giovedì 22 agosto 2019

Central India 46 - Considerazioni finali


Al Khumba Mela 2019- (foto T. Sofi)

Tempietto di campagna - (foto T. Sofi)
Elezioni - (foto T. Sofi)
Eccoci arrivati anche questa volta alla fine dell'avventura. Che poi avventura è sempre un modo di dire, perché ormai, come ognun di voi potrà facilmente constatare, basta pagare il giusto e ti portano a spallucce anche in cima all'Everest. In ogni caso è venuto il momento delle cosiddette considerazioni finali e questa volta posso dire tranquillamente di avere avuto anche un certo tempo per pensarci, visto che dal momento dell'arrivo sono passati ormai oltre sei mesi. Tempo giusto per assorbire le emozioni provate, sedimentarne gli eccessi e formulare un giudizio il più possibile misurato e non ricco di esagerazioni entusiastiche, quelle che di solito accompagnano i primi giorni del ritorno a casa. Un fatto importante che riguarda questo viaggio, è dato senza dubbio dall'essere stato l'undicesino in terra indiana. Non sono mai stato così tante volte in una nazione, da viaggiatore o turista, come vi vorrete definire. Quindi è evidente che, al di là del fatto che questa terra sia talmente vasta e differente da nord a sud da meritare diverse visite, c'è un legame profondo che mi attira qui e devo confermare che neppure questa volta mi ha deluso. L'india rimane sempre, a mio parere, un di quei luoghi che ti può offrire di più della semplice opzione, bellezza naturale ed artistica. 

Nagasadhu - (foto T. Sofi)
Capigliatura - (foto T. Sofi)
L'India ti mette di fronte ad un mondo differente dal tuo, che ti manda di continuo messaggi e stimoli di riflessione a cui poi, ognuno risponde a suo modo, a secondo della propria sensibilità, in ogni caso non credo che riesca possa suscitare indifferenza. Ho sentito tante opinioni su questo paese, che vanno dall'entusiasmo più ingenuo e partecipativo alla repulsione assoluta e priva di mezze misure, ma sempre c'è stata una reazione forte al viaggio, non ci sono dubbi. Questo itinerario è stato comunque studiato con un fine particolare che vi ho spiegato bene fin dall'inizio, la partecipazione alla cerimonia religiosa del Khumba Mela, una occasione del tutto particolare a partire dal fatto che sotto questa forma corale e gigantesca avviene una volta ogni dodici anni e quindi evidentemente, questa era per me l'ultima delle occasioni possibili, unita alla passione che vi ho già più volte raccontato, di poter partecipare a questo tipo di eventi, dove si esplica al suo massimo il credo di folle molto numerose. Il passaggio finale a Varanasi poi, oltre ad essere completamente in tema, costituiva la ciliegina finale del progetto, un arco spirituale che portava dalla celebrazione dell'essere hindu dal momento della creazione a quello finale della morte. Tutto il resto è stato evidentemente costruito in funzione di questa meta particolare e mi ha portato a percorrere un itinerario che si è rivelato davvero interessante. 

Santone - (foto T. Sofi)
Gwalior - (foto T. Sofi)
Questo perché essendo quasi completamente inedito anche per me che pure queste strade ho calcato tante volte, mi ha portato a conoscere siti e situazioni di grandissimo interesse, in parte poco conosciuti o battuti dagli assi turistici più classici, cosa che dimostra quanto abbia da mostrare questo paese anche se lasciate le rotte più popolari. Ho così potuto vedere le isole Andamane, che mi erano di strada arrivando attraverso Calcutta, un desiderio che mi portavo nel cuore da decenni ed in cui sono arrivato, con un po' di delusione, evidentemente troppo in ritardo per trovare quello che cercavo o immaginavo. Ho potuto girare attraverso quei parchi naturali dell'India, raccontati nelle storie di Kipling, ritrovandone i fremiti delle loro jungle umide di pioggia, popolati di elefanti e grandi cacce, sui sentieri dei sambar e delle tigri. Ho attraversato tutta quella parte di India centrale fatta di grandi pianure e colline lontane punteggiate da tribù ancora lontane dall'ansia delle grandi città e molte di queste ho visto, attraversando il Chhattisgarh, il Madya Pradesh e l'Uttar Pradesh, apprezzandone monumenti di straordinaria bellezza, da Gwalior, a Bhopal, a Indore, a Lucknow. Ho toccato molti dei luoghi della grande devozione induista che si snodano come una collana di perle colorate lungo i grandi fiumi della religione millenaria che alimenta l'anima dell'India stessa, da Maheswar, a Hujjain, a Orchha, a Sanchi. 

Varanasi - (foto T. Sofi)
Tanti inaspettati punti di interesse che hanno alimentato ed arricchito questo viaggio che tante zone ha attraversato, dove riesci anche a bene avvertire i punti di contatto, di contrasto e di convivenza tra le due grandi religioni. La religione, certo, anzi, le religioni, sono il grande punto chiave, che devi mettere al centro dell'interesse di questo paese con la loro multiforme presenza, i loro aspetti contrastanti ma anche con i loro tanti punti in comune che saltano all'occhio inevitabili, specie ad uno spettatore esterno e disincantato. Questo è di certo uno dei punti più interessanti del paese e che deve comunque condizionare la progettazione degli itinerari, questo mio ultimo in particolare che mi ha condotto infine a vivere una esperienza credo assolutamente unica, compiuta assieme ad altri milioni e milioni di persone, un assembramento che non avrei creduto possibile in questa forma e dimensione. Come ho trovato questo paese al mio ennesimo ritorno. Molto diverso ogni volta, anche se uguale nella sua immutabile sostanza. Certo le metropoli hanno subito la ventata del progresso economico inarrestabile che ha soffiato per decenni sull'Asia tutta, ma molto spesso attraversi luoghi e situazioni, sia all'interno delle grandi città che nelle campagne, dove non avrei potuto distinguere in quale dei miei viaggi mi stessi trovando, se per un istante avessi perso il computo del tempo.

Bagno nel Gange - (foto T. Sofi)
Così nel 1978 mi trovavo a Mandu, in un'area archeologica completamente abbandonata al degrado naturale e adesso, dopo 41 anni, tutto era diverso, dai giardini curati, ai monumenti in fase di recupero, all'incontro con tanta gente di questa rinascita campa. Ma nello stesso anno mi muovevo anche stranito tra i vicoli di Varanasi, con i suoi miasmi ed i suoi vapori di morte ed oggi vi ho ritrovato gli stessi volti, gli stessi odori, i medesimi ritmi di vita. Non è cambiato nulla nel pensiero e nella sostanza, perché è forse qui che devi ricercare l'essenza di questo paese. La commistione inestricabile, tra spiritualità fatta di credo, di superstizione e di aderenza al rito, ma anche di immobilismo sociale e tensione verso il futuro, composto di desiderio di beni materiali, di voglia di cambiamento di status, di internazionalismo, in una mentalità che tuttavia mantiene una fortissima identità nazionalistica religiosa e culturale. Questo rimane un paese dove puoi fare tutto con facilità, ma dove fare qualcosa può diventare terribilmente complicato. Dove la burocrazia spicciola diventa un attrito micidiale per il funzionamento di qualunque attività, ma anche dove poi tutto si risolve con l'amico, con la mancia, con un sorriso; dove tutto questo impedisce che le cose funzionino bene, ma dove tutto comunque alla fine riesce a funzionare. E tutto questo, rispetto alla mia prima visita del 1974, è rimasto drammaticamente identico. 

Sterco a seccare - (foto T. Sofi)
Questo, assieme allo spaventoso ed inarrestabile incremento demografico sono le due palle al piede che hanno impedito all'India di avere lo stesso sviluppo tumultuoso della Cina o di altri paesi dell'area. Per il futuro non penso che ci saranno modifiche sostanziali, perché troppo incistate sono queste motivazioni, in ogni strato della popolazione ed oltre a questo e soprattutto, l'andamento politico e di sentiment della popolazione, che hanno messo in mano un potere molto forte alla parte più estremista e massimalista della politica, soffia in una direzione che sempre di più rinfocola questi caratteri negativi allo sviluppo regolare e che potrebbe anche nel breve futuro infiammare conflitti di una certa gravità verso il vicino Pakistan (stesse teste evidentemente) ed i movimenti di questo ultimo mese sono lì a dimostrarlo. Tuttavia rimane il fatto che questo paese ha tanto da mostrare e da dare al visitatore disincantato che voglia percorrerne le strade senza troppi pregiudizi. Quindi a definitiva chiosa di questo lungo racconto, direi che voglio raccomandare senza tentennamenti questo viaggio, magari in seconda o terza battuta, dopo che avrete già avuto qualche altro contatto col subcontinente, che so io, col Rajastan a nord o con il Deccan a sud. Penso che non ve ne pentirete assolutamente, sia che ricerchiate la vista di una natura particolare e diversa da quella a cui siete abituati, sia che vogliate godere degli aspetti artistici di questo mondo ricchissimo di storia e di bellezze prodotte dall'uomo, sia che vi vogliate tuffare nel gorgo del misticismo religioso, aspetto affascinante e misterico che tuttavia, a mio parere va sempre guardato con un certo distacco e da semplice osservatore critico. Buon viaggio. 

Sfilata dei Sadhu - Khumba Mela - (foto T. Sofi)



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