lunedì 29 aprile 2019

Ancora in giro per Parma


Il teatro Farnese

La Certosa dal chiostro
Visto che le feste sono quasi finite e non sto più nella pelle di riportarvi sulle strade dell'Oriente, a me più consuete, se no che senso avrebbe il titolo di questo blog, oggi vi racconto ancora qualche cosa di Parma. Intanto mi sembra giusto dedicare due parole ad un monumento che, noto soprattutto per il grande romanzo storico stendhaliano è in realtà piuttosto negletto. L'altro giorno, in cui sono riuscito ad organizzarmi la visita, ho appreso che la Certosa di Parma, ha in realtà perduto la sua valenza di edificio religioso da oltre due secoli. Dapprima, già alla fine del 1700 il complesso dei suoi edifici erano diventati una fabbrica per la produzione del tabacco, poi concluso tale compito, nel '900 divenne riformatorio prigione e addirittura campo di concentramento per disertori nel '45, infine dal '75 è diventata sede della Scuola di Amministrazione Penitenziaria. I soli edifici del complesso che fanno riferimento al passato religioso, sono la chiesa la cui facciata ha subito un rimaneggiamento settecentesco e il chiostro imponente. C'è da dire che tutto il complesso ha poco a che vedere con il celebre romanzo che ne prende a prestito solo il nome, in quanto le descrizioni sono totalmente di fantasia e forse riferite a edifici romani come Castel Sant'Angelo. Inoltre la chiesa è stata seriamente danneggiata nel terremoto del 2012 ed è stata restaurata e riaperta al pubblico soltanto da pochi mesi!

Museo della Cina
Ecco quindi la possibilità di una visita tutto sommato interessante. La chiesa piuttosto maestosa, presenta tutta una serie di affreschi a trompe l'oeil sulle pareti che danno una sensazione di navate successive che si susseguano all'infinito, mentre gli arredi più preziosi, come le importanti pale di fine quattrocento dei Mazzola e di Amedei, attualmente alla Galleria Nazionale. L'edificio tuttavia, internamente conferisce una sensazione di teatrale monumentalità. Anche l'immenso chiostro alle spalle della chiesa, pur essendo spoglio, racconta di passati fasti e presenta ancora tutta la serie delle sue colonnine originali. Ciò detto, vi propongo un'altra chicca: il Museo della Cina ed Etnografico. Nato nel 1901 da un nucleo di oggetti cinesi, questo piccolo ma interessante museo si è via via ampliato fino ad aggiungere la parte etnografica con l'arrivo di molto materiale giunto attraverso appunto i Missionari che operavano in Congo, Amazzonia e Messico. La serie dei materiali esposti è davvero interessante e esibita con molta accuratezza, con l'accompagnamento di bei filmati. Bellissimi i dipinti, le statue e naturalmente i famosi vasi di varie dinastie. Per chi è interessato al genere direi che non bisogna perderselo, anche perché non è molto conosciuto dagli stessi parmensi. Esaurito questo capitolo non mi rimane che parlare del pezzo più ghiotto della città, naturalmente dopo il complesso Cattedrale, Battistero: il Palazzo Ducale della Pilotta.


Sala della famiglia Giulia
Non sto a raccontarvi tutta la storia del colossale edificio che doveva rappresentare la potenza dei Farnese prima e poi è ritornato a nuovi fasti con l'avvento dei Borbone. Solo un cenno al curioso nome, dovuto al fatto che nel grande cortile del Guazzatoio, i soldati spagnoli erano soliti giocare alla pelota, in epoca molto in voga, uso che ne ha segnato quindi il nome attuale. Il grande complesso di edifici che ha subito infiniti rimaneggiamenti nel tempo, inclusi i pesanti bombardamenti durante l'ultima guerra mondiale, oggi è contenitore, tra le varie altre cose, di quattro pezzi fondamentali. Il primo è il Museo archeologico nazionale, che contiene pezzi preziosi che partono dalla preistoria per passare ad una intera sala dedicata all'antico Egitto con bei sarcofaghi dipinti ed importanti papiri ed infine molta statuaria romana, con pezzi che provengono quasi tutti dagli scavi del Farnese sul Palatino, inclusi due colossi (Ercole e Bacco, esposti nella pinacoteca) ed una serie di statue rappresentanti i membri della famiglia Giulia fino a Nerone giovane. Una intera stanza è dedicata ad una raccolta numismatica, dalle monete della Magna Grecia, fino agli stati italiani. Il secondo settore di grande valore è costituito dalla Galleria Nazionale che comprende, assieme a moltissime grandi tele seicentesche, pezzi straordinari tra cui si annoverano Beato Angelico, Parmigianino, Guercino, Canaletto, Tintoretto e Correggio.


Leonardo - Testa di fanciulla
E' presente proprio in fondo alla galleria uno straordinario disegno di una testa di fanciulla di Leonardo da Vinci, forse uno studio per qualcuna delle sue opere maggiori, di grandissima suggestione, presentato in una penombra ammaliatrice che vi farà rimanere a lungo seduti in ammirazione. Magnifica anche la serie delle pale tre e quattrocentesche.  All'interno di questa tuttavia, c'è quella che, a mio parere è la vera chicca del complesso intero, il ristrutturato Teatro Farnese, costruito per ragioni di pura rappresentanza e chiaramente sproporzionato ai bisogni, nel 1618 da Ranuccio Farnese e pesantemente danneggiato durante l'ultima guerra mondiale. Completamente costruito in legno di abete rosso friulano, dall'Argenta che si ispirò all'Olimpico di Vicenza del Palladio ed a quello di Sabbioneta dello Scamozzi, occupa un salone di oltre 80 metri di lunghezza nel quale è elevata una cavea ad U di quattordici gradoni che poteva ospitare almeno 3000 persone. Vi assicuro che con i suoi fregi, le sue statue lignee e i suoi stucchi, è di una maestosità senza pari e comunica assolutamente la sensazione di ricca potenza in base alla quale è stato voluto e progettato. L'odore di legno vecchio che pervade il gigantesco ambiente non può non affascinare qualsiasi visitatore e rappresenta sicuramente il pezzo forte di questo complesso.


La biblioteca
La sua storia è davvero curiosa, in quanto venne costruito da Ranuccio che aspettava la visita di Cosimo II, Granduca di Toscana di passaggio per Milano, tanto perché si sapesse in giro di cosa erano capaci i Farnese, ma Cosimo si ammalò e rinunciò al viaggio cosicché il teatro completato rimase inutilizzato per dieci anni e successivamente in quasi un secolo fu usato solo nove volte prima di piombare in totale decadenza. Finita questa visita, insisto assolutamente obbligatoria, non vi rimarrà che dare un'occhiata, sono solo due saloni, alla magnifica Biblioteca Palatina a cui si accede anche attraverso il maestoso scalone. Magnifico il colpo d'occhio sugli antichi volumi ordinatamente conservati sulle pareti nelle teche a soffitto. Tra gli oltre 700.000 volumi conservati, va sottolineata la presenza di oltre 3000 incunaboli e di moltissimi scritti e corrispondenze di Verdi oltre alla più importante raccolta di manoscritti ebraici del mondo. Al momento erano esposti anche una vastissima serie di libri e documenti riguardanti l'opera dello stampatore Bodoni e tratti dall'omonimo museo. Insomma direi che un giro per la Pilotta a cui consiglierei di dedicare almeno una mattinata, specialmente se sarete da queste parti in una giornata uggiosa, valga assolutamente la pena e sia importante per mantenervi nella memoria una immagine della città che vada un poco al di là dei soliti tortelli, torte fritte, salumi, prosciutti e parmigiani che voi crapuloni avete in mente già prima di partire. Una città che ha tanto da dare alla fine oltre che da mangiare.

La Certosa - Affreschi restaurati dopo il terremoto


SURVIVAL KIT
Affresco all'interno della chiesa della Certosa


Certosa di Parma - Ovviamente in via della Certosa alla periferia nordest della città, è aperta tutti i giorni (9-12, 14-16) festivi e sabato solo al mattino. Ingresso gratuito, la visita avviene accompagnati da una guardia, essendo il complesso di pertinenza della Polizia Penitenziaria, lasciando un documento. Informatevi per la celebrazione delle messe se siete interessati. Per la visita è sufficiente una mezz'oretta.

Palazzo della Pilotta - Come detto sede di importanti realtà museali, è aperto da martedì a sabato (8:30 -19), domenica 13-19; lunedì chiuso. Intero 10 Euro. Imperdibile.

Museo della Cina ed Etnografico - Viale S.Martino , all'interno del giardino dei Missionari Saveriani con parcheggio interno.  Chiuso Lunedì - Feriali 9-13, 15-19  Domenica 11-13 15-19 - Intero 3 euro. Sembra che sia uno dei più belli d'Italia.


Statuetta zoomorfa Tang

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