Come si sa non c’è nessuno così occupato come chi non ha
niente da fare. Per questo motivo, io sono così preso da attività varie che ho
pochissimo tempo per leggere e riesco a mala pena ad esaurire nell’anno i libri
che mi regalano, non più di una ventina all’anno (come noterete dalle mie
recensioni). Dunque non riesco mai a comperarmi i volumi che mi interesserebbero.
Per fortuna che gli amici regalatori, mi conoscono e gli argomenti sono quasi
sempre quelli che mi avvincono. Ecco dunque questo volume che ha avuto, pare,
un sorprendente successo di pubblico, anche se l’inizio potrebbe apparire un
po’ noioso. La scusa viene dal seguire il percorso di una collezione di
netsuke, microscopiche sculture in avorio o ambra o legno di bosso della
tradizione giapponese, che si tenevano legate all’obi del kimono e che
rappresentano animali, frutta o piccole scene della vita quotidiana. In realtà
l’autore, un artista ceramista inglese, in questa ricerca ripercorre la storia
della sua famiglia, i famosi banchieri ebrei e commercianti di granaglie
Ephrussi, sette generazioni attraverso tre secoli.
Una storia affascinante che
percorre paesi e città segnati dallo svolgersi degli eventi che hanno condizionato
l’800 e il 900 a partire dal piccolo shtetl, un misero villaggio ebreo al
confine tra Polonia e Ucraina fino ad Odessa, dove cominciano le fortune della
dinastia che li porteranno nella Parigi fin de siècle, mentre un altro ramo
conquisterà i fasti della Vienna imperiale. Ma la storia si intreccia
mirabilmente con tutti i movimenti artistici dell’epoca e con gli artisti ed i
letterati che vengono a contatto con i vari personaggi della famiglia, mentre
si continua a seguire il viaggio della collezione di statuette in movimento tra
Parigi, Vienna e Tokio. Latente sempre sullo sfondo il problema ebraico.
Lascia
stupiti leggere le documentatissime ricerche, dove emerge un odio razziale, che
partendo dai pogrom della lontana Russia si trasferisce con una virulenza che
lascia senza fiato nella Parigi della Belle époque (vedi affaire Dreyfus), dove
leggi con orrore le parole che riguardano gli ebrei di personaggi come Degas e
Renoir; sentimenti affatto uguali nella Vienna Asburgica, dopodiché il nazismo
e le sue opere appaiono come conseguenze assolutamente logiche e naturali, ben
approvate da una parte molto consistente del sentire comune. E’ davvero
interessante la comparazione di questi documenti francesi e austriache ed è
altrettanto curioso notare come argomenti, parole e concetti siano gli stessi
che oggi si sentono spesso nelle esternazioni dei vari movimenti
nazionalpopulistici dei vari paesi europei di oggi (dove variano ormai dovunque
tra il 7 e il 20 %) riguardanti gli immigrati arabi. C’è da meditare molto al
riguardo, mentre ci si lascia accompagnare in questo racconto avvincente a più
livelli. Oggi non ho neanche trovato il tempo di fare il bagno, eppure in
spiaggia faceva piuttosto caldo.
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6 commenti:
quando si dice il destino ^___^ cercavo giusto un libro da leggere, ciauzzzzzzz
@Marty - Intanto benvenuta. Spero che ti piaccia come è piaciuto a me, specialmente per l'atmosfera e l'analisi del momento storico. Come romanziere o scrittore, per carità non è che sia la fine del mondo, ma ce ne fossero...
@Marty - Scusa ma non avevo capito che eri tu! Io non commento mai da te, perché dovrei sempre e solo ripetere slurp, slurp, slurp!
mi era venuto il dubbio che mi avessi scambiata per un' omonima......... goloso ^_________^ ti capisco anche io ormai commento poco nei blog di cucina per lo stesso motivo, ciauzzzzzzz
@Marty - Non, no, ti ho individuata bene, a prop, qualche bel viaggio in vista? (visto che abbiamo le stesse passioni!)
Sono contenta che ti sia piaciuto, io l'ho trovato estremamente affascinante, meglio di un romanzo
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