domenica 16 giugno 2019

Malta 19 - Le tre città

Il forte S. Angelo


La Valletta
E così siamo arrivati anche all'ultimo giorno. Come sempre quando il viaggio sta per finire, ti godi meno le ultime tappe, un po' come se fossi preso dalla frenesia del ritorno a casa; ci sono tante cose da sistemare, attenzione a non dimenticare niente e così via, invece in questo ultimo giorno di cosette interessanti ce ne sono ancora parecchie, così cercherò di mettervele bene in ordine. Ho tenuto per la fine il giro delle cosiddette Tre città, un agglomerato urbano diviso in tre parti, più teoricamente che nella realtà e che occupa il promontorio successivo a quello della Valletta chiudendo ad est il porto con una serie di successive lingue di terra che suddividono la baia in altre più sottili insenature che costituivano evidentemente una straordinaria condizione protettiva naturale per i navigli che cercassero riparo dal periglio marino. Su due di queste lingue sottili si protendono nelle acque le mura di Vittoriosa e di Senglea, dietro, ad ulteriore riparo delle due, ecco Cospicua, con il suo contorno di strade a stella in cui indovini la traccia di antichi bastioni. Anche qui forti e mura e all'interno antiche case, che la difesa era il primo pensiero dei costruttori, in questo avamposto crocevia di tutte le rotte del Mediterraneo che potevano di certo portare commerci e ricchezze, ma anche torme di invasori, di queste ricchezze ghiotti e motivati ad arrivare e a sostituirsi a chi già lì stava, per goderne fino all'arrivo di altri successivi conquistatori. 

Senglea
Questo è lo svolgersi della storia, popoli che hanno creato potenze dominatrici destinate prima poi ad un naturale decadimento e altri popoli, giovani ed aggressivi che vogliono sostituirsi ai precedenti, prenderne il posto e diventare a loro volta dominatori. Una ruota che gira, nella quale le torme di disperati in fuga, che da queste guerre e dalla miseria che ne consegue cercano salvezza e sono sempre invece quelli destinati a rimanere in fondo alla catena alimentare, che la nostra civiltà, vincente, ha sempre bisogno di schiavi, in forme via via diverse nel tempo, anche se il succo della spremitura è sempre lo stesso. Il forte Sant'Angelo, perfettamente ristrutturato, su un isolotto che domina la cima della penisola di Vittoriosa, al quale accedi attraverso uno stretto ponte sospeso, è in una posizione perfetta per godere la vista completa del porto, di Senglea, la città dei cantieri al suo fianco e delle mura della Valletta di fronte. E' bello rimanere qui sulle garitte quasi sospese nel vuoto sottostante, sui punti più estremi delle torri angolari, a guardare il mare, le tante piccole imbarcazioni che lo solcano e lontana, la stretta imboccatura del porto. Di lì arrivavano le navi; dapprima vedevi spuntare le vele lontane che a poco a poco si avvicinavano, lente e cariche di merci preziose dal lontano Oriente, da vendere o da scambiare, per generare ricchezza, opportunità, valore aggiunto o veloci e leggere con le murate alte e pronte ad aprire i portelli dai quali sarebbero spuntate nere bocche da fuoco, vomitatrici di morte, ad aprire la strada ai grandi trasporti carichi di soldati dalle lucenti armature al seguito di vessilli stranieri.

La Valletta - Il porto
Qui sulle mura, i Cavalieri, ordini apparentemente religiosi, in realtà guerrieri a tutto tondo, votati a mantenere una primazia fruttuosa, proprio perché proprietari di questo avamposto carico quindi di onori ed oneri. Non è un posto anonimo questo. Qui, assieme alle folate di vento inaspettatamente gelido, spira un senso di violenza persistente. Qui non ti puoi rilassare come su una spiaggia di un mare lontano. Qui l'attenzione deve essere sempre mantenuta viva, devi essere pronto, sempre, per opporti a chi arriva, senza avere ancora capito quali siano le sue intenzioni, anche se sei apparentemente piccolo, una piccola potenza che il caso ha posto al centro delle rotte commerciali; si vis pacem para bellum sarà la tua bibbia, che venga pure il Turco o chi altro dopo di lui, troverà pane per i suoi denti. E proprio qui tra le casematte linde e rimesse a nuovo, trovi gli ordinati reperti di un puntiglioso Museo della Guerra. Fermati ad ascoltare i suggestivi racconti che la voce fascinosa di Sir Lawrence Olivier illustra in una serie di filmati bellissimi, ne rimarrai commosso. Ti resteranno in testa a lungo mentre cammini per i vicoli e le viuzze, bellissimi e semideserti. La massa difficilmente arriva fin qui o per lo meno ne arrivano solo le frange più volenterose a perdersi tra le contorte stradine del Collacchio, il quartiere più antico, con le sue vecchie case, in qualcuna delle quali ritrovi ancora piccole bifore duecentesche e gli Auberges, ripari delle congreghe dei Cavalieri, divisi per lingua a seconda della loro provenienza.

Il Collacchio
Ti perderai ad ammirare i vecchi portali con la serie infinita di batacchi dalle forme più ardite e diverse. Vien voglia quasi di batterli per vedere se dalle piccole finestre spunta qualcuno a guardare chi chiede asilo e da quale landa lontana arriva. Un'occhiata alla chiesa di S. Lorenzo, imponente come tutte le sue sorelle nelle altre parti dell'isola, perché specchio di chi su questa terra aveva il potere. Dalla piazza centrale la Misrah ir-Rabha, in pochi passi scendendo il vicolo che gira a nord arrivi alla Sacra Infermeria, il primo ospedale costruito dai Cavalieri, con la trincea a mare che racchiude il piccolo approdo dove durante il Grande assedio, giungevano le imbarcazioni cariche di feriti, col favore della notte. Poi, proprio al centro della cittadina un palazzo severo, dai muri tagliati e senza fronzoli, quasi, di proposito sia stato costruito così, per indurre paura in chi passava lì davanti. E' il Palazzo dell'Inquisitore, con le sue celle segrete, le camere di tortura ed il racconto minuzioso di quegli interrogatori, tesi alla scoperta del seme marcio dell'eresia, che si cercava a prescindere perché significava comunque opposizione al potere, più che libero pensiero. Una esposizione interessante da osservare con attenzione, che comprende libri proibiti e sequestrati, raffigurazioni e addirittura oggetti sottratti agli inquisiti. La costruzione è lugubre, d'altra parte ha assolto la sua funzione di prigione fino a una cinquantina di anni fa, quando cessò del tutto visto che un prigioniero ripeté la fuga per ben otto volte nello stesso anno.

Polena
Anche il Museo marittimo merita un'occhiata (visto che è già pagato) con i suoi bei modellini di navi e di reperti dedicati alla storia della navigazione di Malta, dalle pipe ed i coltelli dei marinai, alle licenze di esercizio delle prostitute locali. Nella piccola rada davanti al Museo, molte piccole imbarcazioni aspettano clienti. Paulo è un anziano pescatore. Non se la sente più di affrontare il mare di notte per portare a terra qualche cesta di pesce da portare ai ristoranti che un po' glielo schifano, un po' cercano sempre di giocare al ribasso, visto che comunque arrivano i più comodi camioncini refrigerati,  pieni di ogni specie tu chieda, già porzionati o di taglie fisse. Così porta in giro i turisti per il porto, con la sua barca colorata ed elegante che aveva comprato da giovane da un vecchio mastro d'ascia, uno zio che lavorava nei vicini cantieri a Senglea dove lui stesso è nato.  Ti porta fino a ridosso delle mura della Valletta, è contento quando mostri ammirazione per la sagoma frastagliata delle mura di Vittoriosa e capisci subito che non vuole commentare la presenza di una nave della MSC, un palazzo galleggiante colossale, che torreggia sopra di noi mentre gli passiamo al fianco, con un poco di apprensione, fragile guscio di fronte al bulimico gigante del mare. La barca completa il suo giro, non è neanche piovuto, lui lo aveva predetto, vuoi che non lo sapesse, lui, uomo di mare a tutti gli effetti. Ci riporta al molo, dove un paio di giapponesi già lo stanno aspettando; sorride e li tira a bordo, in fondo è sempre una pesca, anche se di tipo diverso. 

Un bastione
Sono soltanto le cinque. Voglio andare ancora fino alla punta di Senglea per rimanere un poco nel bel giardino che domina la baia. per godermela ancora un po', per sentirmene le ultime suggestioni, per avvertire se possibile le ultime vibrazioni di questa città, di questa isola. In realtà veniamo subito circondati da una scolaresca di ragazzini siciliani in gita, che hanno occupato completamente il giardinetto conferendogli un aspetto tutt'affatto differente da quanto mi preparavo a sfruttare. Va be' non importa, ognuno ha diritto ad occupare una posizione, alla fine non è roba tua, te la concedono soltanto in visione nello stato in cui si trova e fattela andare bene. Per tornare alla nostra base di Bugibba faccio, visto che abbiamo la comodità di disporre dell'auto, lemme lemme il giro lungo costa, passando per Sliema, la zona più lussuosa dell'isola che ospita gli alberghi più belli, nota per avere ristoranti famosi e vita notturna appetibile. Si affaccia su una stretta baia, quasi completamente ostruita dall'isola Manoel dove c'era un antico lazzaretto e un forte, che si scorgono ancora sulla parte più alta, stranamente naturale alla vista, perché sfuggita miracolosamente ad un megaprogetto turistico che l'avrebbe completamente cementificata, come il resto della costa. Un'occhiata dalla passeggiata, molto affollata, racconta di approdi al mare costituiti da grandi piattaforme rocciose, in alcune delle quali erano state addirittura scavate nella roccia piscine squadrate per la comodità delle ladies della società maltese al bagno. Basta, non tiriamola alla lunga, il viaggio è finito, una fetta di torta dal Siciliano e poi sveglia alle quattro e di corsa all'aeroporto. Il volo, soprattutto Ryanair, non aspetta.

Dal Forte S. Angelo

SURVIVAL KIT
Piazza della Vittoria - Vittoriosa
Tre città - Di fronte a Valletta, meno affollate e molto caratteristiche per le zone più antiche perfettamente mantenute. Nella piazzetta di Vittoriosa potete mangiarvi una bruschetta assaporando l'atmosfera calma di questa zona particolare dell'isola. DA visitare (tutti compresi nel pass) il Forte S. Angelo col Museo all'interno, particolarmente suggestivo, con bellissimi panorami sulla baia e si Valletta, Il museo della Nautica, il Palazzo dell'Inquisitore che oltre alla parte storica ospita anche una piccola sezione folk. Dall'imbarcadero di fronte alla piazzetta della chiesa di S.Lorenzo, barche per fare il giro del porto (8 € a testa per circa mezz'ora). 

Sliema - Con le due contigue St. Julian's e Paceville, rappresentano la parte lux del turismo maltese. Qui ci sono gli alberghi più costosi e i negozi delle firme, incluso un grande centro commerciale (The point) che occupa tutta l'estremità della penisola. Molti locali per la notte, discoteche e grandi ristoranti. Molto affollato sempre. Potete comunque andare fin sulla punta estrema a Tigné point dove il Reis Dragut dispose le batterie di cannoni per bombardare S. Elmo durante il grande assedio del 1565. Anche qui giri in barca sia nella baia che anche tutto intorno all'isola con minicrociere che vanno fino a Comino e Gozo, con prelievo in albergo.
San Lorenzo

Cafè du Brasil - Victory Square 1, Vittoriosa - Piccolo caffè in casa d'epoca che serve piatti, pizze e bruschette. Prezzi economici. Bruschetta (buona) + birra 6€. Indicato per uno snack mentre passeggiate lì intorno e vi guardate il passeggio intorno.

Dolce Sicilia - Catena presente in diverse location a Malta. Noi siamo andati in quella di Bugibba, sia per il gelato e dolci sicuramente di qualità superiore alla concorrenza (Cannoli e torte, molto buone), sia per colazione e per cena. Piatti italiani e siciliani, di buona qualità. Servizio cordialissimo e gentile, Prezzi leggermente più elevati degli omologhi nei dintorni. Cena con un primo, un dolce e birra 14 € a testa.

Battacchi




























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