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La torre a Xlendi |
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La cittadella di Victoria |
La capitale dell'isola, Victoria e anche l'antistante Rabat, anzi ir-Rabat,come recitava l'antico nome nel periodo arabo, ce la siamo tenuta alla fine, tanto per goderci un po' di storia dalle potenti mura della città. Insomma conquistato, si fa per dire il corpo dell'isola, non rimane che prendere possesso della testa, da cui si può dominare tutto quanto ti circonda. Infatti questa cittadella arroccata nel punto più interno, al centro dell'isola, ti dà effettivamente la sensazione del controllo del potere. Un'area murata con altissimi bastioni, difendibili da ogni lato da cui puoi spaziare intorno, gettando lontano lo sguardo. Avrai tutto il tempo prima che i nemici arrivino al fossato di organizzare le difese e poi, diciamolo pure, per gli assalitori non doveva essere tanto facile conquistare questa barriera di pietra, molto bene progettata per la guerra e gli eventuali assedi. La posizione è evidentemente strategica, tanto che qui c'erano insediamenti già dal periodo neolitico, addirittura era fortificata già nell'età del bronzo e poi successivamente tenuto dai Punici, dai Romani, dagli Arabi, insomma da tutti quelli che sono arrivati da queste parti. All'interno tutto è rimasto come ai tempi dei Cavalieri, le strette stradine in salita che partono dalla piazza centrale davanti alla Cattedrale e poi soprattutto quel colore dorato, di mielosa ambra fossile, il marchio nella pietra che conferisce a tutte queste vecchie cittadine, per lo meno quelle che sono riuscite a conservarsi integre, un fascino del tutto particolare.
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Le prigioni col manichino |
Purtroppo di questa chiesa, rinata dopo il terremoto del '600 che devastò anche tutta la Sicilia meridionale e che ci ha regalato anche tutto il barocco della valle di Noto, stanno risistemando la famosa cupola, il pezzo forte della costruzione, famosa soprattutto perché non esiste affatto, sembra che tanto per cambiare, siano finiti i soldi e che il soffitto sia stato aggiustato con un sapientissimo trompe l'oeil che ne simula una, bellissima e imponente. Così rimane inutile la visita all'interno, ma con astuto savoir faire, all'entrata ti regalano una cartolina che la riproduce, così te ne vai via più contento. All'interno de Il-Kastel, come lo chiamano qui, ci sono diverse cosette da vedere, tutte comprese nel pass, tra l'altro, che meritano anche perché in questo modo hai la possibilità di vedere l'interno di questi magnifici palazzi d'epoca, come il Museo di archeologia, di cui ammirerai le belle scalinate e soprattutto la collezione di statuette femminili grasse e mollemente sdraiate sui divani (4/5.000anni fa!) ritrovate a Ggantija. Qualche bel fossile sta poi nel museo naturale come gli enormi denti dei megalodonti, caratteristica dell'isola, mentre vale la pena perdersi nel dedalo di stanzette e scale interne, cortiletti e terrazze della Historic House Gran Castello, che ospita una bella raccolta di oggetti antichi e mobili d'epoca, che ricostruiscono i vecchi ambienti ed i mestieri tradizionali dell'isola. Direi invece piuttosto deludenti le vecchie prigioni, a cui si cerca di dare un minimo di dignità in riferimento al biglietto pagato con qualche manichino incatenato e in posa sofferente.
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La Pjazza della Cattedrale |
Testimonianza interessante di come far su soldi anche con poco, basta darsi da fare col marketing, una bella gogna con la quale farsi un sefie e vai. Invece voi andate magari a dare un'occhiata, se arrivate al mattino al mercatino in piazza Indipendenza (it-Tokk) con la chiesa di S- Giorgio dalla bella facciata, sorbitevi uno smootie fresco in qualche bar, cercando di identificarvi col colore dorato che vi circonda e poi potrete archiviare la pratica. Vengono anche qui proposte, come in molte altre località maltesi a partire dalla Valletta, le visite ai rifugi della seconda guerra mondiale, altra opportunità per staccare biglietti e dare qualche posto di lavoro in più, la macchina del turismo non si ferma mai. Naturalmente occorrerà prima recuperare la macchina e vi assicuro che se non vi siete segnati il nome delle via o della piazzetta dove con difficoltà avete trovato posto, la cosa non sarà di tutto riposo, complice il su e giù delle stradine contorte che ti fanno perdere l'orientamento. Per fortuna che avevo come punto di riferimento l'unico campanile della città fuori le mura, ma vi assicuro che farsi un po' di rampe in salita e discesa tra vicoli e piazzette sconosciute, con una temperatura finalmente estiva (sempre nel momento giusto, accidenti) diventa faticoso. Ma prima di dirigersi verso il traghetto rimane ancora da dare un'occhiata alla costa meridionale che potrà regalarvi qualche altro bello scorcio, in vista della bella sagoma di Comino che si staglia in mezzo allo stretto.
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San Giorgio a Rabat - Gozo |
Tenete conto che alla fine tutto si riduce a tre o quattro chilometri (l'isola è davvero piccola), che si possono fare lungo costa solo a piedi, partendo da Xlendi per arrivare al fiordo di ix-Xini, passando per i punti panoramici di Sanap cliffs e di Ta' Cenc cliffs. Tuttavia questo richiederebbe una intera giornata mentre, se avete l'auto potrete saltabeccare lungo la costa raggiungendo i punti salienti qua e là e risolvendola in due o tre ore. Xlendi, tre chilometri da Rabat, è la classica cittadina sul mare, che da porticciolo di pescatori al fondo di una insenatura protetta, è diventato località balneoturistica, con molte case nuove che la deteriorano definitivamente, ma dalla vicina torre di osservazione, si ha una bella immagine del fiordo e delle scogliere circostanti. Da qui parte il sentiero, anche ciclabile di cui vi ho detto. All'altra incisione nella costa, quella di ix-Xini, si accede con una certa difficoltà, su stradini che si susseguono in discese vertiginose e cartelli che rammentano essere roba privata e percorribile solo se stai andando al bar ristorante che praticamente occupa l'accesso alla bella insenatura. Da un lato comunque meno male che c'è, così puoi berti qualcosa seduto su una magnifica terrazza, l'occhio a mezz'asta nel torpore digestivo meridiano, con lo spettacolo dell'acqua blu notte tra le pareti bianche di roccia che si prolungano verso la montagna senza lasciarti scorge le la fine.
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L'insenatura di Xlendi |
Un piccolo yacht arriva fin sotto a dare anche lui, o meglio le scosciate che prendono il sole sulla tolda, qualcuna alza un calice, presumo di champagne millesimato, ça va sens dire naturalmente, poi gira in tondo per non perdersi neppure una immagine, poi se ne va al largo alla ricerca di un altro panorama da delibare, in barba a chi è a piedi e a terra. Accidenti il grano farà pur piangere e non darà di certo la felicità, però in un certo senso aiuta a farsi passare il magone. Noi, comunque felici, risaliamo al parcheggio e riprendiamo il nostro scatolotto di lamiera, salutiamo un gruppetto di cariatidi tedesche, tutte vedove di sicuro, che, seppelliti i mariti, si danno buon tempo in giro per il Mediterraneo e si arranpicano, anche se con un po'di fatica su queste scalette per arrivare al ristorante e riprendiamola strada. Mgarr è ormai vicina, non più di un paio di chilometri, ma queste sono le distanze a Gozo, ogni cosa è sempre a meno di dieci chilometri. Ci arriviamo dall'alto, da dove ancora una volta puoi vedere il panorama mirabile dell'intero arcipelago. Sotto, nel porto sta già arrivando il traghetto. Non rimane che scendere i ripidi tornanti della strada, entrare in città seguendo il percorso obbligato, fare l'ultimo tratto e mettersi in coda. Pago il biglietto, qui si paga solo al ritorno, da Gozo in macchina si esce solo di qua intanto e non puoi scappare, e salgo la rampa, ultimo mezzo. Dietro di me si chiude il portellone. Non rimane che andare sul ponte a godersi i venti minuti di traversata, anche questo è spettacolo, almanaccando dove andare a mangiare due pesci stasera. In fondo è tutto parte della esplorazione culturale del paese.
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Case di Rabat |
SURVIVALKIT
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Vecchie nasse |
Victoria - La capitale di Gozo rappresenta la classica cittadella fortificata che domina l'isola da una posizione privilegiata. Calcolate una mezza giornata per girare un po' tra le stradine del forte e della antistante Rabat. I punti focali che ho già elencato sono La Cattedrale, Il Museo di Archeologia, Il Museo Naturale, La Casa storica folk museum, Le prigioni, tutta roba inclusa (tranne la chiesa) nel pass, diversamente io non investirei i 3/5 euro che costa ogni singolo ingresso. Godetevi invece l'atmosfera dell'abitato e ammirate il paesaggio dal punto più alto del forte da cui si domina davvero tutta l'isola.
Costa sud di Gozo - Percorsa da un sentiero ciclabile congiunge almeno i quattro punti specifici che ho elencato prima, ma tutta la costa a picco sul mare merita. Nei pressi delle Ta' Cenc cliffs, dovrebbe esserci anche un Dolmen e delle tracce di Cart Ruts, sperse nella campagna circostante, ma io non ne ho visto traccia. Magari voi sarete più fortunati,comunque non ci sono indicazioni visibili. Se siete in macchina terminerete il giro circolare al porto per ritornare a Malta, al più fatene un pezzettino a piedi. In ogni caso considerate che per vedere quasi tutte le cose meritevoli di Gozo, scogliere incluse, ci vogliono un paio di giorni, con l'auto che consente rapidi spostamenti. Se siete a piedi, tenete presente che gli autobus sono molto bene organizzati e raggiungono tutti i principali punti di interesse turistico e naturalistico, tuttavia il tempo necessario sarà molto più dilatato. Vi consiglio di istallarvi la app Moovit con la quale avrete info molto precise sui bus da prendere per le varie destinazioni.
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Il panorama dalla cittadella |
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Un cortile nella Casa Storica |
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