domenica 23 giugno 2019

Recensione- F. Cancogni - Il pane del ritorno



Per gli amanti delle saghe familiari, un libro piuttosto avvincente, di una scrittrice ultranovantenne di buona verve narrativa che racconta la vita travagliata di due ragazzine ebree orfane, nate in Uzbekistan e della loro vicenda che le ha condotte attraverso il secolo scorso per un viaggio infinito fino all'approdo finale in Israele. Intriso nella sconsolata sensazione dell'ebreo perennemente perseguitato in qualunque luogo vada, la vicenda è pervasa da una vena di tristezza, per una esistenza fatta di tappe obbligate e subite continuamente senza possibilità di scelta. Pieno di fascino il racconto che si dipana attraverso i paesaggi dell'Asia Centrale, per vie contorte che si incrociano continuamente tra di loro e dove la via più facile per arrivare alla meta non è mai la più corta. Sarà ancora maggiormente apprezzato da chi quelle terre lontane e desuete ha avuto il privilegio di vedere, di incontrare gli sguardi di chi ci vive, di condividere con qualcuno questo pane del ritorno, fragrante e appena cotto, di cui mangerai un boccone, mentre il resto rimarrà lì, appeso alla porta in attesa del tuo ritorno, un giorno. 

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