Ragionando sulla perdita di Camilleri, mi sono accorto le le mie scarne letture hanno compreso di questo autore solo alcuni romanzi di Montalbano ed avendo sentito che invece questo Il birraio di Preston, assieme forse al Re di Girgenti, rappresentano le sue opere migliori, mi è nata intensa la voglia di dargli una taliata approfondita. Intanto non mi è stato facile trovarla, in quanto sembra esaurita da varie parti. Per fortuna mi è venuta in aiuto una cara amica che me lo ha prestato. A parte la gustosissima lettura del libro, del cui lessico ormai tutti abbiamo ottima conoscenza e che quindi non rappresenta più un ostacolo per nessuno, mi interessava dare un giudizio personale sul valore assoluto dell'autore, che qualcuno, per lo meno su giornali e TV, dava addirittura in odore di Nobel. Terminato il compito ed essendomelo parecchio gustato, mi sono fatto persuaso che certamente Camilleri, va molto al di là di una semplice lettura di evasione, per la cura con cui gestisce la trama, l'attento delineare il carattere dei personaggi, lo studio e la ricerca storica dell'ambientazione delle vicende che narra, ma che forse, non me ne voglia il catavero ancora caldo, di qui al massimo premio, absit iniuria verbis, ancora un po' di strada ce ne corre. Trovo certo in assoluto di piacevolissima lettura la sua prosa fatta del personalissimo grammelot similsiculo che penso tutti apprezziamo, l'intelligenza delle trame e le uscite estemporanee che questa lingua consente. Di questo lavoro, ambientato negli ultimi decenni del 1800 poi, è particolarmente godibile la bella ambientazione, la parte più prettamente storica, che lo rende in effetti più interessante delle vicende del nostro pur amatissimo commissario, che data la ripetitività, che ne è poi una delle motivazioni principe del successo, ci è un po' venuta a noia, oltre alla descrizione della serie dei personaggi, davvero indovinati. Insomma, sìssi, un bel libro, da leggere di gusto e poi finita lì senza rompere troppo i cabbasisi.
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2 commenti:
Recentemente, travolto dagli eventi, ho ripreso un Montalbano, un che non avevo ancora letto (o forse sì ma completamente dimenticato; ma il libro sembra mai aperto) e mi sono trovato a fare considerazioni molto simili alle tue, senza avere il coraggio di esternarle. Ottima la trama, i personaggi funzionano, il modo di raccontare è sempre eccellente ma per me fa parte di una stagione finita. Mi sono subito rituffato (non solo ma principalemte) in Terry Pratchett. Conosci?
Mi sembra che scriva fantasy, ma non ho mai letto niente di lui.
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