giovedì 8 agosto 2019

Central India 38 - La notte di luna nuova


La folla

Pronti per il tuffo
Un santone
Questa è la notte di luna nuova, quella in cui tutte le corrette congiunzioni astrali si verificheranno e verrà il momento ideale per immergersi nel sacro bagno, nel punto più santo dell'India, quello della congiunzione tra i tre fiumi, i due visibili, la madre Ganga e lo Yamuna e quello immaginario, il Saraswati. Una folla immensa da giorni si è andata ammassando sulle rive dove avviene la congiunzione e le cerimonie che continueranno per tutta questa notte sono in corso di svolgimento. Nell'oscurità, anche lontano dalle rive, si sente arrivare come un brusio diffuso, un onda di sottofondo che testimonia una preghiera collettiva che nasce da tutta la vasta piana circostante e che coinvolge una grande umanità di credenti che vogliono non soltanto adempiere ad un dovere religioso, ma soprattutto partecipare ad un avvenimento unico, che permetterà loro di raccontare al resto del villaggio, ai vicini della città, ai colleghi di lavoro, a parenti, amici e anche agli sconosciuti con cui verranno in contatto che loro c'erano all'Arsh Khumb Mela, che hanno pregato, che si sono bagnati nelle acque sacre, che sono stati benedetti da innumerevoli uomini santi alle cui azioni hanno assistito e che per ripetere questa esperienza loro, che invece non ci sono stati, dovranno attendere almeno altri dodici anni. Si sentono suoni di tamburi lontani e squilli di tromba, basta seguire quelli ed il fiume di folla e capisci senza bisogno di nessuna indicazione, quale sia il luogo verso cui bisogna dirigersi.


Dopoil bagno
Preghiera
Per chi, come noi è soltanto spettatore, anche se è piuttosto difficile sentirsi coinvolgere da questa atmosfera pesante, allo stesso tempo di attesa e di gioia ossessiva per quanto sta succedendo, bisogna soltanto trovare un buon punto di osservazione e poi lasciarsi coinvolgersi dal calore di quanto sta succedendo tutto intorno. Gli animi sono accesi, i gruppi omogenei, sette specifiche o genti che arrivano dal medesimo luogo uniti da un'appartenenza specifica, si muovono quasi all'unisono. Vicino al luogo dove i Naga sadhu, che sono molte centinaia a questo punto, tutti radunati dove sta avvenendo il grande bagno, un folto schieramento di polizia e robuste transenne addirittura in triplice ordine, cercano di mantenere flussi ordinati e sono ben attenti a che l'entusiasmo della folla, ansiosa di vedere e di toccare gli uomini santi, non provochi problemi grossi. Qui la massa umana in movimento è davvero impressionante. Io mi sono trovato un angolino ben protetto sul primo ordine di transenne. Tecnicamente qui non si potrebbe stare, ma i militari di guardia tollerano la mia presenza in quanto occidentale e fotografo, mentre bastonano senza pietà altri gruppetti di stracciati che cercano di guadagnare posizioni più in bella vista. Qui siamo proprio in prossimità del punto in cui tutti i Naga Sadhu che hanno appena concluso il bagno si stanno raggruppando per la grande processione. L'eccitazione è fortissima, al grido di Maha Dev, si sono appena gettati in centinaia nel fiume, con urla da invasati, gli occhi accesi e rotondi che mostrano chiaramente l'uso prolungato di materiali non specificamente religiosi.


diritorno
Eccitazione
Qui fumano tutti decisamente e roba abbastanza pesante almeno a vederne gli effetti. Man mano che escono dall'acqua, completamente nudi, si ricoprono di cenere bianca e quindi si raggruppano cantando gli inni sacri del caso e si incolonnano per la processione rituale che li porterà dopo un lungo giro, verso il grande campo a loro espressamente riservato, dove sorgono gli attendamenti in cui ricevono fedeli e adoranti. Questi uomini, che hanno dedicato la loro vita all'ascesi mistica, vivono sparsi per tutto il territorio della nazione e si raggruppano solo in occasione di questi avvenimenti religiosi, come ad esempio la fiera di Pushkar o i tanti eventi, chiamati appunto Mela che avvengono durante il corso dell'anno, ma questa è davvero l'occasione in cui tutti si radunano qui per mostrarsi e mostrare la loro dedizione al Dio. Intanto comincia la sfilata. Singoli o a gruppetti i Naga Sadhu, camminano tra due ali di folla osannante, salutano e benedicono gli astanti; qualcuno cerca di gettarsi ai loro piedi, di toccarli, dà loro denaro o semplicemente grida il nome della divinità. Loro passano, chi mostrando le proprie deformazioni, ce ne sono di zoppi, di monchi, di esagitati, di certo la maggior parte strafatti. Qualcuno è appoggiato a lunghi tridenti shivaitici, tutti esibiscono capigliature che non vengono curate da anni, raccolte in cespi a forma di turbante o in cascate di treccioni rasta abbandonati lungo il corpo, mostrando senza vergogna, anzi con un certo orgoglio le proprie sante nudità.


l'unghia
Naga Sadhu
Uno passa mostrando alla gente il pugno chiuso e ormai immobilizzato nel quale le unghie hanno trapassato il palmo ed emergono dal dorso per una trentina di centimetri, altri mostrano parti del corpo martoriate da lacci o costrizioni varie. Qualcuno, forse più sovraeccitato degli altri saltella esibendo e sbattendo qua e là i genitali penzolanti. C'è chi mostra una magrezza esagerata, con zigomi incavati e costole che paiono bucare la pelle sottile e grigia di cenere, altri invece, grassocci e ben pasciuti mostrano rotondità ciondolanti che testimoniano di sacrifici diversi rispetto ai digiuni rituali. E' una carrellata di visi straordinari sia dalla parte di chi sfila sia da parte del pubblico adorante che fa ala al passaggio. Subito dopo cominciano a passare i carri dei gruppi religiosi, grandi trattori addobbati con stoffe e simboli della divinità, tridenti, fiori di loto, colori sgargianti, che portano in cima uno o più troni dorati su cui è assiso il capo della setta, circondato dai suoi discepoli. Anche qui volti straordinari, che passano benedicenti, alcuni immobili con la mano alta in segno di saluto, altri che si sbracciano a salutare la folla, mentre gli scherani attorno si occupano di raccogliere offerte, altri ancora, evidentemente guardie del corpo esibiscono mitra ed armi varie che non si sa mai. Qualcuno è decisamente più importante e ha  un seguito di diversi carri ripieni di fedeli osannanti che lanciano fiori e mantra inneggianti al proprio padre spirituale, altri evidentemente meno seguiti, hanno in dotazione solo un trattorino scalcagnato che tira un carretto, dal quale gli adepti faticano a non cascare giù, ma l'entusiasmo rimane comunque immutato.


Una Hijra
Col santone
Ad un certo punto ecco apparire un certo numero di carri che evidentemente la folla aspettava con grande trepidazione, infatti non appena arrivano davanti alla mia postazione, c'è tra la gente un gran movimento e molti tentano di saltare le transenne per raggiungerli, a stento trattenuti dai militari che fanno roteare i bastoni con solerzia. Sono i gruppi degli Hijra, la casta dei travestiti, temutissimi, ma morbosamente accettati dagli indiani perché possono a loro piacimento scagliare maledizioni terribili o generare fortune straordinarie. Su una decina di carri sfilano centinaia di queste figure truccatissime, alcuni anche molto anziani, esibendo sari di grande bellezza e gioielli ridondanti assieme a capigliature ricche ed elaborate. Sorridono alla folla che tenta in tutti i modi di far loro arrivare biglietti di denaro da dieci o anche cento rupie. Loro incassano poi restituiscono una monetina, dopo averla morsicata coi denti e che viene accolta tra mille inchini e ringraziamenti in quanto pare sia foriera di fortuna economica esagerata. Ovviamente anche io eseguo l'operazione, che non si sa mai e anche se il mio è solo un biglietto da cinque, la drag queen mi restituisce la moneta con un larghissimo ed invitante sorriso. La sfilata dura diverse ore ed è uno spettacolo continuo e davvero interessante da osservare da ogni angolo visuale. Ci spostiamo più in là dove invece sta scorrendo un'altra processione, questa invece formata da enormi auto o addirittura bus preparati appositamente dove i capi delle sette assisi sul trono e circondati anch'essi da fedeli addobbati a festa passano benedicendo la folla.

Attorcigliare
La compagnia dell'anello
E' tutto un caleidoscopio di arancioni vivaci, di turbanti maestosi, di tridenti e scimitarre, che passano benedicenti, con la gente che si accalca per avvicinarsi al proprio idolo in una atmosfera folle e carica di grande intensità. Dopo diverse ore, devo dire che quasi non sento più le gambe, seguo la massa di una folla che sembra un corpo unico ameboide che si allarga e si stringe ad ondate cercando di guadagnare spazi semivuoti in cerca di non si sa bene cosa. Girovagando senza meta arriviamo nel pomeriggio al campo dei Naga Sadhu, dove finita la processione i più si sono ritirati dentro o davanti alle loro tende, per smaltire il fumo e intanto se capita, ricevere questuanti in cerca di consigli, oroscopi, grazie. Molti dormono in fondo alla tenda su giacigli improvvisati, altri a gruppetti continuano a fumare, altri immobili svolgono riti o ascoltano i questuanti. Se ne vedono di tutti i colori. Uno che davanti ad alcune donne adoranti si attorciglia il pene attorno ad un bastone, un altro che se lo è infilato in un anello da dito con una grande pietra dura, allo scopo di subire una violenta e dolorosissima punizione nel caso dovesse cadere nel vortice del desiderio incontrollato che gli producesse una indesiderata erezione, uno addirittura giace sepolto completamente sotto uno strato leggero di terra, da cui emergono soltanto le mani giunte, mentre il suo aiutante assicura che starà in questo stato di catalessi respiratoria per alcuni giorni.


Om
Il carro degli Hijra
Ho dei sospetti, stimolati dalla presenza di una coperta che nasconde il terreno vicino alla sua testa, ma non metto certo certo lingua su queste questioni, anzi. Insomma questa parte degli accampamenti, con la gente che si sposta da una tenda all'altra alla ricerca dell'uomo più santo è ancora più accattivante. Devo dire che anche se è tutta la giornata che vaghiamo in giro, la stanchezza non è ancora arrivata, tanta era la tensione psichica incerti momenti o la voglia di guardarsi intorno per non perdere nessun viso, nessuna azione, carro, danza o movimento, di questo spettacolo esagerato che ci ha circondato a perdita d'occhio, anche noi forse, in uno stato di catalessi indotta o ispirata da quello che ci circonda. Ora che è arrivata la sera e siamo qui, seduti sulle gradinate di un tempio a guardare gli ultimi epigoni di una folla strabocchevole, mai vista in queste dimensioni, che fanno l'ultimo bagno della giornata nel fiume, i muscoli cominciano a rilassarsi, la tensione si scioglie e puoi rimanere a lungo a guardare la fila di formiche nere che ripercorrono in senso inverso i ponti che due giorni prima avevano superato per arrivare fin qui. La gente comincia ad andarsene, altri rimarranno qui ancora per giorni. Che ci crediate o no, il giornale del giorno dopo riporterà che oggi, 4 febbraio, il Mauni Amavasya, giorno fondamentale del grande bagno reale dell'Arsh Khumb Mela 2019, erano presenti nella grande tendopoli sulla riva del Gange, 25 milioni di persone.
Il ritorno


In fila























Santoni
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