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La Cattedrale della Valletta |
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Gli sposi |
Ed eccoci tornati sull'isola principale, anche se in leggero anticipo sulla tabella di marcia, per cui ci sta giusto una piccola sosta a Paradise Bay, una lingua di sabbia dorata a poche centinaia di metri dopo l'uscita dal porto. D'accordo che l'accesso è praticamente sbarrato da una grande struttura di ristorante e servizi, che immagino piena di gente in estate. Ma adesso non c'è quasi nessuno ed è praticamente tutto chiuso, sulla spiaggia poche persone, un gruppetto di ragazzotte italiane in vacanza di sole donne, un festival di cellulite giovanile, e sugli scogli ai bordi della spiaggia, due sposi con un fotografo che sta facendo loro il servizio. Il suo aiutante si dà un da fare terribile, alza il vestito della sposa lasciandolo al vento, sposta le scarpe insabbiate, tira su il risvolto dei pantaloni allo sposo che sembra piuttosto impacciato. La sposa ride, chiaramente felice e si lascia andare in pose languide tra le braccia di lui, getta indietro la testa, scrolla i capelli, insomma tenta di simulare tutte le pose classiche che ha visto fare alle modelle della fattispecie. Sguazzano un poco a piedi nudi nell'acqua, facendoseli lambire dall'onda gentile. Gridolini di piacere di lei, occhio appassito di lui che prega solo che tutto finisca in fretta. Poi raccolgono le loro cose, il fotografo l''attrezzatura e risalgono la scala che porta al parcheggio, anche questa è fatta, chi sa se li aspetta ancora il baccanale o se la giornata è già finita in gloria.
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Duomo di Mosta |
Ormai la spiaggia è deserta e il sole cala inesorabile, come tutte le altre sere, ma stavolta proprio a picco sul mare in un orizzonte pulito e senza una nuvola. Non una vela, non un luzzu, nessun barcone di immigrati all'orizzonte. Torniamo al nostro hotel di Bugibba che, non avendo trovato di meglio, ci sembra addirittura niente male, tutto sommato. La madama ci riconosce subito e ci porge la chiave con l'aria di: eccoli qui i miei polli, ma dove volevano mai andare. Allora finiamo la serata in gloria da Ta Pawla, ormai siamo aficionados, con la miglior bistecca di tonno alla griglia mai mangiata, enorme, tenera e succulenta e poi ci andiamo a mangiare un bel gelotone al pistacchio dalla Dolce Sicilia, che in queste cose ci sanno fare. Al tavolo a fianco, un gruppetto di edili, muratori o capimastri, non saprei, siciliani anch'essi, stanno architettando, beh siamo in tema, grandi business in zona con gli occhi che brillano. Si vede che qui lo sblocca cantieri è in piena operatività. Si va a dormire presto che domani ci sarà da trottare parecchio, rimangono le cose migliori, tenute per la fine, appunto dulcis in fundo. Partiamo infatti di buon ora perché prima di arrivare nella capitale volevo ancora fare una sosta per strada a Mosta, per vedere la famosa chiesa del miracolo, che tra l'altro pare anche che porti anche buono. Arriviamo sulla piazza della cattedrale, imponente per la verità, ma basta un attimo di esitazione e finiamo intruppati in una coda di 23 (dico ventitre) autobus, che vomitano nella piazza un migliaio di croceristi.
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La rotunda |
Ogni drappello è capitanato da una guida dal piglio deciso che cerca di accaparrarsi la posizione migliore per entrare tra i primi, per mettersi nel punto giusto per rimirare la cupola, per fare la sua concione nelle varie lingue. I malcapitati corrono dietro al loro cartello esposto bene in vista con tanto di numero, che poi ognuno ha anche appuntato sul petto, non sia mai che qualcuno si perda. Dopo un faticoso parcheggio riusciamo ad intrufolarci tra la calca e a seguire un nostro percorso per vedere almeno il cupolone e anche questo spacciato tra i più grandi del mondo. In un angolo c'è anche la (finta) bomba del miracolo, che colpì proprio la cupola perforandola, durante un attacco aereo della seconda guerra mondiale e spiaccicandosi successivamente sul pavimento ma senza esplodere e se no, dove sarebbe il miracolo. Giro intorno di ordinanza, sacrestia con oggetti sacri e stendardi e poi via prima che la colonna corazzata riprenda il suo sentiero di guerra, verso La Valletta. Arriviamo ancora ad un'ora accettabile e trovo posto con facilità nel parcheggione nuovo che è stato preparato nei fossati che circondano le mura della cittadella. L'abusivo che staziona lì intorno mi succhia un euro, non è caro. Bisogna ammettere che vista da sotto è davvero imponente, mura altissime che torreggiano sul fossato, poco più in là l'ascensore per arrivare in cima all'ingresso, maledizione, quasi finito, ma non ancora in funzione, così ti becchi la scala interna fino in cima.
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Cappella di Our Lady of Victories |
Arrivi all'ingresso grandioso, beh, i Cavalieri facevano davvero le cose in grande. Superi con una certa perplessità il parallelepipedo imbarazzante che Renzo Piano ha progettato per metterci il nuovo palazzo del Parlamento e che proprio all'ingresso ti ficca un bel pugno nello stomaco, visto al fianco agli eleganti palazzi settecenteschi che lo circondano. Va bene, non stiamo qui ad aprire una diatriba vecchia come il mondo, sarà anche vero che ogni epoca deve lasciare un suo segno, ma questo, è proprio una bella botta; andiamo avanti senza ulteriori commenti. Per il resto invece la città all'interno delle mura è veramente bella e suggestiva. Ampie vie contornate da palazzi gentilizi, molto ben mantenuti e costruiti con grande gusto nella pietra dorata, consueta dell'isola. Facciate eleganti e ricche alternate a chiese imponenti, scalinate, piazzette, angoli più nascosti, davvero tutto molto piacevole, un salotto in cui passeggiare immaginando ambascerie di visitatori che vengono ad omaggiare il gran maestro, religiosi in pellegrinaggio, uomini d'affari che traversavano il Mediterraneo in cerca di opportunità. Qualche minuto in estatica ammirazione davanti al palazzo Parisio nella piazza Kastello, dove soggiornò Napoleone; un'occhiata alla deliziosa cappella di Nostra Signora delle Vittorie da poco restaurata, che mostra affreschi magnifici; l'Auberge d'Italie e ilpalazzo Castellania e poi bisogna buttarsi a capofitto nel gioiello dell'isola, la cattedrale di San Giovanni, l'imperdibile chicca che da sola vale il viaggio.
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Colonne |
Ora non starò qui a raccontarvela, perché queste cose van godute con i propri occhi, voglio solo assicurarvi che il tutto vale la pena, non fatevi spaventare dalla inevitabile coda che in estate sarà ancora più massiccia, ma non vi turbate, i visitatori singoli hanno un varco apposito e la massa bruta la salterete in blocco, poi entrate e lasciatevi stupire dalla esibizione di ricchezza, dalle pareti completamente ricoperte dalla volute dorate che non lasciano spazi liberi alla vista, in una sorta di horror vacui che dimostrerebbe solo mancanza di potere assoluto e che invece voleva essere mostrato in tutta la sua potenza. Rimanete in estatica ammirazione alla vista del pavimento completamente ricoperto dalle lastre tombali dei cavalieri più importanti, vere opere d'arte, di marmi preziosi e colorati raffiguranti il momento del passaggio e l'importanza del defunto, con stemmi, labari ed iscrizioni varie. Passate una dopo l'altra le Cappelle delle otto Lingue, le suddivisioni dei Cavalieri in base alle nazionalità, una a gara con l'altra per mostrare più importanza e ricchezza, che espongono i ricchi cenotafi dei Grandi maestri succedutisi al comando della Rocca. Terminate infine nell'Oratorio, il colpo finale, che ospita in una straordinaria ambientazione i due noti Caravaggio che potrete comunque godervi con calma. Diciamo che uscirete sicuramente storditi, come lo sono stato io, colpito certamente da questa esagerata esposizione di potenza, che tra l'altro non si immagina dall'esterno. Ripigliatevi un poco, magari mangiandovi un gelato nella piazzetta antistante prima di riprendere il giro, che ce ne sono ancora parecchie di cose da vedere.
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Il pavimento |
SURVIVAL KIT
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La bomba |
Duomo di Mosta - A 5 km da Valletta, altrettanti da Bugibba in direzione di Rabat. Dedicata a Maria con grande facciata a sei colonne ispirata al Panteon, è detta anche la Rotunda come quella di Gozo, di cui ha però un diametro maggiore (la più grande del mondo?), ma è un poco più bassa. Interno blu, bianco e dorato molto appariscente e nota soprattutto per il cosiddetto miracolo della bomba caduta nel 1942 sfondando la cupola e precipitando sul pavimento della chiesa senza esplodere. Ingresso 2 Euro
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L'oratorio col Caravaggio |
La Valletta - Cittadella - Parcheggiate nel fossato dove è stato appena approntato un grande parcheggio, poi risalite fino all'ingresso e da qui cominciate il giro della città, che si visita tranquillamente tutta a piedi essendo le distanze molto brevi. Le cose più importanti da vedere sono incluse nel Pass, meno la Cattedrale che è il pezzo forte imperdibile. (ingresso 10 €, senior 7,5 con audioguida) Godetevela cappella per cappella fino al gran finale dell'Oratorio. Vi consiglio almeno un paio d'ore perché ne vale la pena. Io consiglierei un giro all'interno delle mura che può durare tranquillamente tutta la giornata. Dall'ingresso, il City gate con la piazza del Parlamento moderno, la piazza Kastello con bella vista, il teatro dell'opera, il Museo di Archeologia, la Cattedrale, la piccola chiesa del Naufragio di S. Paolo, il palazzo del Gran Maestro, il Forte S.Elmo e poi una passeggiata lungo le mura orientali fino ai giardini Barraka da cui spara il cannone di mezzogiorno, sono i punti fissi da non mancare, ma perdetevi anche nelle viuzze laterali, meno frequentate per godervi l'atmosfera assolutamente unica.
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Fregi delle cappelle |
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Paradise bay |
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