeva ormai centinaia di preci dedicate. Non aspettavano altro per sfogare su qualcuno la loro rabbia.

All'interno della Rocca intanto si svolgevano con il consueto ritmo le Sacre Orge per mantenere di buon umore la Satrapia anche in quei difficili momenti. Come sempre il Fedelissimo Visir e i più accreditati Lenones avevano convocato il meglio delle sacerdotesse galattiche, con le più diverse specializzazioni, tutte di una bellezza morale straordinaria e capaci di allietare e risollevare qualunque depressione. Dalle più abili Multilinguate dell'universo conosciuto, fino alle adepte della sorellanza delle Risucchianti, capaci, si diceva di formarsi a comando nuovi orifizi in ogni parte del corpo, tutte circondavano il letto dove l'imperatore giaceva immobile. Le sue carni stavano imputridendo da tempo, ma i frequentatori della rocca si erano fatti asportare i nasi e non erano infastiditi dalla puzza tremenda che ammorbava il salone delle feste. L'unico organo attivo stava lì, come un orgoglioso misirizzi esposto in tutta la sua gloria.

Gli era appena stato trapiantato ed era in perfetta efficienza, senza contare che questa volta avevano scelto un Megalopenico di Antares III per la donazione e il risultato lasciava senza fiato anche le sacerdotesse più esperte. Tutte facevano a gara per esercitare la loro specialità sulla mostruosa estroflessione, intanto, mentre gli aghi psichici stimolavano i centri del piacere senza sosta e un sorriso soddisfatto era come dipinto sul suo volto, quelle che avaveno finito di operare, cercavano di nascondere nelle borse capaci qualche piatto d'oro o una preziosa stoviglia di pietra di Baum. Nessuna sapeva se ci sarebbe stata un'altra occasione; intanto l'imperatore era completamente avulso da quanto lo circondava, concentrato solo sulle immagini che gli arrivavano direttamente al cervello della bellissima Sapphire, una extra galattica arrivata con una astroscialuppa dalla Magellanica Minore che ballava nuda ritmando con movimento ipnotico le dodici enormi mammelle. La cascata di riccioli biondi che gli incorniciavano il nobile viso si scosse appena mentre una morbidissima Tentacolata di Rigel terminava la posizione della Scimmia Urlante Abbracciata all'Albero e subito l'imperial vulcano esplose spruzzando per alcuni minuti le baccanti che danzavano sfrenate attorno alla barella, cercando qualcosa da rubare.

Era il clou della serata che tutte aspettavano e di cui si favoleggiava tra gli Adorantes. A questo scopo, nell'ultimo trapianto i dirigenti della banca degli organi avevano provveduto ad innestare una vaschetta accessoria da 5 litri con schizzatore automatico per rendere il tutto più realistico. Ad ogni modo le sacerdotesse aspettavano solo questo per sciamare festose dal Pagator che preparava le sacche zeppe di crediti. Una Tentacoloide di Capella aveva registrato tutto con una telecamerina innestata in un oculo frontale, avrebbe sempre potuto servire un domani. Oltre le mura la battaglia infuriava disordinatamente. A tratti tutti tentavano di squarciare il muro principale con i laser, un attimo dopo, con il cervello devastato dalle sonde mentali che li informava della variazione dei loro conti sulle galassie esterne, straziavano i vicini a colpi di lancia.

Sharp che aveva lanciato il primo assalto, faticava a tenere unite le sue schiere che, man mano giungevano notizie contrastanti, passavano dall'altra parte dello spalto e sparavano sugli alleati di poco prima. Alcuni stavano a metà, incerti sul da farsi, in attesa di come si metteva la battaglia, venendo straziati da entrambe le parti. Gli schiavi non partecipavano all'assalto, erano rimasti intrappolati nella miniera di Paularius, dove i Morigeratores li avevano trattenuti per decidere se i loro organi dovessero essere espiantati prima del decesso o direttamente durante le ore lavorative. Lontano, dal fondo della valle, arrivavano forti e chiare le giaculatorie ritmate degli Adorantes: "Pau-per - im-pe-ra-tor! Pau - per -Im-pe-ra-tor!". Nell'ombra, le Gilde rimanevano silenziose, la presa definitiva del potere, adesso era davvero più vicina.



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4 commenti:

Ambra ha detto...

Un racconto fantastico, immaginifico che sta tra passato e futuro, creando fra di essi uno stretto ed indissolubile connubio. Memoria di baccanti e anticipazione di creature galattiche.

Enrico Bo ha detto...

@Ambra - La fantascienza sa presentare l'incredibile come se fosse possibile, questo è il suo merito, anche se tutti sanno che questo tipo di cose non possono accadere nella realtà.;-)

AdriRips aka Ginevra ha detto...

raduna tutte le cronache e tieniti pronto all'instant book!

Enrico Bo ha detto...

@Adri - altro che istant qui andiamo avanti da anni!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!